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PIIGS: perchè l'Unione non è un mattatoio

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Cultura

Cosa è successo realmente dopo la crisi del 2008 in Europa? Quali sono state le conseguenze delle politiche dell'Unione sui paesi che si affacciano sul Mediterraneo? Tre registi italiani provano a rispondere a queste domande raccontando delle verità non convenzionali.

PIIGS – O come ho imparato a preoccuparmi e a combattere l’austerity è il documentario indipendente dei tre registi italiani Adriano Cutraro, Federico Greco e Mirko Melchiorre, in uscita nelle sale il prossimo 27 aprile.

Il titolo accattivante e provocatorio al tempo stesso, fa riferimento alla situazione dei paesi europei più sofferenti dopo la crisi del 2008 (PIIGS è l’acronimo di Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna). L'acronimo è dispregiativo, richiama volutamente la parola inglese "pigs", maiali, perchè sta a sottolineare quanto questi paesi europei siano in realtà i meno virtuosi dell'Unione e siano essi stessi a recar danno all'intero sistema.

“Abbiamo girato questo documentario che ci ha impegnati anima e corpo per più di 5 anni – racconta Federico - per veicolare un messaggio importante: esiste un sistema diverso di far politica, un sistema che sia incentrato sull’economia reale che non scenda a compromessi con le lobby e con le grandi banche di investimenti. Sta solo a noi renderci conto che è possibile cambiare rotta”. La pellicola è una vera e propria sfida al pensiero economico dominante in Europa; c'è chi lotta e chi si impegna civilmente per mostrare che un'Europa diversa esiste e viene descritta nel documentario attraverso interviste ed immagini che testimoniano le difficoltà che normali cittadini europei si trovano ad affrontare quotidianamente. 

Il progetto ha visto la partecipazione di nomi illustri in campo economico e letterario: a partire dal filosofo e linguista Noam Chomsky, all’ex ministro greco della finanza Varoufakis, a Stephanie Kelton consulente economico di Bernie Sanders, fino ad arrivare allo scrittore italiano Erri De Luca.

Ma il documentario coinvolge anche attori minori, quali i lavoratori della piccola (ma grande) Cooperativa Sociale di Monterotondo (RM) che si occupa della tutela e dell’inserimento lavorativo di persone affette da disabilità. "Abbiamo scelto una realtà che potesse essere universale - specificano i registi-  perché l'esperienza della Cooperativa Il Pungiglione accomuna molte altre realtà in giro per l'Europa. Il cinema è un mezzo di comunicazione che unisce, anche il nostro documentario vorremmo facesse lo stesso".  La cooperativa rappresenta un virtuoso esempio nell’ambito dell’erogazione di servizi di welfare state, ben lontano dai giochi di potere delle mafie locali ma non sufficientemente supportata a livello finanziario: infatti, come molte altre aziende e associazioni europee, la Cooperativa Sociale di Monterotondo non è in grado di sostenersi da sola e nonostante abbia un fatturato annuo di due milioni d'euro, non riesce a districarsi fra i problemi di bilancio che la opprimono.

Con la crisi del 2008, infatti, i governi dei paesi che non rispettano i parametri di austerity dettati dall’Unione Europea (il rapporto debito/PIL non superiore al 60% ed il rapporto disavanzo pubblico/PIL inferiore al 3% annuo), sono costretti a tagliare i finanziamenti ai settori pubblici della sanità, dell’istruzione e dell’assistenza sociale, demandando tali servizi ad enti privati.

"Il documentario è una denuncia non convenzionale della malagestione amministrativa a livello europeo e nazionale – spiegano ancora i registi - Non è convenzionale perché si contrappone all’informazione offerta dai media tradizionali che spesso omettono le verità scomode al sistema”.

PIIGS è un viaggio nell’Europa delle contraddizioni, nell’Europa che vuole riparare ai danni arrecati all’economia reale, fatta di donne e di uomini che ogni giorno devono scontarsi con problemi finanziari ed occupazionali concreti e che spesso non riescono ad essere supportati adeguatamente da un apparato politico amministrativo che tuteli le proprie necessità.

“E’ davvero possibile che ci sia un legame così stretto tra i piani alti del potere economico e le piccole stanze dei problemi quotidiani? - racconta la voce narrante del film, Claudio Santamaria, David di Donatello 2016 per Lo chiamavano Jeeg Robot  - E’vero che siamo 100 cani in una stanza con soltanto 95 ossi? E chi decide che gli ossi devono essere 95 o 100?”. In un’Europa che viaggia a due velocità, la cultura gioca un ruolo importante; ed è proprio tramite un prodotto culturale “che esploda come una bomba mediatica” che i tre filmmakers  vogliono irrompere nel panorama europeo per svegliare le coscienze e per stimolare riflessioni e dibattiti.

Con un racconto spietato ed un montaggio frenetico, il docufilm PIIGS cerca di spiegare con un linguaggio semplice, ma quantomai brillante, quello che sta accadendo nella nostra economia e nelle nostre tasche, a nostra insaputa.

La crisi è un argomento attuale che interessa ed interesserà ciascuno di noi ancora per i prossimi anni a venire. Anche se non siamo in grado di fornire delle risposte immediate al superamento della stessa, non siamo impotenti, anzi potremmo lavorare congiuntamente per tentare di cercare delle soluzioni. Il documentario non offre delle risposte in termini di rimedi alla crisi, ma ciò sarebbe possibile tramite la ricerca e tramite la sensibilizzazione delle coscienze, magari creando una coesione identitaria fra paesi che soffrono delle stesse problematiche e applicando una medicina comune per risolvere i mali che affliggono i paesi del Mediterraneo: la cosiddetta "crescita sostenibile" che punterebbe non più al soddisfacimento delle misure di austerity, quanto alla cura del benessere del cittadino e dell'ambiente.

“Non ci sentiamo dei maiali e non vediamo l’ora di dimostrarlo”.