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30 anni di Arezzo Wave Festival: verso la finalissima

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Palermo

Ultima serata di selezioni semifinali per il concorso Arezzo Wave Band Sicilia 2016 ospitato dal locale I Candelai di Palermo: sei performance ricche di sentimento, che hanno visto ben tre delle sei band in gara aggiudicarsi un posto fra i cinque finalisti. 

Venerdì 29 Aprile andava in scena la terza ed ultima semifinale delle selezioni regionali del concorso Arezzo Wave Band 2016. Una serata che ha regalato ben 3 dei cinque finalisti annunciati sulla pagina facebook ufficiale nella mattinata di sabato, – la cui lista è riportata alla fine di questo articolo – in attesa della scelta finale del 7 maggio al MOB della giuria formata da Gaetano Mazza e Roberto Cammarata della Arezzo Wave Italia, Vincenzo Barreca e Gianfranco Raimondo dell'Ypsigrock e il musicologo Dario Caneba. Vi proponiamo ancora una volta le nostre impressioni sulle band in gara.

12 Bars Blues Revolution, Palermo (40 bills, How does it end?, Cold floor, Breeze and me)

“La nostra musica rispecchia le influenze, i gusti e le idee di ognuno dei componenti della band, pertanto la definiamo un gesto spontaneo”

Se il blues è tradizione, i 12BBR – prima band a salire sul palco e prima a passare le selezioni– portano un vento di rivoluzione. Giocando sulla forma classica del blues in 12 battute, mantenuta centrale nella composizione, il gruppo riesce però ad espanderne la struttura. Ne nasce un blues contaminato, a volte sporco, ma sempre trascinante grazie all’affiatamento di una band che riesce a evocare le rive fangose del Mississipi.

Samuela Schilirò, Catania (Il cammello sopra il tetto, Niente che non sia tutto, Vai, Mantra, Sguardo vuoto)

“Musica agrodolce, bipolare, viscerale, divertita, famelica”

Poi sale sul palco Samuela Schilirò col suo rock d’autore, la prima delle due voci femminili della serata. Il sound pulito e i testi a tratti ingenui strizzano più volte l’occhio al pop contemporaneo, ma l’esibizione live riesce comunque ad acquisire un certo groove e trasmettere energia grazie alla bravura di un'artista che sul palco dimostra di avere sia tecnica che anima.

Dick Hudson, Messina (Danny Mellow, Bolo (Masticatio/Dj Steve/Mika Kai),  Miniciccioli)

“La provincia italiana, si sa, è crudele, e Messina forse è tra le più crudeli: il desiderio di suonare per esorcizzare certi impulsi radicali che si pensa si siano estinti con l’adolescenza, rimane”

Se siete fan del math i Dick Hudson non potranno non piacervi: qui si suona tanto e si suona duro. Una formazione semplice con chitarra, basso e batteria e un sound potente che ti cade addosso come sale sulla carne viva. I componenti hanno tanta energia quanto bravura e regalano una performance quasi impeccabile, destreggiandosi sul filo di ritmiche complesse senza mai perdere l’equilibrio. Non è una sorpresa che siano proprio loro i secondi a passare il turno.

Roofsize, Palermo (Game, Attia eh!, Moon Score Day, My sister)

“Serata per noi abbastanza bizzarra anche perché è stato il nostro debutto!”

Con la quarta band si cambia genere: i Roofsize, che rappresentano il momento rock-elettronico della serata. Basi minimali e ripetitive, costruite e variate attraverso una serie di sovrapposizioni create alla tastiera, su cui s’inseriscono le variazioni ritmiche della batteria e i tronconi di parole e detti palermitani distorti e piegati a creare significati diversi. Un’esperienza sensoriale di giochi musicali che creano impressioni caleidoscopiche e quasi ipnotiche.

Supersonic Heroes, Catania (Something New, Isabella, We Are Not The Arctic Monkeys, Everybody look at Me)

“Bella Palermo! Il cibo e la scena underground in cui ci siamo persi prima di salire sul palco dei Candelai ci ha quasi fatto dimenticare che eravamo li per suonare!”

È la volta dei Supersonic Heroes, terza band a passare il turno e sicuramente il gruppo dal sound più fresco e giovane. Con il suo indie-pop di sapore anglosassone, la band propone melodie apparentemente semplici ma accattivanti, col tipo di ritornello che ti rimane nella testa e ti trovi ancora a cantare la mattina dopo mentre ti lavi i denti. Arricchite da cori, effetti e distorsioni, le canzoni sono un tuffo in un’atmosfera tra il nostalgico, il moderno e il new wave.

Bye Bye Japan, Palermo (My Geisha, Brazzaville, St. Lawrence Serenade, Time to do something)

“I rigori si battono forte e centrali”

Chiudono la serata i Bye Bye Japan con una performance di rock graffiante e rumoroso che ti senti vibrare addosso. Formazione classica, chitarra-basso-voce-batteria e un suono che si caratterizza per l’alternarsi di distorsioni pesanti a momenti quasi acustici, per l’energia incontenibile dei membri sul palcoscenico e una potenza vocale e strumentale dello stesso colore rosso fuoco dei capelli della cantante. 

Lista dei finalisti in gara per la serata del 7 Maggio al MOB:

12 Bar Blues Revolution, Palermo

Dick Hudson, Messina

Rubber Eggs, Palermo

Super Heroes, Catania

When Due, Palermo