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Studiare cinema in Polonia, sulle orme di Polanski

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Cultura

La Scuola Nazionale di Cinema, Teatro e Televisione di Łódź è una delle più prestigiose, e più difficili, al mondo. Tra i suoi allievi Polanski e Kieślowski.

Dara è stanca: ha passato la giornata cercando una location per il suo film del semestre. Ora ha trovato un alloggio con un grande bagno, per girare la storia di un amore tra teenager. A un mese dall'inizio delle riprese, deve ancora rielaborare tutta la sceneggiatura. La giovane 21enne arriva da New York, ed è Łódź da tre anni per studiare regia.

La scuola di cinema, dal nome altisonante Państwowa Wyźsza Szkoła Filmowa, Telewizyjna i Teatralna (Scuola Nazionale di Cinema, Teatro e Televisione) non è una scelta scontata per uno studente: a Łódź, nel centro della Polonia e seconda città del Paese per estensione, il tempo sembra essersi fermato dopo il crollo del Muro di Berlino. Gli edifici decadenti, le strade dissestate e gli stabilimenti abbandonati, simbolo architettonico cittadino dell'industria tessile del passato, danno alla città un aspetto desolato.

Nonostante questo è l'anima dello sviluppo del cinema polacco, e ha attirato alcuni tra i maggiori cineasti del Paese: nel 1954 Roman Polanski sedeva sui larghi scalini della sala di proiezione. Anche Krzysztof Kieślowski, registra della trilogia Tre colori, studiò a Łódź negli anni Sessanta. Un successo particolare lo hanno avuto i cameraman. Ai loro nomi, in genere dimenticati rapidamente, si rende onore sulla Piotrkowska – unica via ristrutturata della città - con una ”Walk of Fame”: Piotr Sobocinski (Tre colori: rosso), Pawel Edelmann (nomination agli oscar per Il pianista) o Sławomir Idziak (nomination agli oscar per Black Hawk Down) sono qui immortalati con una stella.

Soprattutto stress

Dara non ricorda con esattezza come ha passato il temuto esame di ammissione. «Ho estratto da un cappello un biglietto con la scritta “INSANE” (folle). A partire da questa parola dovevo creare una storia. Il tutto sotto lo sguardo di una fila di professori con la sigaretta accesa. Solo dopo il vero e proprio esame di ammissione.

Inoltre, tutti gli studenti stranieri devono seguire per un anno un corso di polacco. Jan Wagner, studente tedesco, conosce lo stress del primo anno: «Non soltanto bisogna imparare questa lingua incredibilmente complicata, ma anche seguire i corsi di base in tutte le materie e in più girare i propri film. Una valutazione negativa di un proprio lavoro può determinare la mancata riammissione di uno studente». Queste preoccupazioni sono condivise da tutti: «La concorrenza crea pressione, che per qualcuno può essere molto produttiva, ma per altri è insuperabile. Io sono un insicuro di indole, ma con questi ritmi non resta tempo per l'insicurezza».

Tutto in 35 mm

Il piccolo campus con l'archivio impolverato, dove i rulli di pellicola sono impilati fino al soffitto, sembra richiamare i tempi passati. Ma la ricchezza di questa scuola sono gli studenti internazionali, che arrivano in Polonia dal Giappone, da New York e dalla Svezia. Leszek Dawid, ex-studente di regia e ora docente, spiega che la scuola offre moltissimi vantaggi. Per quanto riguarda il materiale e la produzione si usano solo prodotti di prima qualità: tutti i film e gli esercizi di ripresa sono girati su pellicola da 35 mm, per stimolare la scrupolosità degli studenti nei confronti del proprio lavoro. A questo si deve aggiungere l'assistenza individuale e la crescita personale degli studenti, che sono iscritte anche nello statuto della scuola. Per Leszek Dawid questo significa tirare fuori da ognuno la sua storia personale. Alla domanda, se si senta una sorta di terapeuta, nega ridendo: «No, non cerco di salvare gli studenti. Insegno soltanto il mestiere del cinema, attraverso il quale possono raccontare le loro storie».

Łódź , con il fascino della sua storia, che porta i vistosi segni del Comunismo, offre scenari intriganti. L'imponente panorama geometrico di prefabbricati e stabilimenti deserti è l’ambiente perfetto per raccontare di primi amori, di giovani disoccupati e di obiettori di coscienza tedeschi. Kazimierz Karabasz, regista di documentari e professore alla scuola di cinema, insegna ai suoi studenti a prestare un'attenzione particolare all'ambiente e ai suoi abitanti. La realtà quotidiana, osservata attraverso una telecamera, può svelare protagonisti impensati.

Dara beve un bicchiere di vino. Nonostante lo stress, la stanchezza e il lavoro di ripresa, cerca di mantenere la calma.«Ora ho una corazza più spessa e ho imparato ad adattarmi e ad avere a che fare con la gente. Studiare a Łódź è un'esperienza utile per la vita».

Translated from Keine Zeit für Selbstzweifel