Participate Translate Blank profile picture
Image for Vienna e la cannabis: coltivi, basta che non consumi!

Vienna e la cannabis: coltivi, basta che non consumi!

Published on

Story by

Webflam

Translation by:

Default profile picture Giulia Frattini

societàPolitica

Vienna conta un "Head shop"  ogni 100.000 abitanti: rifornimenti più che sufficienti per gli amanti della cannabis. Anche perché questi negozietti sono ben situati e funzionano in piena legalità. Il consumo di marijuana è ormai parte dei costumi locali.

Per assicurare un migliore controllo della qualità e fermare l'attività degli trafficanti, molti dei viennesi incontrati chiedono la legalizzazione completa della cannabis.

16 minuti esatti e non uno di più! Appena sbarcherete all’areoporto di Vienna, il CAT, ovvero il "City Airport Train", vi porterà in pieno centro senza la minima difficoltà. Altrettanto facilmente, tutti i turisti che visitano la Mariahilfer Strasse, la più grande arteria commerciale della città, si troveranno senza riserve faccia a faccia con il "CityGrow". All’interno di questa supermercato di 400 mq nel cuore stesso della capitale austriaca, ci si imbatte nel più grande negozio di coltivazioni di cannabis. Impressionante. Ma tutta un’altra sorpresa vi attende nel sud della periferia viennese. Infatti, con i suoi 200 mq, il gigantesco deposito "City Grow" si presenta, in tutta legalità, come il più grande "centro per la coltivazione" del continente europeo.

Il più grande negozio di piante di marijuana

L’atmosfera è servita. Benvenuti nei locali della società “Bushplanet”. Insediatasi a Vienna nel 1997 da più di 14 anni, questa società propone ai suoi clienti l’attrezzatura completa per gli amanti della cannabis. Cassette, dispositivi elettrici, lampadine ad alto e basso consumo, riflettori, regolatori e sistemi d’illuminazione, pellicole riflettenti, ventilatori, filtri a carbone attivo, silenziatori, neutralizzatori d’odore, umidificatori, serre, vasi, impianti d’irragazione, accessori per il giardinaggio, tagliaerba, compost, sostanze nutrienti, additivi, concimi, il tutto raccolto in un catalogo di 55 pagine. Si tratta di moderne atrezzature, certo, ma non di droga. Non bisogna cadere in errore, Vienna non si è improvvisamente trasformata nella nuova Amsterdam. Non confondiamo i famosi coffee shop olandesi con le Head&Growshop austriache. Da Bushplanet troverete tutto il necessario, comprese le piante di cannabis, ma non troverete i fiori, ed è tutta lì la differenza. “In Austria, se avete intenzione di produrre della droga, è assolutamente illegale”, afferma di colpo uno dei dipendenti. "Ma se siete in possesso di qualche pianta a casa vostra e siete in grado di spiegarne il perché, tutto andrà a posto. Trovare un buon motivo, in regola con le leggi austriache, non sarà così semplice, ma il fatto di possedere delle piante a casa vostra non ha nulla di illegale. Se potete provare al giudice che possedete queste piante senza avere l’intenzione di produrne droga non dovete preoccuparvi".

Cannabis in giardino

Mais la drogue en tant que telle est interdite à la venteA Vienna esistono una ventina di negozi di questo tipo in tutta la città. In questa capitale di 2 milioni d’abitanti, anche questo mercato è in via di saturazione. “Al giorno d’oggi se volete avviare i vostri affari, secondo il nostro interlocutore, è indispensabile essere creativi. Per differenziarsi, occorre fare sforzi ed essere coraggiosi. Mettere in piedi questo genere d’imprese non è una cosa alla portata del primo arrivato”. E i rapporti con le forze dell’ordine? “All’inizio, la polizia ci faceva molte domande: controlli frequenti, distruzione di piante, casi giudiziari, ma in realtà non c’erano prove evidenti. Al momento, collaboriamo in modo più efficiente. Hanno capito che le nostre attività non sono illegali e abbiamo dimostrato loro che siamo una società responsabile. Prendiamo l’esempio della “Spice”, un tipo di cannabis sintetica. Qualche anno fa, ci siamo rifiutati di vendere questo prodotto e molti dei nostri clienti non hanno capito questo dietrofront, ma poi il tempo ci ha dato ragione, perché oggi questo prodotto è diventato illegale. Noi non siamo qui solo per fare soldi, c’è una vera riflessione dietro alle nostre attività. I nostri affari continuano a prosperare a patto che non esageriamo”.

Consideriamo che oggi i viennesi hanno a portata di mano tutte le attrezzature necessarie per far crescere le loro piante di cannabis. Ora, due domande mi vengono in mente. E’ facile trovare cannabis sulla strada? Possiamo stendere un profilo del consumatore medio di marijuana? La risposta a quest’ultima domanda arriva senza tardare. “Da quando lavoro per Bushplanet vi posso assicurare che è ancora più complicato per me fare il ritratto del consumatore tipico di cannabis”, ammette un altro venditore ventenne abbozzando un leggero sorriso. “Con nostro grande stupore, sono venute recentemente tre nonne che volevano coltivare delle piante di cannabis nel loro giardino e sul loro balcone. Erano molto interessate ai nostri prodotti e non mi hanno mai dato l’impressione che stessero facendo commissioni al posto dei loro nipoti. Può essere che  facessero parte del movimento hippie negli anni sessanta? Non lo so, ma perché no?Nei nostri negozi riceviamo molto spesso uomini d’affari. I nostri clienti non sono spacciatori, ma semplici consumatori che producono e controllano il loro consumo personale”.

Legalizzazione? Non ancora...

Ma la vendita della droga è proibita.Tutti i nostri interlocutori finiscono per difendere all’unisono e senza clamore la piena legalizzazione della marijuana. All’inizio si dovrebbe partire con un po’ più di libertà, senza tuttavia temere un aumento del consumo che, secondo loro, finirebbe comunque per stabilizzarsi nel corso del tempo; inoltre, la legalizzazione della cannabis porterebbe alla possibilità di controllare legalmente la qualità della marijuana in circolazione e soprattutto di mettere la parola fine a tutto il traffico che ruota intorno alla cannabis. “Attualmente la situazione permette a un piccolo gruppo di persone o a delle società di arricchirsi”, affermano le diverse persone intervistate. Così come per le forze dell’ordine, anche per i trafficanti, l’autorizzazione totale della cannabis porterebbe a delle enormi perdite finanziarie. Ecco perché sfortunatamente, negli anni a venire non vedremo evolvere le leggi austriache, così come nemmeno quelle europee.

Questo articolo fa parte del progetto Green Europe on the ground 2010-2011, una serie di reportage realizzati da cafebabel.com sullo sviluppo sostenibile. Per saperne di più su clicca su Green Europe on the ground.

Foto:  San Diego Shooter/flickr Testo: © Frédéric Lambert

Story by

Translated from Vienne, cannabis et légalisation : dans les faits c'est déjà fait