Adda passà’a nuttata: Una generazione che punta sulla condivisione.
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Come diceva Eduardo De Filippo in Napoli milionaria: Addà passa’a nuttata. Questa frase, entrata nel gergo comune, è spesso utilizzata per riferirsi ad un periodo difficile che con buon spirito di ottimismo potrà essere superato. Proprio questo spirito ha spinto Davide D’Errico, responsabile legale, ed un gruppo di giovani ragazzi napoletani a fondare l’organizzazione che porta l’analogo nome.
Lo scopo dell’organizzazione è di proporre iniziative di rilancio delle città e di denuncia dei disservizi pubblici attraverso una serie di iniziative che spaziano dall’ ambito sociale a quello del volontariato.
Cafébabel: Come nasce l’idea dell’organizzazione?
Davide D’Errico: In maniera ingenua, eravamo un gruppo di diciottenni che avevano appena concluso la maturità e che si sono ritrovati nel periodo boom dell’emergenza rifiuti. In quegli anni se scrivevi Napoli su Google tra le immagini principali comparivano sacchetti dell’immondizia anziché panorami e andavi a scuola facendo lo slalom tra i rifiuti. Quel periodo ha mosso in noi l’idea di creare un associazione che promuovesse del volontariato per la città.
C: Qual è stata la vostra prima esperienza in questo ambito?
D: Essendo alle nostre prime esperienze ci siamo affidati ad un nostro amico già pratico nell’ambito del volontariato e a suor Lucia, molto attiva presso il quartiere Sanità. Eravamo partiti con idee forse troppo grandi per un gruppo di ragazzi alle prime armi, come assistenza psicologica e supporti alle famiglie, poi abbiamo capito di dover ridimensionare le nostre idee per renderci utili e ci siamo dedicati soprattutto al “volontariato di strada” con i ragazzi del quartiere.
Adesso lì dove prima si spacciava droga abbiamo una sede confiscata alla camorra che restituiamo ai cittadini e ai volontari. Il nome che abbiamo scelto è proprio Casa Vostra, giocando sul nome Cosa nostra, perché dia l’idea di una casa aperta alle esigenze di chi ne ha bisogno. Appena terminata la ristrutturazione oltre ad organizzare una scuola di video-making con corsi gratuiti, si terrà al suo interno un dopo scuola gratuito per bambini, una scuola di italiano per stranieri, attività della parrocchia e di altre associazioni.
C:Che tipo di iniziative avete sviluppato?
D: Abbiamo una programmazione annuale rispetto ai nostri progetti, stabilita con tutti gli associati e con chi vuole contribuire; eleggiamo anche un consiglio di amministrazione che si occupa soprattutto della fase esecutiva dei progetti. Ogni area poi sviluppa il proprio ambito nello specifico che spazia dal volontariato al video-making. Con lo sviluppo di video utilizzati come teaser delle nostre iniziative siamo riusciti a raccontare un qualcosa di utile per la città in maniera anche divertente allargando la partecipazione civile tramite la diffusione sui social.
C: Avete riscontrato una partecipazione attiva da parte dei napoletani? O in che modo l’avete ottenuta?
D: Inizialmente coinvolgendo le nostri rete personali ma sicuramente i social hanno avuto un ruolo rilevante, sono stati degli strumenti fondamentali.
La risposta positiva che abbiamo riscontrato è il segno di una generazione che vuole prendersi la responsabilità di alcuni temi e vuole farlo non come singolo ma come collettività andando oltre la diffusa mentalità del “non è un problema mio”. Rispetto a tale risposta però bisogna andare oltre l’idea secondo cui tutti dovrebbe scendere in strada e sporcarsi le mani a pulire, non è questo il punto. Questo dovrebbe essere compito del comune, di enti addetti. Con le nostre iniziative non cerchiamo di sostituirci a loro, ma di coinvolgere attivamente tutti coloro che con il loro aiuto, seppur nel piccolo, credono che qualcosa possa cambiare nella nostra città attraverso uno spirito di partecipazione e condivisione dei problemi.
C: Qual è l’ultima iniziativa alla quale state lavorando?
D: Stiamo cercando di rispondere al problema dei parcheggiatori abusivi: nei prossimi mesi chi subirà o assisterà ad un’estorsione da parte di un parcheggiatore abusivo potrà segnalarlo in tempo reale alla Polizia con un click dal cellulare e potrà anche verificare il lavoro, i controlli e i soldi confiscati dalla Polizia. Abbiamo regalato un app e un sito internet al Comune che consente alle Istituzioni di essere più vicine ai cittadini. L’app è disponibile dal 24 ottobre.
Abbiamo anche ottenuto che 50.000 mila euro dei soldi già confiscati dalla Polizia Municipale ai parcheggiatori abusivi fossero inseriti in voce critiche del bilancio del Comune per la ristrutturazione urbana, in particolare per la costruzione di 10 discese per disabili nelle 10 Municipalità della città.
C: Cosa si aspetta Adda Passa A Nuttat dal futuro?
D: Dopo 4 anni di attività siamo diventati una Onlus e l’obiettivo futuro sarà quello di strutturarci in maniera diversa cercando di creare iniziative sempre nuove,che vadano dall’ambito del sociale a quello del video-making e renderle virali, allargando il più possibile la partecipazione.
Quando inizi un nuovo percorso hai sempre il batticuore. E’ l’innamoramento dell’inizio che naturalmente dura poco. Successivamente deve subentrare qualcos’altro. In noi è subentrata una voglia di riscatto oltre che di cambiamento. Attraverso il nostro lavoro, vogliamo riscattare Napoli non solo agli occhi degli stessi napoletani, ma anche agli occhi degli stranieri che oltre ad apprezzare le più comuni e famose peculiarità di Napoli, vuoi il mare o il sole, riescano a superare anche i diffusi luoghi comuni legati alla nostra città. Con il nostro lavoro vogliamo dimostrare come Napoli e i napoletani siano a tutti gli effetti una città e dei cittadini europei in grado di rispondere alle diverse esigenze di vita di tutti coloro i quali si trovino a vivere qui.
Con Addà passa’a nuttata questi ragazzi vogliono sottolineare l’importanza della condivisione che dividendo gli oneri aiuta a sopportare il peso delle cose. E’ stato proprio l’aiuto della collettività a sostenere nel piccolo l’associazione ad affrontare alcuni problemi di Napoli.
Far sì che i giovani considerino Napoli una storia condivisa e supportino chi è in prima linea per la denuncia e la risoluzione di problemi collettivi ci sprona a ricordare che ognuno nel suo piccolo può cambiare le cose. Noi possiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere nella nostra città.