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Sziget Festival, il mondo dentro un'isola

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CulturaFirenze

È uno dei festival musicali più conosciuti al mondo. I ragazzi di tutta Europa, prima o poi, sentono parlare dello Sziget, e a loro volta contribuiscono a creare e realizzare questo sogno collettivo: andare almeno una volta sull'isola di Obuda. A quello che è un evento pieno di musica, attività ludiche e culturali, e allegria. Tanta allegria... (Fotogallery)

«Ma cosa significa esattamente Sziget?». Con questa semplice e banale domanda, rivolta alla mia collega ungherese Rebeka, è iniziata la mia avventura allo Sziget Festival 2015, che come sempre, da 23 anni, si svolge durante la settimana di Ferragosto sull'isola di Obuda, laddove il Danubio inizia a tagliare in due la splendida capitale ungherese. La risposta era proprio lì, sotto ai miei piedi che ad ogni passo sollevavano una montagna di polvere che si mescolava all'aria afosa. "Isola!". Semplice, diretto ed efficace, tuttavia allo stesso tempo pieno di sorpresa e di sfumature nuove. 

Siamo abituati, infatti, ad avere un'accezione non del tutto positiva del concetto di "isola". O meglio: ad averla tale solo per un paio di mesi all'anno, quelli della calura estiva, quando sogniamo di poterci ritrovare su una spiaggia tropicale, lontano dai ritmi di vita in cui siamo stritolati. Altrimenti la parola "isola" è legata ad un qualcosa di chiuso, circoscritto e scisso da ciò che avviene al di là dell'acqua. Spesso le persone che vivono sulle isole sono accomunate dal fatto di avere una mentalità non esattamente aperta e dal profondo radicamento al proprio territorio. 

Tuttavia, se vi è capitato o vi capiterà di andare allo Sziget, vi accorgerete di come lì queste caratteristiche si capovolgano, e di come l'"isola" possa assumere un significato nuovo, che prende forma in fiumi di persone di tutte le età e tutte le condizioni sociali, provenienti letteralmente da tutti i Paesi del mondo. Una lingua di terra dove, per una settimana, le differenze si mescolano per dar vita ad un coacervo di individui. Avvolti da un'ondata di positività di spirito di fratellanza, si gettano alla scoperta di quella che, per certi aspetti, è definita la Woodstock dei tempi moderni

Benvenuti allo Sziget

Tra concerti di tutti i tipi (che spaziano dalla musica classica alla techno così che ognuno possa seguire il proprio gusto), workshop, mostre, spettacoli teatrali e circensi e l'interazione tra pubblico ed artisti, incontrare nuove persone e relazionarsi con loro diventa incredibilmente facile, a dispetto delle difficoltà che le cronache portano alla ribalta tra immigrazione e tensioni sociali. Sotto ai palchi non era difficile scorgere vicine le bandiere di Paesi non molto amici tra loro (se non in conflitto, aperto o latente che sia) impugnate da ragazzi dalle rispettive nazionalità: trascorrere l'intera serata festa ed armonia era l'unica loro preoccupazione. Un'immagine che fa riflettere su quanto la musica ed eventi di questo genere possano favorire l'incontro, il confronto e l'integrazione tra i popoli.

Tra le corse ai concerti e le difficoltà ad organizzare le giornate (a causa della sovrabbondanza di attività in cui si è trascinati), ciò che più mi ha impressionato è stata questa strana atmosfera, tanto difficile da descrivere quanto piacevole da vivere. In più la presenza di star internazionali, da Robbie Williams ad Avicii, dai Gogol Bordello ai Florence + The Machine e dai Dropkick Murphy's ai Limp Bizkit, non può far altro che rendere il tutto ancora più bello ed emozionante. La varietà musicale che offre questo festival è incredibile ed è impossibile che qualcuno arrivi alla fine della giornata senza aver vissuto ore di allegria e divertimento. 

In questa fotogallery (che sotto potete sfogliare integralmente) ho cercato di trasmettere entrambi gli aspetti del festival: il lato sociale e quello musicale, per cercare di spiegare l'origine del mix speciale che caratterizza lo Sziget.

Creato con flickr slideshow.