2015, Berlusconi reloaded
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Il 10 marzo, dopo nove ore di Camera di Consiglio, la Cassazione ha assolto Silvio Berlusconi, confermando la decisione presa dai giudici in appello. I giorni della condanna a 7 anni sono lontani. E ora B. è pronto a riscendere in campo.
Quello che sembra un film di Mel Brooks - almeno secondo il sostituto procuratore generale Eduardo Scardaccione - è invece la realtà quotidiana di un paese, l'Italia, che continua a far ridere il mondo intero. Fosse una storiella inventata, di quelle che si leggono su Lercio.it, ci farebbe sbellicare dalle risate. E invece no. La notte del 28 maggio 2010, dall'altra parte del telefono della questura di Milano, c'è il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi.
State commettendo un errore, dice il Cavaliere, la ragazza che avete fermato è la nipote di Mubarak. Ed è proprio qui che, secondo Scardaccione, si finisce in una sceneggiatura degna del regista di Robin Hood, un uomo in calzamaglia (o di Frankenstein junior, a voi la scelta). Tra i protagonisti spuntano Ruby Rubacuori, soprannome di Kharima el Mharoug, la consigliera comunale Nicole Minetti e ancora l'agente dei vip, Lele Mora, e l'allora direttore del TG4, Emilio Fede.
Negli anni le parole si sono sprecate. Le accuse - quelle che nel giugno 2013 porteranno non solo alla condanna a sette anni in primo grado, ma anche all'interdizione dai pubblici uffici secondo la neonata legge Severino - sono di concussione e prostituzione minorile. Ma in questi anni si è parlato davvero di tutto, dalle prodezze di Ruby Rubacuori - tutto fuorché nipote di Mubarak - alle doti canore di Giuliano Ferrara, ex direttore del Foglio, che dedica una canzone al magistrato Ilda Boccassini soprannominata, per l'occasione, Ilda rossa di procura. E ancora le parole dell'ex moglie Veronica Lario, delle Olgettine e di chi ha partecipato, anche solo per una volta, a quelle fantomatiche 'cene eleganti'.
In questi anni, il bunga bunga ha animato parodie, racconti e addirittura un gioco ribattezzato 'Bunga bunga room'. Lentamente, questa espressione si è guadagnata il suo posto nelle prime tre parole che ci sentiamo dire quando ci presentiamo come italiani. Pizza, spaghetti, bunga bunga. Non necessariamente in questo ordine. Così, al posto del waka waka, continueremo a ballare la versione degli Elio e le storie tese.
«Se non stai attento, vai in galera per colpa dell'Africa».
Ilda rossa di procura - Giuliano Ferrara a.k.a. ex direttore del Foglio (2013)
La notizia ha fatto il giro del mondo: rubygate, bunga-bunga, sexgate. Comunque la vogliate chiamare, questa parentesi della vita del Cavaliere è terminata. E ora che è finito anche il servizio civile alla casa di cura per anziani di Cesano Boscone (Milano), Berlusconi è seriamente libero. Pronto a battersi contro la legge Severino.
Ogni volta che ci sembra di essere arrivati all'ultimo atto, le carte in tavola si mischiano portandoci, inevitabilmente, a chiederci cosa succederà dopo.