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Tënk: lunga vita ai documentari d'autore

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Translation by:

Mafalda Morelli

Creative

La TV non trasmette abbastanza documentari perché nessuno li trova interessanti, oppure nessuno li guarda perché non sono disponibili da nessuna parte? Una domanda retorica che ci ha condotto a discutere con Hugo Massa, responsabile della comunicazione di Tënk, la nuova piattaforma che vuole rivoluzionare il mondo dell'audiovisivo. 

cafébabel: Qual è l'ultimo documentario che hai visto?

Hugo Massa: Arena of life, un cortometraggio di 20 minuti sul circo, realizzato da un regista polacco di nome Bogdan Dziworski, molto produttivo negli anni '70 e '80. Girava cortometraggi in modo molto particolare, portando particolare attenzione al comparto sonoro. Cercava di esplorare il meglio del mondo dello spettacolo e dello sport. 

cafébabel: Su Tënk affermate che i documentari mostrano la realtà, rivendicano la soggettività dell'espressione e ci invitano a pensare. Pensi che il cinema possa renderci più liberi?

Hugo Massa: Sì, in ogni caso più liberi di pensare. Lo scopo è di aprire nuove opportunità, allo stesso tempo sull'esperienza umana e sul modo di raccontare, poiché a furia di formattare, comprimere e uniformare le esperienze, si riduce il campo del possibile. È a questo che servono la letteratura e la musica. Sfortunatamente, l'immagine in movimento, che sia per la TV o per il cinema, è talmente associata alla grande industria, che non è rimasto molto spazio per le esperienze diciamo… alternative.

cafébabel: Quella che propone Tënk rappresenta quindi l'alternativa? 

Hugo Massa : Stiamo davvero agendo in direzione contraria rispetto a ciò che propone la TV. Essa si basa su immagini, dati e statistiche per proporre dei film che piaceranno al pubblico. Così, se la TV propone un programma, è perché fin dall'inizio si sa che una gran parte della popolazione lo guarderà. Quello che noi cerchiamo di fare invece è proporre dei film inaspettati, allo stesso tempo impegnativi per quanto riguarda forma e contenuto. Film insoliti, che a volte possono disturbare gli spettatori. E che voi potete apprezzare o no.

cafébabel: La TV non trasmette abbastanza documentari perché nessuno li trova interessanti, oppure nessuno li guarda perché non sono disponibili da nessuna parte? 

Hugo Massa : Ah… è la solita domanda dell'uovo e della gallina. In Francia, negli anni '80 e '90, la televisione pubblica ha fortemente sostenuto il documentario artistico. In quel periodo si correvano un po' più rischi per quanto riguarda la forma. Oggi esistono molti più canali che si fanno concorrenza, ed hanno finito per rendere il documentario un format unico. Per esempio su ARTE (un canale televisivo franco-tedesco, n.d.r.) un documentario deve durare 52 minuti, o 26. Ad un minuto ben preciso deve succedere qualcosa. Si sente il bisogno di una voce fuori dal coro… 

cafébabel: A chi dare la colpa allora?

Hugo Massa : Non so se dovremmo cercare un responsabile a tutti i costi. Quello che però è certo è che la TV è una forma di mass media con uno scarso numero di voci emittenti. Nonostante ciò tuttavia cerca di piacere a tutti. Abbiamo la fortuna di essere nell'era "numerica", in cui tutto è molto più frammentato e in cui abbiamo la possibilità di rivolgerci a particolari gruppi ristretti. Sappiamo che Tënk può funzionare in questo modo. Se tra un anno e mezzo avremo 10.000 abbonati, vorrà dire che disporremo di un modello efficiente. Questo è il nostro obiettivo. Per il momento siamo quasi a 1.800.

cafébabel: È vero che avete iniziato con una campagna di crowdfunding?

