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Vinicio strega i Murazzi, Mole contro mole

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Torino

di Filippo Lubrano

"All'imbuto" è la dedica che strizza l'occhio a chissà quale esoterica pratica alcolica con cui un Vinicio ancora agli esordi ha siglato il poster che campeggia in entrambe le declinazioni di Giancarlo, lato destro e lato sinistro dei Murazzi.

Ed è una notte da distillare, da far decantare nel tempo, per smaltirne la sbronza, per assaporarne il retrogusto, quella del 21 dicembre 2010, antiantiantivigilia di Natale (negazioni dispari comunque negano).

Una notte di corpi stipati, mole contro mole, all'ombra della Mole, nella giornata che congiunture astrali incredibili ha reso la più buia degli ultimi 400 anni.

vinicio.jpg Così, mentre Envisia serve al banco acqua minerale - e San Simoni in quantità - sul palco Vinicio ripaga dell'attesa di oltre un'ora e mezza sull'orario di inizio ufficiale (tempi tecnici di carburazione) i suoi fedeli, dispensando arie di poesie e Tanchi del Murazzo come omaggio alla città che forse è l'unica non di provincia davvero sua.

La folla sotto si muove, saranno 300, anzi, 400, 500, mille, un milione, i corpi torvi che non hanno controllo di membra, ma si muovono come un tutt'uno, come ali del Grande Tacchino, inseguendo l'Ultimo Amore, ondeggiando sulle ginocchia tutti uguale.

All'Una e Trentacinque circa Vinicio è ancora in piedi, la giacca bianca ricamata, le mani al cielo, a mandare la sua benedizione-strenna di Natale, mentre Wonder mostra Meraviglia tatuata anche sulle chiappe, e dal palco Giancarlo accompagna Chinaski nelle letture dei giorni più duri, che scolorano sempre come i ricordi al bar.

E dalla volta del cielo dove un giorno erano stipate pescherecci ordinati, cadono lustrini rossi dappertutto.

E buonanotte.