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Polonia 2018: ecco i nostri Borderliners

Published on

Story by

Katha Kloss

Translation by:

Viola Stefanello

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Ecco i giornalisti, fotografi e video maker che per il prossimo mese lavoreranno sul campo per il nostro progetto Borderline. Ci racconteranno 8 storie transfrontaliere dalla Polonia. Benvenuti a bordo!

Team Białystok

Ecco Lorenzo Pirovano e Nicolas Blandin

Team Białystok

Lorenzo Pirovano: "Per me, Polonia vuol dire Dom Studenta numer 1, meglio conosciuta come muchomorek (fungo velenoso). È un posto che chiamo casa. Per il progetto Borderline non vedo l'ora di fare incontri esaltanti, avere la grande opportunità di provare nuovi formati ed ottenere un risultato bello e rigoroso insieme ai miei compagni di squadra e, perchè no, tornare al mio "passato polacco"!

Nicolas Blandin: "Mi aspetto di vedere la Polonia da un punto di vista diverso e di immergermi in una storia che leghi il passato ed il presente. Foreste ultraterrene, esilarante vodka casalinga al gusto di ciliegia e le feste di nozze più folli del mondo. Come in "The sound of two songs" di Mark Power. Delle storie accattivanti che mi facciano vedere la Polonia da prospettive diverse.

Team Suwalki/Elk

Ecco Grzegorz Szymanowski ed Artur Gutowski

Team Suwalki

Grzegorz Szymanowski: "Per me, la Polonia è la mia lingua natale. Mi aspetto di produrre, per il progetto Borderline, articoli che siano interessanti nel 2118 quanto nel 2018."

Artur Gutowski: "Per me, la Polonia è una parte d'Eruopa colma di contraddizioni e paradossi. Recentemente stavo lavorando in Asia ed Africa e non ho avuto l'opportunità di concentrarmi sulla mia terra natia da un bel po'. Sono contento che il nostro progetto copra un tema molto ampio, perchè è il genere di progetto in cui do il mio meglio. Spero che il lavoro con Grzegorz porti a grandi risultati che mi permettano di vedere una Polonia un po' diversa."

Team Slupsk

Ecco Robert Stefanicki e Jakob Ganslmeier

Team Slupsk

Robert Stefanicki: "Per me la Polonia è come un fumetto di Sławomir Mrożek che fa più o meno così: 'Papà, qual è il più grande pericolo per la Polonia?' 'I polacchi'. Il progetto Borderline per me è una grande fuga esotica dal lavoro quotidiano in redazione."

Jakob Ganslmeier: "La Polonia è caratterizzata dalle sue diversità e i suoi contrasti, e non sai mai in che senso il paese sta cambiando. È questo che la rende piuttosto interessante. Con il progetto Borderline spero di adottare un nuovo punto di vista sulla Polonia e di immergermi in una storia che abbia a che fare con il suo passato ed il presente".

Team Szczecin

Ecco Karolina Golimowska and Katarzyna Mazur

Team Szczecin

Karolina Golimowska: "La Polonia per me è la lingua in cui sono più a mio agio. È anche l'odore dei calzini (maciejka) nelle sere d'estate. Cosa mi aspetto dal progetto Borderline? Di conoscere i giovani polacchi e scoprire di più sulle loro idee sul paese - il suo posto, la sua importanza e il ruolo che gioca in Europa. E vorrei anche confrontare le loro idee con le mie posizioni da esterna (da Berlino!), e magari riuscire a capire meglio cosa sta succedendo da quelle parti al momento".

Katarzyna Mazur: "La Polonia per me vuol dire sedermi vicino al fuoco, sentirne il calore ed ascoltare il fuoco scoppiettare mentre brucia. Vedo questo profgetto come un'ottima opportunità per ampliare le mie impressioni rispetto alla gioventù polacca, il loro modo di vivere, i loro stati d'animo. Non vedo l'ora di vedere delle storie raccontate da angoli diversi, senza pregiudizi, in modo che i lettori possano costruirsi un'opinione personale sulla gioventù polacca di oggi. Mi aspetto anche di incontrare altri fotografi, giornalisti e persone che lavorano nel progetto Borderline e poterci scambiare conoscenze ed esperienze".

Team Slubice

Ecco Kaja Puto e Anna-Kristina Bauer

Team Slubice

Kaja Puto: "Cos'è la Polonia per me? - ascoltate questo. Mi aspetto che il progetto Borderline sia volto alla condivisione e all'interesse".

Anna-Kristina Bauer: "In Polonia ho mangiato gnocchi, ballato musica folk e bevuto vodka. Spesso la Polonia mi ricorda delle scene di vecchi film sovietici. A volte era come se fossimo finiti in un altro tempo, come se fossimo rimasti fermi in un mondo passato ma allo stesso tempo moderno, riorientato in una maniera particolare. Ho incontrato persone che amano la propria patria ma che non sanno se e come fosse possibile essere felici lì. Per me, gran parte dei polacchi sono degli individualisti che sono riluttanti nell'impegnarsi per la propria cultura. Nel caso di certi giovani che ho incontrato, era ovvio dover partire per avere delle opportunità, ma per altri era piuttosto dettato dalla politica e dalle divisioni interne al paese. Con il progetto Borderlaine mi aspetto di trovare degli approcci e dei temi differenti, diversi ed eccitanti. Sono particolarmente contenta che il progetto sarà pubblicato in sei lingue, perchè vuol dire che sarà accessibile per più persone".

