Participate Translate Blank profile picture
Image for Absynthe Minded: «Non apriamo le porte, le buttiamo giù!»

Absynthe Minded: «Non apriamo le porte, le buttiamo giù!»

Published on

Story by

Jean Anot

Translation by:

Chiara Pasquini

Cultura

I membri degli Absynthe Minded, quintetto rock belga dallo stile inclassificabile, si soffermano a parlare della loro passione, la musica “di qualità”, e ripercorrono la loro avventura. Nello specchietto retrovisore vedono ragazze, fan e un disco di platino. Dal parabrezza, successo e una tourneé europea. Si parte!

Al Sers, hôtel chic e composto situato nell’ottavo arrondissement di Parigi, i belgi Absynthe Minded stonano quasi quanto me. Fino ad ora auto prodotti, le rock star “paese piatto” (ovvero il Belgio) hanno appena firmato un contratto con AZ, un’affiliata del gruppo Universal: è una porta che si apre al successo europeo. Sono lontani i tempi in cui Bert e Renaud si ritrovavano sui banchi del conservatorio di Gand. In Belgio, infatti, tutto è successo molto in fretta. Absynthe Minded, il loro quarto album (uscito il 7 aprile in Francia) ha già guadagnato il disco di platino in Belgio (più di 30.000 album venduti), con 15.000 download per il singolo Envoi.

Si inizia per gioco e si finisce per fare sul serio

Neuf ans sans rupture : plutôt rare pour un groupe de rock

«Il bello dello scrivere canzoni sulle tipe, è avere un pubblico di tipe».

«Il bello dello scrivere canzoni sulle tipe, è avere un pubblico di tipe». All’inizio, poco importava il numero degli strumenti o l’etichetta attribuitagli dalle radio belga. Volevano solo fare musica “swing”. Gli Absynthe Minded, sono bravi ragazzi che si sono ritrovati nel posto giusto, al momento giusto» spiega Bert. Esordiscono senza batterista e inanellano una serie di tournée acustiche nei Paesi Basi, in Germania e in Norvegia. Presto si aggiungono un bassista, un batterista e un pianista. Insieme, sperimentano sempre di più, giocano con gli ampli, cimentandosi allo stesso tempo con l’organo elettrico Hammond, o con il contrabbasso, che Bert adora per «quel suo suono maestoso, silvestre». La vita in tournée? Hai suoi pro e i suoi contro. Renaud per esempio è già sposato e divorziato a 29 anni. Ci spiega: «a volte le ragazze non accettano che tu abbia una vita da zingaro, ma io non porto a lungo il lutto. E poi, il mare è pieno di pesci!». Peraltro le ragazze sono una fonte d’ispirazione inesauribile per i testi di Bert: «Le trovo estremamente interessanti. Lo dico sul serio, essendo cresciuto con tre sorelle. Non siamo dei playboy». Renaud, facendosi servire il suo secondo cocktail rosa confetto, ci scherza su: «Il bello dello scrivere canzoni sulle tipe, è avere un pubblico di tipe».

Genesi di una buona canzone

My Heroics Part One è stata nominata migliore canzone del decennio dalla radio belga Studio Bruxelles. Qual è il segreto dietro alla creazione di questi tormentoni? Per prima cosa, Bert determina gli accordi, il testo e una direzione artistica. In seguito, entra in scena il resto del gruppo: «noi quattro siamo il condimento - riassume Renaud - è una vera sfida comporre ascoltando i contributi di tutti, poiché ciascuno ha la propria interpretazione e bisogna ottenere il meglio, senza allontanarsi troppo dall’idea originale». Ciascun membro del gruppo suona con padronanza vari strumenti e tenta di proporre una nuova prospettiva o una nuova sonorità. Ma soprattutto, è importante la dinamica di gruppo: «E’ necessario provare insieme, sperimentare insieme, migliorarsi continuamente» sottolinea Bert. Gli Absynthe Minded infatti sono molto esigenti, e anche opposti tra loro e nel tipo di musica che ascoltano: «La qualità è difficile da ottenere, ma paga sempre», sostiene Renaud. «Ci sono due tipi di musica, quella buona e quella cattiva. Gli Absynthe Minded rientrano nella prima categoria. Non mi sono dedicato ad altro che alla musica, ne ascolto tantissima: Metallica, Pink Floyd, Brahms, Miles Davis e nessuno può dire che non sia di qualità». Certamente, ci sono quelli che appartengono alla seconda categoria, e se Bert non ama parlarne, Renaud critica la tendenza di certi gruppi al plagio: «Non sono che dei monaci copisti».

Allora, che cos’è la buona musica? «Non siamo commerciali, ma ci piace suonare insieme, sperimentare e spero che a 70 anni avrò almeno 20 album all’attivo» spiega Bert. Secondo lui, bisogna cercare dei percorsi alternativi, essere originali e aperti. Passa il tempo in dei piccoli negozi di dischi per scovare dei vecchi album usati che nessuno vuole più, appartenenti «alla generazione che pagava per la musica».

Per il nuovo album Absynthe Minded, i belga hanno lavorato con Jean Lamoot, il produttore dei Noir Désir e Alain Bashung. Questo ha dato loro fiducia: «è stato positivo per noi. Abbiamo fatto uscire quattro cd in otto anni, ma abbiamo già suonato in tutto il Belgio e nei Paesi Bassi. Siamo noti. Ora abbiamo un’ambizione internazionale, una vera conquista. E siamo solo all’inizio!», si entusiasma Bert, grande ammiratore dei Beatles, che hanno «creato tanto in così poco tempo». Renaud, pur confessando che non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbero potuto riempire le più grandi platee francesi, mantiene i piedi per terra: «Sarebbe magnifico essere famosi in Europa come lo siamo in Belgio, ma ad esempio non ci interessa il successo in America. Tre piscine? Non ne abbiamo bisogno! Neanche di una in realtà».

Gli Absynthe Minded saranno in concerto il 7 aprile al Nouveau Casino per presentare il loro ultimo album, Absynthe Minded!

 Foto: Absynthe Minded

Story by

Translated from Absynthe Minded : « On n’ouvre pas les portes, on les casse ! »