A Palermo il test del cinema in versione originale
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Non una replica, non un cineclub dedicato, non un evento collaterale. A Palermo un cinema decide di proporre un film in uscita, nella fascia oraria di punta, in versione originale sottotitolata: Hail, Caesar! dei fratelli Coen farà da apripista a una rivoluzione culturale nei cinema palermitani o il film sarà ignorato dal pubblico?
«Dal Gran Café del Boulevard des Capucines a Parigi il Cinematografo Lumière arrivò a Palermo nella primavera del 1897, dapprima al Teatro Garibaldi, poi alla Sala Ragona al numero 282 di via Maqueda. […] Strana coincidenza questa se si pensa che a poca distanza lungo la stessa via Maqueda si inaugurava il Teatro Massimo con il Falstaff di Giuseppe Verdi. […] Nei primi due anni di quella che certamente può essere definita la preistoria del cinema, il pubblico palermitano rispose con entusiasmo gradualmente crescente alla ricezione collettiva delle fotografie animate che consentiva anche ai ceti meno abbienti di assaporare e vivere con pochi centesimi esperienze inimmaginabili».
Così, nel libro I Cinema di Palermo dalle origini al 1953 (2007, Amici di Plumelia Edizioni) Sabina Caruso ripercorre i primi passi del cinematografo in città. A distanza di quasi 120 anni, sempre a pochi passi dal Teatro Massimo, il cinema palermitano si appresta a un piccolo ma significativo test che potrebbe gettare le basi per una rivoluzione culturale: la proiezione di un’anteprima cinematografica, durante lo spettacolo serale di punta, in versione originale con sottotitoli in italiano.
È bene precisare che sono molti i cinema palermitani che di tanto in tanto presentano una cine rassegna con film in versione originale, e solo negli scorsi giorni il Multiplex Planet La Torre proponeva The Bridge of Spies (Il Ponte delle Spie) di Spielberg in lingua originale, a distanza di mesi dall’uscita del film. Il cinema Rouge et Noir di piazza Verdi ha invece deciso di lanciare in lingua originale una nuova pellicola fresca di uscita. La programmazione nei cinema in tutta Italia cambia il giovedì, così il 10 marzo alle 20.30 al pubblico palermitano sarà proposto Hail, Caesar! (Ave Cesare!) dei Fratelli Coen, con George Clooney.
Tempo di esperimenti per scacciare la crisi
Un test che se avrà esito positivo e incontrerà il favore del pubblico, sarà certamente ripetuto, proponendo i film per come li hanno voluti i loro registi e per come si esprimono realmente gli attori. Ciò avviene in un momento molto delicato per le sale cinematografiche palermitane, alle prese con spettatori in calo e cambiamenti di stili di vita e tecnologici che portano il pubblico a preferire la fruizione di un film sui nuovi media. Dal 2011 a Palermo hanno chiuso numerose sale cinematografiche, ci vengono in mente ad esempio Tiffany, Adams, Royal, Holiday, Astoria e Ciak. Anche il cinema Dante non ce l’ha fatta, dopo un tentativo di riposizionarsi come teatro, operazione al momento riuscita, non senza varie peripezie, al Golden, Jolly e Finocchiaro. L’apertura dei moderni multisala come il Cityplex Metropolitan, l’Uci Cinema (al centro commerciale Forum) e Multyplex Planet ha imposto agli esercenti del centro città un ripensamento del loro business. Alcuni hanno risposto con lo sdoppiamento della tradizionale sala, difficile da riempire interamente, in multisala piccoli e medi, come il Cinema Marconi, il Politeama Multisala, il Cinema Aurora, Gaudium e Arlecchino.
A tali scelte talvolta si è associato un ulteriore sforzo per abbassare il prezzo del biglietto, ma più in generale si è stati attenti a promuovere una programmazione di qualità, incidendo sul cinema come forma d’arte dai grandi contenuti culturali e sociali. Per tutti i cinema, in realtà, la sfida oggi è quella di offrire maggiori servizi, di diventare luoghi d’incontro e di cultura, dove non si vede passivamente un film e si torna a casa, ma si approfondisce con dibattiti ed altri eventi una esperienza artistica, sociale e culturale.
Il cinema in lingua originale funziona?
Abbiamo intervistato Gian Mauro Costa, gestore del Rouge et Noir nonché giornalista e scrittore, per comprendere meglio la portata dell’avvento delle proiezioni in lingua originale e capire come potrà essere il domani di una sala cinematografica palermitana.
cafébabel: Com’è nata l'idea di proiettare un film in versione originale?