Hugo Massa : In parte sì. In pratica è iniziato tutto nel paese di Lussas (in Ardeche, un dipartimento francese, n.d.r.), dove abitiamo e dove, negli ultimi 30 anni, si è costruita una imponente rete grazie al festival annuale che vi si tiene, Les États généraux du film documentaire (Gli Stati generali del film documentario, n.d.t.). L’idea è nata proprio da questo evento, e poi si è trasformata in progetto per finalmente sfociare in una campagna di crowdfunding. È stata una buona idea per ottenere fondi, ma anche per conquistare credibilità. In questo modo siamo riusciti a raccogliere 36.000 euro (su un obiettivo iniziale di 20.000, n.d.r.).

cafébabel: Avete scelto di rimanere a Lussas, un piccolo villaggio di 1.000 abitanti. Perché?

Hugo Massa : Jean Marie Barbe, (presidente di Tënk e responsabile editoriale, n.d.r.), dopo aver stuadiato a Grenoble, negli anni '70 si rifiutò di andare in una grande città. Una vera e propria scelta di vita, che in qualche modo dimostra come non siamo obbligati ad abitare nelle grandi metropoli per riflettere, e che possiamo benissimo organizzarci su un piccolo territorio. Avere tempo da dedicarsi, per fondare una famiglia, per incontrare gli amici, per godersi la natura...

cafébabel: Quasi un sogno?

Hugo Massa : Non voglio idealizzarlo, perché c'è molto lavoro da fare qui, ma il contesto di vita è importante. 

cafébabel: Tënk è disponibile in Francia, in Belgio, in Svizzera e  in Lussemburgo. Avete considerato l'idea di essere presenti in altri paesi europei? 

Hugo Massa : Sì certo, ma poiché siamo obbligati a negoziare i diritti per il momento lavoriamo unicamente con l'Europa francofone. Per noi è una prima fase, perché il nostro obiettivo è trasmettere i nostri documentari in tutt'Europa.

cafébabel: I documentari proposti non parlano solo della Francia, vero?

Hugo Massa : I film vengono da ogni parte del mondo. Tutti i documentari sui Paesi in via di sviluppo che trasmettiamo sono realizzati da persone che vengono da queste regioni del mondo.  Cerchiamo di valorizzare i lavori di questa gente, grazie soprattutto al lavoro dell'associazione Lumières du monde (Luci del mondo, n.d.t.).

cafébabel: Tënk mira a favorizzare una certa forma di cultura?

Hugo Massa : Personalmente, penso sia imperativo consumare determinate forme di cultura. I grandi libri, i grandi autori, i programmi di cui parlano tutti, vanno bene ma non bastano. In realtà, il problema non è che non diamo abbastanza spazio alla cultura, ma che ne esiste una sola forma. È per questo che abbiamo avviato l'iniziativa, per diversificare l'offerta. In questo modo, evitiamo che tutti dicano la stessa cosa, guardino la stessa cosa, ecc. Vogliamo che gli spettatori conoscano il modo di vedere di qualcun altro.

cafébabel: Pensi che si possa cambiare il mondo con i documentari?

Hugo Massa : È in corso una battaglia culturale per far vedere le cose in modo diverso, per avvicinarsi il più possibile alla realtà. Esiste una proporzione di tempo, che si allontana dall'istantaneo. Produciamo film per uno, due, tre anni. Per noi, gli autori non sono semplici veicoli d'informazione, ma cerchiamo di creare una relazione che ci conduca a creare cose a lungo termine. Nel complesso sì, sono elementi che contribuiscono a cambiare una parte del mondo. E poi dopo vedremo se possiamo cambiare il resto.

cafébabel: A proposito, cosa significa Tënk ?

Hugo Massa : È una parola wolof (lingua parlata in Senegal e Gambia, n.d.r.) che vuol dire "esponimi il tuo pensiero", ma in modo conciso. In parole povere, si tratta del messaggio che hai in mente. 

Il trailer di Tënk (2016)

Story by

Ana Valiente

Spanish freelance journalist based in Madrid. Currently exploring the boundless world of documentary filmmaking.

Translated from TËNK : les documentaires conçus pour durer