Marocco: consigli di make-up contro la violenza sulle donne?
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Il 23 novembre scorso, la rete televisiva marocchina 2M ha proposto una rubrica di make-up divulgando consigli su come nascondete tracce di violenze domestiche. «Fate molto attenzione, perchè dopo i colpi, queste zone del viso sono ancora molto sensibili».
Al momento della sua diffusione, il programma è passato inosservato. A fare esplodere l’indignazione della rete sociale è stata la pubblicazione dell’emissione televisiva sulla pagina web di 2M in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Tale indignazione ha spinto la direzione di 2M a ritirare il video dal web, giustificando l’inappropriata diffusione della rubrica intitolata “il camuffamento delle tracce delle violenze” come un errore di valutazione editoriale.
Questo “errore” ovvero orrore mediatico è l’espressione più inadeguata e indecente di fenomeni quali la discriminazione e la violenza di genere ormai radicati nel tessuto sociale marocchino. La divulgazione di messaggi di camuffamento di una realtà “ormai diffusa” piuttosto che di denuncia, di rassegnazione piuttosto che di ribellione, deve essere interpretata al di là di mere scelte di marketing televisivo.
La violenza sulle donne si inserisce in quel sostanzioso fascio di violazioni di diritti umani di cui il governo marocchino è autore. A questo proposito, lo scorso 2 novembre, il Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite ha presentato le sue osservazioni finali relative al sesto rapporto periodico del Marocco sulle misure adottate per dare attuazione ai diritti riconosciuti nel Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1966 (in applicazione dell’art. 40 del Patto stesso).
Il Comitato condanna in particolar modo il basso tasso di segnalazione delle violenze in ragione dell’assenza di misure di protezione e di strutture d’accoglienza e del fatto che le vittime che segnalano una violenza spesso rischiano di essere perseguite in virtù della criminalizzazione delle relazioni sessuali extra coniugali tra adulti consenzienti. A questo si aggiunge una portata limitata delle disposizioni penali che condannino la molestia sessuale e il fatto che le riforme legislative in corso conservano certe disposizioni discriminatorie prevedendo, per esempio, delle circostanze attenuanti in caso di “crimine d’onore” (artt. 3, 6, 7 e 17).
A questo si aggiunge l’inquietante aumento di aborti clandestini che mettono in pericolo la vita e la salute delle donne in quanto le condizioni per ottenere legalmente un interruzione volontaria di gravidanza sono estremamente restrittive e in caso di aborto clandestino, sono inflette pesanti sanzioni penali.
Anche se il progetto di revisione del codice penale prevede l’estensione delle eccezioni di aborto, resta comunque preoccupante l'eventuale introduzione di condizioni eccessive quali la presentazione di un attestazione di apertura di procedura giudiziaria in caso di violenza o di incesto.
Una lunga serie di pratiche pregiudizievoli per i diritti e le libertà fondamentali delle donne tessono la trama di una parte del vissuto personale di ogni donna marocchina.