6 film della Berlinale da non perdere
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Eleonora CorrenteLa Berlinale è in pieno svolgimento fino al 18 febbraio, data in cui la giuria rivelerà il palmarès. Nell'attesa, ecco una selezione dei film presentati al festival da non perdere quando usciranno.
1. The dinner di Oren Moverman
Si tratta probabilmente di uno dei migliori ruoli di Richard Gere. Richard interpreta Stan, un politico in piena campagna elettorale in corsa per diventare governatore. Tuttavia la sua popolarità non è davvero gradita a sua moglie Katelyn, che deve incarnare l'immagine della moglie-modello, né a suo fratello Paul, che si sente in condizione di inferiorità fin dall'infanzia. Dunque, quando la star della politica invita suo fratello e sua cognata a cena, la serata promette di essere movimentata; tanto che la situazione è critica: i figli delle due coppie hanno commesso insieme un crimine atroce.
Con un impeccabile controllo della narrazione, Oren Moverman sviluppa la sceneggiatura, adattata dal best seller di Herman Koch, analogamente al libro. Un aperitivo, un antipasto, un piatto principale, un dolce e un digestivo. Uno schema che funziona molto bene sul grande schermo poiché permette di modellare per capitoli la psicologia dei personaggi. Stan, che era del tutto antipatico all'aperitivo, si rivela commovente e complesso a fine pasto. Paul, che consideriamo un tipo semplice e divertente cambia improvvisamente umore non appena arriva il piatto principale. Insomma, questo è un pasto che non vorrete assolutamente perdere.
« Berlinale Speciale ». Uscita nelle sale prevista per il prossimo autunno.
2. Es war einmal in Deutschland (C'era una volta in Germania) di Sam Garbarski
Francoforte, 1946. David Bergmann è un ebreo sfuggito al campo di concentramento. Con alcuni amici ugualmente sopravvissuti all'Olocausto, escogita un sistema per raccogliere denaro sufficiente a lasciare la Germania ed emigrare negli Stati Uniti. Commerciante senza pari e oratore dall'umorismo sferzante, Bergmann si lancia in un porta-a-porta per vantare la qualità della sua biancheria. Ma sulle sue tracce, l'ufficiale alla ricerca di nazisti Sarah Simon nutre nei suoi confronti sospetti di collaborazionismo.
Il film tratta di un soggetto allo stesso tempo inesplorato e tabù: quello dei circa 4.000 ebrei che dopo il 1945 sono rimasti nel paese che li ha perseguitati. Sam Garbarski adatta il romanzo di Michel Bergmann, The Teilacher, a sua volta ispirato alla vita dello zio dell'autore, «un comico magnifico» secondo le sue parole. Lo humour ha un ruolo centrale nella storia, ma non giunge mai a sdrammatizzare una situazione. Simboleggia la battaglia interiore di ogni personaggio che cerca di continuare a vivere, malgrado ciò che ha dovuto subire. Il regista riesce a raggiungere un giusto equilibrio tra dialoghi comici e memoria di un passato tragico, in parte grazie a un'impeccabile direzione del suo cast.
In gara. Uscita prevista per il prossimo 6 aprile in Germania.
3. The party di Sally Potter
La pellicola dura 71 minuti. Non molto lunga dunque, ma adattata alla sua intensità. Janet è appena stata nominata Ministro dell'Istruzione: una tappa cruciale della sua carriera che vuole celebrare con qualche amico nel corso di una piccola festa. Tuttavia, nulla va come previsto. Viene fuori che tutti sembrano avere un annuncio da fare o qualcosa da nascondere. Inoltre Bill, suo marito, sembra molto deciso a svuotare l'intera cantina. Allora poco a poco, le lingue si sciolgono, le situazioni si incrociano e la discesa agli inferi ha inizio.
Questa commedia drammatica, Sally Potter l'ha voluta «a misura d'uomo», da cui la scelta del bianco e nero. Secondo lei, «lascia spazio alle emozioni piene di colori dei personaggi e apre lo spirito delle persone». E ci è riuscita, poiché lo spettatore è rapito al 100%. Grazie ai dialoghi energici e a una colonna sonora ipnotica, questa enorme farsa è all'altezza dei film a porte chiuse più riusciti come Festen, 8 femmes o Carnage. Ma è anche una commedia eminentemente politica, scritta durante le ultime elezioni in Gran Bretagna. In un momento in cui «la sinistra britannica perdeva la sua audacia e non era più in grado di dire la verità alla gente», secondo la Potter. Un messaggio chiaro, che circola sottilmente attraverso personaggi che nascondono bene le loro reali intenzioni.
In gara. Nessuna notizia sulla data d'uscita.
