50 anni dopo, come cambia il calcio europeo
Published on
Translation by:
francesca pozzanFerenc Puskas e Vikhash Dhorasoo. Entrambi incarnano la mobilità lavorativa nell'era del calcio post-Bosman.
1995. Con la sentenza Bosman l’articolo 39 del Trattato di Roma – quello sulla libera circolazione dei lavoratori fra gli Stati membri – comincia ad essere applicato anche in ambito sportivo. Si spiegano così, in qualche modo, i continui trasferimenti e le ricche transazioni che riguardano spesso e volentieri i golden boys del calcio.
Ferenc Puskas, “il maggiore a cavallo” dell’Europa
Il 17 novembre 2006 che il calcio mondiale è in lutto: il morbo di Alzheimer ha portato alla morte all’età di 80 anni Puskas, che lascia dietro di sé l’immagine di un calciatore fuori dal tempo. Il percorso compiuto dal “maggiore a cavallo” (soprannome datogli in riconoscimento al suo rango nell’esercito ungherese, ndr), nato il 2 aprile 1927, a Budapest, va a braccetto con quello dell’Ungheria del Dopoguerra.
A soli 16 anni entra a far parte della prima squadra del Budapest Honved, il club dell’esercito ungherese, e ne diventa il capocannoniere (segnerà 357 goal in 354 partite giocate). La gloria mondiale arriverà poi nella cosiddetta "squadra d'oro", la nazionale magiara che sfiderà le grandi potenze del calcio mondiale. E quando le più grandi società calcistiche d’Europa lo convocano lui continua a rispondere: «Per nulla al mondo lascerei Budapest, i miei genitori e i miei amici». Ma la Storia è dietro l’angolo, pronta a cambiare il suo destino.
Ma nel 1956 la rivoluzione di Budapest, rapidamente sedata dai carri armati sovietici, induce l'idolo magiaro a scappare all’estero, direzione Real Madrid. I mass media, controllati dal Governo comunista, lo accusano allora di essere un disertore e un contrabbandiere di alcolici. Da questo momento in poi gli si presenta davanti una nuova vita, che lo porta in alto, fino ad essere uno dei numeri uno nel suo campo. Dal 1958 al 1966 diventa la star del Santiago Barnabéu e colleziona 324 goal in 372 partite oltre a trofei vari come 3 Coppe dei Campioni e 5 scudetti. Farà pure parte, anche se per breve tempo, della Nazionale spagnola durante la Coppa del Mondo del 1962.
Vikash Dhorasoo, uno sguardo a parte
Il francese Vikash Dhorasoo è un giocatore ormai ai margini del sistema calcistico: licenziato alla fine del 2006 dalla società per cui giocava, il Paris Saint-Germain, il finalista della Coppa del Mondo in Germania ha girato un film a proposito del suo ruolo di riserva, The substitute: un ruolo che non è stato apprezzato da nessuno dell’ambiente.
Arrivato a 34 anni il giocatore francese, di radici indo-mauriziane, si appresta a lasciare il crudele mondo del calcio. Il suo film, girato con Fred Poulet (cantante d’Oltralpe, ndr), sta per uscire sul grande schermo: lì, lui racconta come ha vissuto i “suoi Mondiali 2006” in Germania, nel ruolo di riserva, relegato in panchina.
Nella primavera del 2004 Vikash Dhorasoo lascia l’Olympique Lyonnais dopo 5 anni di onorato servizio, leale e professionale. Il centrocampista si sa imporre come una delle più promettenti speranze del calcio francese, e il Milan decide di convocarlo per le sue qualità tecniche. Fa così una nuova esperienza all’estero, molto positiva, e che il giocatore racconta in questo modo: «Ho cambiato proprio vita: una nuova lingua, un nuovo ambiente e dei nuovi compagni. Mi sono sentito come uno studente che andava a conoscere i suoi nuovi coinquilini!».
È nello stesso anno che il giocatore viene convocato anche dalla Nazionale francese: nonostante le poche presenze in campo (16 soltanto), quando giocherà lo farà sempre da protagonista.
Nell’estate 2005 decide di lasciare il Milan per raggiungere il Paris Saint-Germain; per lui è «una scelta che parte dal cuore». Nonostante una stagione mediocre, vince la Coppa di Francia segnando addirittura il goal decisivo. «Come calciatore è il più bel ricordo che ho. Avevo lasciato l’Italia per diventare un componente importante di una squadra. Non rimpiangevo affatto la mia scelta in quella serata».
Lo scorso autunno Dhorasoo presenzia in varie trasmissioni televisive, ma il tono dei suoi discorsi è cambiato. Il Paris Saint Germain gli ha appena presentato il suo licenziamento a seguito delle critiche fatte dallo sportivo sulla carta stampata nei confronti del suo allenatore. E tutto ciò a soli 4 mesi da un Mondiale durante il quale non aveva praticamente mai giocato. Il suo sogno è svanito, il giocatore non sembra più lo stesso: «Ormai è passato tutto, ma è stata veramente una grossa delusione. Alla mia età, però, si razionalizza più velocemente».
Nel feroce mondo del calcio il nome di Dhorasoo appartiene ormai al passato. «Non m’importa», controbatte lo sportivo. «Il calcio è il mio mestiere, certo, ma ci sono cose ben più importanti. Come l’amore dei miei cari». Intanto il francese incarna oggi, insieme a tanti colleghi, la mobilità lavorativa che ormai riguarda in modo massiccio anche il mondo del calcio. Come ai tempi di Puskas? Forse. Solo che oggi non ci si sposta più per le rivoluzioni.
50 ANNI D'EUROPA
Il 25 marzo si celebrano i 50 anni dell'Ue. Per questa occasione cafebabel.com dedica, per alcune settimane, una serie di articoli con ritratti della gente comune per spiegare cosa è cambiato in questo mezzo secolo. Una serie che sarà inclusa nel dossier che cafebabel.com pubblicherà per celebrare la firma del Trattato di Roma il 22 marzo. Nel prossimo numero (8 marzo): la mobilità lavorativa
Translated from 50 ans de football, entre politique et merchandising