Team Jelenia Góra

Ecco Petr Vodsedalek e Mateusz Skora

Jelenia Góra

Petr Vodsedalek: "Per me la Polonia è un vicinato (vengo dalla Repubblica Ceca) che non ho mai osato esplorare. Dal progetto Borderline mi aspetto di avere la possibilità di esplorare le terre dei miei vicini, con i miei vicini e per i miei vicini". T

Mateusz Skora: "Per me, la Polonia è allo stesso tempo un punto di riferimento ed una fonte di seria confusione (sono super curioso di sentire la risposta di Petr a questa domanda!). Partecipare al progetto Borderline per me vuol dire avere l'opportunità di lavorare ad una storia con una prospettiva internazionale. Mi interessa soprattutto il processo di lavorare collettivamente, sviluppando la parte fotografica in paralello al testo giornalistico. Ma è anche un'opportunità per farsi contatti per futuri progetti".

Team Katowice

Ecco Hélène Bienvenu e Kasia Strek

Team Katowice

Hélène Bienvenu: "Per me la Polonia è il gusto dello Zurek e le canzoni diCzesław Niemen. Spero che il progetto Borderline mi offra una prospettiva fresca su un paese che sento di conoscere bene, conoscendo tutte le altre emozionanti storie e incontrando nuove persone".

Kasia Strek: "So che suona ovvio, ma mi sento ancora fortemente legata alla Polonia anche dopo aver vissuto in Francia per più di 5 anni, grazie a tutti i miei ricordi di infanzia, tutti i gusti di cui ho memoria e tanti anneddoti di quei tempi. La mia vita in Polonia ha fatto di me ciò che sono. Oggi, è anche un posto che riscopro ogni volta che ci torno, per lavoro o per rivedere la mia famiglia. Vivere all'estero mi ha permesso di osservare da un'altra prospettiva la mia patria e, stranamente, di vederla e caprila ancora meglio, più profondamente. Mi ha anche fornito nuove opinioni sull'Europa occidentale. La democrazia ed il capitalismo in Polonia sono piuttosto giovani, ma il paese è riuscito a recuperare in un modo che rende i suoi confini quasi invisibili. Questo rende la prospettiva da entrambe le parti molto più interessante - il concetto di essere polacca di fronte al resto del mondo, ma anche di portare i miei viaggi e la mia esperienza all'estero in Polonia. Il progetto Borderline è una grande opportunità per scavere più affondo in ciò di cui la Polonia è fatta al giorno d'oggi. Lavorando su temi che non sono coperti a sufficienza, proveremo anche a capire meglio il contesto socio-politico del paese, allo stesso tempo sottolineando quelle iniziative positive che stanno sorgendo ovunque negli ultimi anni".

Team Lublin

Ecco Tatiana Kozak e Gregor Fischer

Team Lublin

Tatiana Kozak: "Quando penso alla Polonia, la #czarnyprotest (le proteste pro-choice contro la proposta di legge che avrebbe limitato molto l'accesso all'aborto, NdT) mi salta subito in mente. Spero che il progetto Broderline sia un'ottima esperienza di lavoro di squadra, una chance per esplorare e rappresentare le relazioni polacco-ucraine e fornire un'immagine della Polonia diversa da quella solita proposta dai media".

Gregor Fischer: "Per me, la Polonia è la patria della mia ragazza. È una cultura che non si incontra spesso nella vita quotidiana in Germania e quindi sarà fonte di nuove esperienze. Dal progetto Borderline mi aspetto storie emozionanti lontano da ciò che è mainstream. Non vedo l'ora di imparare un sacco di cose nuove sul paese e i suoi abitanti, lavorando insieme a tanti eccellenti colleghi e imparando da loro".

Video maker

Ecco Antinea Radomska

Antinea Radomska

Antinea Radomska: "La Polonia per me rappresenta il detto'Jakoś to będzie', ovvero 'tutto, alla fine, va come deve andare'. È bello perchè non è che stai lì ad aspettare senza fare nulla, ma piuttosto sei incitato ad agire e rischiare senza paura. Vuol dire che puoi fare qualsiasi cosa. La parola Polonia vuol dire 'l'energia di provare sempre e non mollare mai', ed è una linea di pensiero che ha sempre influenzato la mia vita - e questo lo devo veramente al mio lato polacco. Dal progetto Borderline mi aspetto sorprese, di vedere cose che non mi sarei aspettata prima di gettarmi in quest'avventura."

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Translated from Poland 2018: Meet our Borderliners