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Repubblica Ceca: la generazione à la coque

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societàPolitica

La nuova generazione di destra ceca combatte la sua prima battaglia politica. Ma con uova, Facebook e quel che basta d’ideologia. Il risultato? Un agglomerato ideologico fatto di anticomunismo, liberismo, sostegno al Tibet, ma anche a Israele e… un immenso spreco di omelette.

Che un politico sia pubblicamente contestato è cosa normale. Non sono rare le manifestazioni di studenti contro i governi di Sarkozy, Berlusconi o Karamanlis.In Repubblica Ceca i giovani si erano finora dimostrati assai poco politicizzati: in piazza Venceslao alla manifestazione contro la guerra in Iraq, ad esempio, si erano viste meno di 1.500 persone.

Giovani di destra, neo liberali, pro Tibet e Israele

Foto: Matteo De SimoneMa l’asprezza dello scontro politico durante la campagna elettorale ha innescato una crescente tensione sociale, sconosciuta finora al Paese. E così raffiche di uova, hanno iniziato a cadere sul partito d’opposizione socialdemocratico (Čssd), in primis sul suo segretario Jiři Paroubek, accusato di arroganza e populismo. Caratteristiche che certo non mancano nemmeno al super-mediatico Ods (il partito conservatore di maggioranza), al quale, però, vengono perdonate, anche quando all’ex Premier Mirek Topolanek sfuggono medi sollevati o quando, nei poster elettorali, dipinge il proprio avversario come “brutto e cattivo”. Due settimane fa il primo “lancio” ha scatenato una vera e propria moda, presto dilagata su Facebook, il cui gruppo ha raggiunto l’impressionante cifra di 52mila membri. Sono giovani comuni, apparentemente eterogenei: dai rasta con felpe larghe, ai teenager che immortalano la loro performance con il telefonino, ai membri del “blue team” dell’Ods. Si dichiarano di destra, anticomunisti e (neo)liberali, sostengono il Tibet ma anche Israele, molti filoamericani e quasi tutti a favore dell’introduzione delle tasse universitarie e sanitarie proposte dall’Ods, ma soprattutto odiano la sinistra: sono la generazione under 25 ceca. Pochi si interessano di politica, non hanno vissuto il comunismo e tendono a semplificare: “socialdemocratici = comunisti”, si legge su qualche striscione. «Non conoscono la storia del 1989; il ’68 neanche a parlarne», dicono Jan e Robert, l’uno membro dei Giovani Socialdemocratici, l’altro elettore Ods, ma Foto: Matteo De Simoneentrambi contrari a queste «azioni violente e adrenaliniche». Ad un giovane tedesco, italiano, francese o spagnolo che scende in piazza per opposte ragioni, tutto questo può sembrare strano. Ma in un Paese dove la retorica anticomunista è d’effetto e la rielaborazione storica ancora lontana, è normale che si confonda la Rivoluzione di velluto con il capitalismo laissez-faire ricalcato dall’Occidente.

Il momento più critico si è visto a Praga il 27 maggio, quando il discorsi del Čssd sono stati ripetutamente interrotti da centinaia di uova e urla. Critiche sono piovute da ogni schieramento politico e i giovani tiratori hanno chiuso la campagna con lo striscione “lasciamo le uova e andiamo a votare”… per la destra, che intanto festeggia con omelette.