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Slovacchia e Ungheria: la storia in un solo libro

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Marco Riciputi

Cultura

Il primo ministro Slovacco Robert Fico e il suo collega ungherese Ferenc Gyurcsany propongono un manuale di storia comune. Ma non mancano le polemiche.

Un testo di storia comune per Francia e Germania, ex nemici e belligeranti. Questa l'idea lanciata nel 1951 durante la prima conferenza franco-tedesca sul ruolo della storia. A quella proposta, realizzata solo nel maggio 2006, ungheresi e slovacchi si sono ispirati per creare il loro manuale di storia comune. Sono occorsi tre anni per pubblicare la versione finale che copre il periodo che corre dal 1945 ai giorni nostri. Per quanto riguarda invece la fase che va dalla Rivoluzione industriale alla Seconda Guerra Mondiale vedrà la luce solo nel 2008. Sì perché si tratta degli anni più controversi tra i due Paesi.

«Parlare di ‘libro a quattro mani’ è fuorviante», ha dichiarato lo storico Attila Simon al settimanale ungherese di centro-destra Heti Válasz. «Meglio parlare di materiale complementare ai normali testi scolastici. Gli studenti slovacchi e ungheresi hanno bisogni diversi.» Si tratta di «un’idea già discussa ora riesumata per fini retorici da politici ungheresi, rumeni e slovacchi», critica l’esperto ungherese György Jakab.

Falsi storici

Relazioni storico-politiche: da sempre un fascio di nervi scoperti che toccano i miti fondanti dello Stato, l’idea di libertà, le guerre e le questioni territoriali. È alto il rischio di incomprensioni nei rapporti Ungheria-Slovacchia e Romania-Ungheria. Ma aggirare il problema affrontando solo le questioni meno controverse non è una soluzione auspicabile. Ad esempio, nel 1938 il primo arbitrato di Vienna diede all’Ungheria porzioni di territorio dell’odierna Slovacchia. Territori a suo tempo strappati da quest’ultima alla prima, durante il Trattato di Trianon del 1920 che smembrò l’allora Impero Austro-Ungarico. Per gli ungheresi l’arbitrato di Vienna rappresenta il “ritorno degli altipiani del Sud Europa all’Ungheria”. Per gli slovacchi è una “temporanea invasione ungherese e perdita della Slovacchia meridionale”. Due interpretazioni inconciliabili.

Inoltre entrambe le interpretazioni nazionali della storia vedono i confini come se avessero una qualche legittimità naturale rintracciabile nel tempo. Nei testi slovacchi si legge che il “Paese Slovacchia” esisteva già nel XVI secolo anche se politicamente è nato quattro secoli più tardi. Dal canto loro, gli storici ungheresi considerano questa interpretazione un falso storico.

(Foto Hansolo/ Flickr)

I testi di storia ungherese tendono, invece, a ridimensionare il ruolo dei personaggi non ungheresi. Inoltre si sminuisce la rilevanza degli anni vissuti sotto dominio straniero. Barna Abrahám, docente di storia all'Università Cattolica Pázmány Péter di Budapest, va al cuore del problema. «Un testo ungherese può considerare un lord proveniente dall’odierna regione slovacca di Liptvosky come un nobile ungherese. Anche se con molta probabilità costui parlava in latino o slovacco senza conoscere nemmeno l’ungherese!»

Sogni distanti

Sempre più ricercatori slovacchi e rumeni stanno visitando l’Archivio Nazionale di Ungheria e la Biblioteca Nazionale Széchényi. Quest'ultima era già al tempo dell’Impero Austro-Ungarico la biblioteca centrale del Paese. Una fonte storica introvabile a Bratislava e Bucarest.

Per molti ungheresi spendere soldi per un testo di storia in comune è uno spreco di risorse. Eppure alcune iniziative della società civile meritano attenzione. È il caso della Fondazione Terra Recognita di Budapest, creata da ricercatori ungheresi per promuovere una migliore comprensione tra i popoli dell’Europa centrale. Raccoglie attorno a sè una generazione di studiosi meglio orientata alla ricerca di basi comuni con i colleghi slovacchi.

Ma ciò non basta per evitare i malumori. «Il punto più controverso riguarda la discussione delle politiche a tutela delle minoranze. Gli storici slovacchi puntano il dito contro le leggi in vigore nell’Impero Austro-Ungarico, ma rifiutano di considerare quello che accadeva sotto la Cecoslovacchia», lamenta Csaba Zahorán, uno dei fondatori di Terra Recognita. Intanto, in Slovacchia spopola il libro dell’ungherese Ignác Romsics sul Trattato di Trianon, un tema ancora indigesto a molti suoi connazionali. Alcuni ritengono che il Trattato abbia ingiustamente trasferito territori ungheresi alla Slovacchia anche se, in realtà, nelle stesse aree ungheresi confinanti con gli altipiani della discordia, come la Transilvania del Sud, trovare un ungherese è un'impresa ardua.

UNA RIPASSATA ALLA STORIA: DATE E FATTI

1867: L'Impero Austro-Ungarico riuniva, tra l'altro, i territori corrispondenti alle attuali Austria, Ungheria e Slovacchia.

1920: Il Trattato di Trianon toglie all’Ungheria il 71% del territorio e il 66% della popolazione. La Slovacchia confluisce nella neo-nata Cecoslovacchia.

1938: Col Primo arbitrato di Vienna la Slovacchia del sud ritorna all’Ungheria.

1939: La Germania nazista invade la Cecoslovacchia.

1939: Nasce la Repubblica Slovacca.

1947: Col Trattato di Parigi l’Ungheria perde i territori acquisiti nel 1938 e 1941.

1949: Nasce la Repubblica Popolare di Ungheria.

1969: La Repubblica Socialista Ceca e la Repubblica Socialista Slovacca fondano la Cecoslovacchia.

1989: L’Ungheria diventa una democrazia.

1993: Dalla dissoluzione della Cecoslovacchia nascono la Repubblica di Slovacchia e la Repubblica Ceca.

Translated from Hungaro-Slovak history textbook: keep dreaming