4. T2 Trainspotting di Danny Boyle
La storia è esattamente come l'abbiamo lasciata. Renton, Spud, Sick Boy/Simon e Begbie hanno messo in atto il colpo del secolo spacciando un'enorme quantità di eroina, ma Renton è scappato col bottino. 20 anni più tardi, ritorna nella sua patria scozzese dove nulla è davvero cambiato. I suoi vecchi amici non se ne sono mai andati. Il temperamento di Begbie non si è raffreddato, Sick Boy è ancora un truffatore di prim'ordine e Spud non è mai stato così dipendente dall'eroina.
Al giorno d'oggi, non è più questione di crescere in una Scozia in piena depressione economica. Si tratta prima di tutto di accettare ciò che si è diventati. Danny Boyle l'ha ben compreso e ha atteso a lungo prima di dare un seguito a Trainspotting. Probabilmente il tempo di convincersi che una formula che funziona non si cambia. I quattro personaggi sono interessanti allo stesso modo del primo film, che ha rivelato i loro demoni alla luce di un punto di vista autenticamente umano. Sick Boy e Renton non possono che essere complici, anche se l'uno si vuole vendicare dell'altro. Per quanto riguarda la regia, lo stile di Danny Boyle coinvolge lo spettatore in situazioni deliziosamente caotiche - come il famoso inseguimento tra Renton e Begbie nella notte di Edimburgo.
Uscita in Italia prevista il 23 febbraio 2017.
5. Karera ga Honki de Amu toki wa (Close-Knit) di Naoko Ogigami
Tomo, 11 anni, è abbandonata a se stessa. Tutti i giorni. Quando torna da scuola, il lavello è sempre pieno e sua madre troppo spesso troppo ubriaca per occuparsi di lei. Si rifugia dunque da suo zio Makio e il suo partner transessuale Rinko. Qui vi trova una vera e propria casa, ma deve presto subire il peso del giudizio altrui. In classe, al supermercato, la gente vuole sapere chi sia questa persona "anormale" che è entrata nella sua vita. Tomo impara allora ad affrontare la sua rabbia con l'aiuto di Rinko.
Come vivere sentendosi diversi? L'intero film consiste in questa domanda, trattata con grande intelligenza. Il duo Tomo-Rinko è sconvolgente. Rinko vede in Tomo l'opportunità di sentirsi completamente donna e Tomo quella di essere accettata all'interno di una famiglia. Il film dà voce a molte emozioni senza cadere nel sentimentalismo e gioca in modo astuto sui simboli. Il cibo, ad esempio, rappresenta l'attenzione che ognuno di noi rivolge agli altri. Tutti i pasti sono sacri, persino la birra, che «meriterebbe un premio Nobel». Del resto, quando la ragazza vede che qualcuno ha preparato la colazione per lei, ne vuol godere al punto tale che la lascia marcire tutto il giorno nel suo zaino. Il lavoro a maglia, per parte sua, evoca non soltanto il mezzo utilizzato da Rinko per allontanare la rabbia, bensì è la metafora dei legami intessuti tra i tre personaggi principali. Niente è lasciato al caso da Naoko Ogigami e il risultato è un'acuta lezione di saggezza.
« Panorama ». Non sono note date di uscita.
6. Colo di Teresa Villaverde
Un padre, una madre e la loro figlia nel Portogallo post crisi economica. Il padre ha perso il lavoro, la madre ha raddoppiato le sue ore per poter pagare le bollette e la figlia tenta di vivere una gioventù normale. Poco a poco giungono il senso di colpa, la tensione e, infine, la separazione.
«E' ciò che non si dice che fa più male» sostiene la regista Teresa Villaverde. E il malessere è totale in questa famiglia che non riesce più a comunicare tanto le difficoltà finanziarie prendono piede. Il padre, che non sa più cosa fare per rendersi utile, si fa sorprendere da sua figlia nella vasca da bagno con un secchio in testa, come a volersi nascondere dalla vergogna. La figlia, giovane ribelle scomoda persino nella sua stessa pelle, comprende molto presto che i suoi genitori hanno troppi problemi per prendersi cura di lei. A tavola, emerge dal suo mutismo solo per dire il suo odio per il denaro - ultimo grido di dolore di colei a cui la crisi economica ha rubato la propria crisi adolescenziale. In portoghese colo, è la rete di sicurezza che trattiene il trapezista quando cade. Ma Teresa Villaverde ci mostra con una grande sincerità che la crisi ha fatto sparire tutte le reti di sicurezza, compresa quella della famiglia.
In gara. Uscita prevista in Portogallo in autunno.
Translated from 6 films de la Berlinale à ne pas manquer