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Voyage dans les poubelles 

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 Lotta allo spreco alimentare: 1-0 per i bidoni della spazzatura. 

La legge francese contro lo spreco alimentare impedirà ai supermercati di gettare gli alimenti. Per adesso l'obiettivo è ancora lontano.

Tutti i giorni, dalle 19 di sera, l'orario di chiusura dei supermercati, frugando tra i cassonetti dell'immondizia si può assistere alla materializzazione dello spreco alimentare. Chili di frutta e verdura non completamente andata a male, sacchi pieni di carne, pane, cibo già pronto, yogurt, brioches, dolci, formaggi scaduti da pochi giorni.

Ogni supermercato ha sistematicamente all'esterno i suoi cassonetti, e vagando per la città con le strade quasi deserte, ci si trova ogni volta di fronte allo stesso, tragico, scenario. A volte può capitare anche di incontrare qualche senzatetto che ha già segnato il territorio (e la proprietà della merce). Gli stessi senzatetto che di giorno si possono vedere all'esterno dei supermercati, ma a cui non si può dare il cibo che la notte andranno comunque a recuperare perché, spiega il direttore di uno dei negozi: “Non posso donare del cibo già scaduto. Se succedesse qualcosa la responsabilità sarebbe mia. A volte lo faccio, di nascosto, ma di regola non potrei”. Ogni giorno una quantità enorme di cibo non viene venduta e finisce nella spazzatura.

Qui siamo in Francia, nella regione parigina, ma quello dello spreco alimentare è un problema che riguarda più in generale le società consumistiche.

Secondo i dati della laFao, ogni anno circa 1/3 della produzione alimentare mondiale viene gettata. In cima alla classifica dei Paesi “spreconi” c'è l'America del Nord, seguita dall'Europa. Subito dopo i Paesi dell'Asia industrializzata e l'America Latina. La maggior parte degli sprechi proviene a monte, dalla produzione e dalle catene di distrubuzione; infatti sui 300 Kg e 280 Kg di cibo gettato in America del Nord ed Europa, calcolati all'anno per abitante, rispettivamente 115 Kg e 95 Kg consistono in uno spreco diretto dei consumatori. Dunque la restante parte deriva da industrie, agricolutra, pesca, supermercati e ristoranti. Non è solo una questione ambientale ed etica. In termini economici, questo si traduce in più di mille miliardi di dollari gettati.

Per cercare di ovviare al problema dello spreco alimentare, in Francia è in corso di approvazione una nuova legge, che già in Italia viene considerata un modello da seguire. Il provvedimento, approvato dall'Assemblea nazionale il 10 dicembre scorso ed esaminato dal Senato a partire dal 13 gennaio, prevede per i supermercati di 400 metri quadrati l'obbligo di stipulare una convenzione con le associazioni caritative per donare il cibo in eccesso. La legge prevede anche degli interventi per gli altri soggetti della catena di consumo e una grande opera di sensibilizzazione sulla tematica, che parta dai banchi di scuola. Il cibo già scaduto, che non può essere distribuito alle persone, sarà destinato al consumo animale, alla trasformazione in compost agricolo o alla valorizzazione energetica.

“Sto ricevendo tantissime nuove richieste da parte dei direttori dei supermercati, perchè per loro correrà l'obbligo di stipulare accordi con le associazioni – racconta Benjamin El Zein, responsabile dell'aiuto alimentare del Secours populaire franҫais di Parigi – E ne sono contento. Il problema è che con i mezzi che abbiamo adesso non riusciremmo a soddisfare tutte queste richieste. Avremmo bisogno di più frigo, più furgoni e più spazio per il deposito”. Solo a Parigi, nel 2015, 17340 persone hanno beneficiato dei servizi del Secours populaire franҫais. Esistono numerosi altri enti e associazioni volontarie che si occupano dell'aiuto alimentare. El Zein spiega che dell'insieme dei prodotti che l'associazione raccoglie ogni giorno, circa il 60%, proviene dal Fead, il programma di aiuti dell'Ue. Si tratta soprattutto di prodotti base, come latte, carne e olio. Un'altra parte deriva dalle collette alimentari e una parte dai supermercati. Frutta e verdura, meno facilmente reperibili, vengono acquistati. C'è da dire che i supermercati beneficiano di riduzioni fiscali se destinano parte della loro merce alle associazioni. E, nonostante questo, la merce si continua a gettare. Le foto mostrano alimenti già scaduti da pochi giorni, provenienti da supermercati il cui personale ha confermato che sono già in atto accordi con associazioni caritative. Alcuni di questi sono negozi bio, che dichiarano amore incondizionato all'ambiente e alla natura. Spesso accade che i prodotti in scadenza vengano venduti a prezzi ridotti fino all'ultimo momento, oltre il quale non è più possibile donarli.

“Ben venga l'obbligo per i supermercati, ma bisogna anche dotare le associazioni di supporto logistico, altrimenti non avremo concluso nulla” continua El Zein. “Io sinceramente credo che, almeno in minima parte, lo spreco sia inevitabile. La logica di marketing vuole gli scaffali sempre pieni perchè così attirano di più il consumatore. Inoltre, a volte sono le industrie che “forzano” i distributori ad accogliere più merce del necessario.Nella lotta contro lo spreco, penso che bisogni intervenire soprattutto a livello di produzione”.

L'impatto della nuova legge potrà essere giudicato solo dopo che essa sarà entrata in vigore. Nel frattempo, ogni sera, i cassonetti dei rifiuti continuano a straripare.