Costa: Fare film in lingua originale dovrebbe essere una prassi normale. L’Italia è uno dei pochi paesi europei dove si fatica a proporre i film così come sono nati. Non va comunque demonizzato il doppiaggio, che ha raggiunto livelli di professionalità esemplari (siamo la migliore scuola del doppiaggio nel mondo). Oggi è necessario rivedere certe tendenze, e in tempi di globalizzazione e di conoscenza delle lingue bisognerebbe rieducare il pubblico alla fruizione del cinema in lingua originale.
cafébabel: Dal punto di vista tecnico e distributivo si tratta di un’operazione semplice da proporre?
Costa: Prima della digitalizzazione le pellicole in versione originale sottotitolata erano distribuite in Italia in pochissime copie, accaparrate dai cinema di Roma e Milano. A Palermo avere un film in uscita era impossibile, nella migliore delle ipotesi arrivava soltanto dopo un mese. Il file del film oggi arriva senza problemi, se richiesto.
cafébabel: Dunque è un problema soprattutto di pubblico. Avete fatto esperimenti simili in precedenza?
Costa: Due anni fa avevamo provato con film in lingua originale (a Palermo c’è una nutrita comunità di spettatori stranieri), ma l’affluenza fu insignificante. Lo scorso anno è stato proposto un altro esperimento in sordina, una proiezione alle 22,30 di un thriller americano: molti spettatori, apprendendo che si trattava di una proiezione in versione originale, tornavano indietro. Ora c’è un’ondata favorevole a riguardo, costruita anche grazie al cineclub dedicato ai film degli anni ’70 e ‘80, iniziato con proiezioni a sorpresa in versione originale. Ne è nato un dibattito in sala e sui social in cui sempre più persone chiedevano la proposta in lingua originale.
cafébabel: Ora si proverà con questo film in uscita, una vera anteprima.
Costa: Il film dei fratelli Coen sarà in versione originale durante lo spettacolo di punta delle 20,30. Ho pure proposto una petizione alla Cassa del Cinema per raggiungere una soglia di almeno 100 persone. Abbiamo raggiunto questo obiettivo, e i partecipanti alla raccolta firme sono stati avvisati tramite newsletter. Sarà un test importante. Il nostro programmatore, Circuito Cinema, ha condiviso la nostra idea, e devo dire che sono i giovani a chiedere esplicitamente la versione originale del film, una partecipazione crescente.
cafébabel: Tutto questo avviene mentre la tradizionale sala cinematografica soffre.
Costa: Il cinema soffre la concorrenza dei nuovi media, dei nuovi supporti tecnologici, ma anche cambiando forma e standard il cinema sarà insopprimibile. Resterà come esigenza espressiva e magari cambieranno le metodologie di fruizione, ma il cinema è anche fatto sociale, non solo grande schermo: è condivisione, un luogo dove condividere impressioni, discutere con gli altri spettatori.
cafébabel: Che impatto hanno avuto i cinema multisala sulle sale cinematografiche del centro città?
Costa: La questione è molto complessa, perché hanno chiuso anche molti negozi del centro, e oggi i centri commerciali negli Usa iniziano a vacillare. I multisala a Palermo però hanno anche avuto un merito, quello di essere in periferia e svolgere lì un’importante funzione per intercettare un pubblico che al cinema solitamente non andava, quindi ben vengano. Da parte delle sale cinematografiche del centro vale lo stesso discorso della piccola libreria schiacciata dalle grosse catene: bisogna rispondere con il servizio, fare del cinema un luogo di cultura, di socializzazione, incontri, scambi di esperienze, approfondimento. Ci deve essere questo “di più”.
cafébabel: Come si è adeguato il Rouge Et Noir a tutto ciò?
Costa: È diventato un luogo di cultura dove il pubblico può creare comunicazione e contatti, magari chiacchierando al bistrot aperto ad ottobre e che rilanceremo in primavera, con tanto di tavolini in piena isola pedonale. Sarà attivo anche in orari di non apertura del cinema, ma è il cinema stesso che deve provare a stare aperto in orari non canonici per ospitare scuole, presentazioni di libri, teatro, concerti e intensificando la politica di divulgazione di documentari e film d’autore.
cafébabel: Si va anche verso un’apertura all’associazionismo culturale?
Costa: Abbiamo collaborato, e continueremo su questa strada, con il Sicilia Queer Filmfest, Italian Doc Screenings, Institut Français Palermo e diamo spazio a molte anteprime di giovani registi e documentaristi che scelgono forme espressive sempre di maggiore qualità, come dimostra il trionfo di Fuocoammare di Gianfranco Rosi a Berlino.
cafébabel: In questo scenario, com’è il rapporto con i film da botteghino?
Costa: Il Rouge et Noir intensificherà i servizi culturali intorno al cinema. Poi c’è sempre necessità del film da grandi incassi per fare botteghino nel clou dell’anno. Diversamente, il prezzo da pagare per una politica senza compromessi sarebbe la chiusura, ma più di due tre film all’anno di questo tipo nella nostra programmazione non ce ne stanno, siamo ormai indirizzati ad una programmazione di qualità.