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A 20 anni dalla caduta dell’URSS: gli anni della Perestrojka in mostra
Published on December 8, 2011
“Mentre i media commemorano unanimemente il ventesimo anniversario dalla caduta del muro di Berlino, nessuno parla dei 20 anni dal crollo dell’URSS”, spiega Jean-Robert Raviot . E’ questo il motivo per cui il curatore della mostra URSS fin de partie (URSS, fine partita), ci consente di rivivere con queste immagini il periodo che segnò la caduta del blocco sovietico, vale a dire gli anni della Perestroika (1985-1991). Tra una serie di icone già celebri ed altre inedite, l’esposizione organizzata al Museo di Storia Contemporanea di Parigi dal 2 dicembre 2011 al 26 febbraio 2012, si snoda su 3 temi principali: la stampa informale, i manifesti politici e la fotografia. L’originalità sta nello sguardo dato agli avvenimenti: ovvero il “far vedere” attraverso la percezione dei sovietici stessi. Ed è tutto calcolato. A partire dal corridoio rosso lungo il quale si svolge la visita che si conclude con il ritratto di Michail Gorbačëv e fino alla copia conforme della sede del Partito Comunista all’epoca. Florilegio.
Foto esclusive e quasi inedite, per gentile concessione della BDIC , del Museo di Storia politica di San Pietroburgo, della Biblioteca sullo storia nazionale di Mosca e de l'associazione Memorial.
La prima pagina del settimanale Ogonek , prima rivista illustrata della storia russa, simbolizza il tono critico adottato dalla stampa durante la Perestrojka. Nel novembre 1991 il titolo della copertina “In nome della rivoluzione” è il marchio di un giornalismo schietto, affrancato dalla tutela del potere. Lo dimostra questa fotografia a dir poco originale. (Coll. BDIC. D.R.)
Il manifesto di G.Belozerov (1988) introduce un termine generalmente tradotto con trasparenza ma che significa letteralmente pubblicità (nel senso di “dominio pubblico”, "trasparenza"). In alto: l’intestazione del giornale Pravda (organo del comitato centrale del PCUS), sulla matita: “glasnost’”. (Coll. BDIC Photo© G. Belozerov)
Catena umana da Kiev a Lvov (Ucraina occidentale), in ricordo della creazione della Repubblica indipendente dell’Ucraina nel 1919 . (Photo© Ukrinform)
“Addio censura?” La copertina di Ogonek (“La piccola fiamma”) n.51, dicembre 1989, illustra un periodo di distensione durante il quale la censura si attenua, per essere poi ufficialmente abrogata il 12 giugno 1990. (Coll. BDIC. D.R.).
“La verità sull’ecologia per tutti!” (testo in ucraino). Manifesto di V. Chostia e di Z. Kravtechenko. La glasnost restituisce alla parola considerevole libertà e trasforma profondamente lo spazio pubblico dando ai grafici, che prima erano imbavagliati, la possibilità di esprimersi (in particolar modo le edizioni PLAKAT e AGIT-PLAKAT) .(Photo © V. Chostia)
“Bisogna sempre lavorare all’antica? Dobbiamo avere il coraggio d’innovare!”. Nel 1990 la micro-informatica fa parte delle piccole rivoluzioni del quotidiano. Periodo nel corso del quale le famiglie russe si concedono sempre più il lusso di pagarsi un’auto propria, (il numero di veicoli si moltiplicò per 10 durante la perestrojka). Ecco che un micro-computer si sostituisce al martello, simbolo dell’industria sovietica. (Photo © G. Kamenskikh, G. Tcherniavskij)
“Il dissidente” è una pubblicazione esemplare della metamorfosi della stampa in URSS, che prende colori e toni nuovi. Da allora fa la sua apparizione un nuovo tipo di giornalismo non ufficiale. Indipendente, libera e gratuita, è la stampa definita “informale”: erede, nella sua forma artigianale, della tradizione del “SAMIZDAT” (stampa clandestina diffusa sotto banco durante gli anni ‘60). (Photo Coll. BDIC).
Mikhaïl Gorbačëv prende il potere nel 1985.
Potere che conserverà per 6 anni. Il suo viso incarna ormai la
perestrojka il cui fine principale era la modernizzazione dell’URSS, soprattutto attraverso la lotta contro la stagnazione economica e lo
sviluppo dell’industria tecnologica. Qui si trova sulla tribuna del
Mausoleo di Lenin, il 1° maggio, al tempo della sfilata dei
lavoratori sulla Piazza Rossa, a Mosca. (Photo V. Musaelyan, 1988 , Coll.
BDIC, Fonds France-URSS © Tass)
Concorso di Miss Mosca 1988 Coll. BDIC, Fonds France-URSS Tass.
Ossequi di Sakharov , Mosca, 18 dicembre 1989 . Incarnazione dello spirito libero della glasnost, questo fisico nucleare muore a 68 anni , lasciando dietro di lui diverse battaglie per i diritti umani in URSS, un premio Nobel per la pace ottenuto nel 1975 e... la bomba atomica. (Photo Vologodskij, 1989, Coll. Memorial © Memorial)
Dal 2 al 17 ottobre 1990 uno sciopero della fame riunisce 30.000 studenti sulla piazza della Rivoluzione d’Ottobre a Kiev. (diventata piazza dell’Indipendenza o Maidan dopo la dichiarazione d’indipendenza dell’ucraina nel 1991) . (Photo V. Repik et V. Samokhotski, 1990, Coll. Ukrinform © Ukrinform)
La glasnost’ permette alla tv di aprirsi. Così, attenendosi alla riforma, vengono trasmessi reportage, questioni di attualità, inchieste, dibattiti. Qui, nel corso della trasmissione “12esimo piano” prende vita una discussione intergenerazionale sul ruolo della gioventù (soprattutto di quella maschile) nella società. (Photo : I. Zotine, 1988 Coll. BDIC, Fonds France-URSS © Tass)
Grande successo della trasmissione “Opinione pubblica” che quel giorno s’interrogava sul sistema educativo sovietico. I cittadini, molto critici, dicevano la loro davanti ai giornalisti. In URSS questo è stato il primo programma a offrire ai passanti la possibilità di esprimersi in diretta senza censura preliminare. (Photo : Iouri Belinski, 1987, Coll. BDIC, Fonds France-URSS © Tass)
“Dimenticare il passato è rischiare di vederlo ripetersi” (Manifesto di A. Faldine, 1990 Leningrad, Sovetskij pisatel Coll. BDIC © A. Faldine)
La 19esima conferenza del PCUS, giugno 1988 permetterà l’elezione dei rappresentanti al nuovo congresso del maggio del 1989. E’ la prima volta in URSS che il sistema politico permette l’elezione di parlamentari senza designarli preliminarmente. (Photo : Y. Lizounov et A. Choumichev, Moscou, 1988. Coll. BDIC, Fonds France-URSS © Tass)
Story by
Matthieu Amaré
Je viens du sud de la France. J'aime les traditions. Mon père a été traumatisé par Séville 82 contre les Allemands au foot. J'ai du mal avec les Anglais au rugby. J'adore le jambon-beurre. Je n'ai jamais fait Erasmus. Autant vous dire que c'était mal barré.
Et pourtant, je suis rédacteur en chef du meilleur magazine sur l'Europe du monde.
Translated from URSS fin de partie : les années Perestroïka en images
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