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"O brother where art thou?" L'ultimo assalto per salvare l'unione

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Politica

Camminare per le vie di Edimburgo in questa prima metà di settembre ha il suo doppio fascino. Le giornate sono ancora lunghe e soleggiate e sulle finestre dei grigi palazzi vittoriani le scritte "YES" dai colori sgargianti aumentano giorno dopo giorno. Ad una manciata di giorni dal referendum sull'indipendenza dalla corona inglese gli scozzesi si ritrovano divisi.

Che non andassero d'accordo con gli inglesi era fatto risaputo, ma vederli addirittura scissi su un tema comune non è cosa da tutti i giorni.  Nell'autunno del 2o12, Alex Salmond, primo ministro di Scozia e leader del SNP (Scottish National Party) strappava al premier David Cameron, la firma sull'atto che sanciva l'inizio delle consultazioni per il referendum sopracitato. A meno di due anni da quell'evento dalla portata storica, lo stesso Cameron se ne stava beato in vacanza in Portogallo mentre Alistair Darling, segretario dei laburisti oltre il Vallo di Adriano e potente avvocato nella capitale scozzese, veniva mandato all'assalto dei secessionisti con la propria armata chiamata "Better Together". 

Il primo scontro andato in onda andato su STV aveva visto, nel suo momento topico, il primo ministro alle prese con qualche timida risposta riguardo l'uso della sterlina. Una domanda, tante incertezze. Sterlina o Euro o nuova valuta fluttuante? I sondaggi fatti dai principali quotidiani con sede a Londra, davano agli indipendentisti risultati ancora modesti, mai oltre il 39% e hanno ripetutamente cercato di mettere in guardia gli elettori riguardo i pericoli finaziari di un eventuale indipendenza. Però c'è qualcosa che i maggiori canali di informazione non avevano calcolato.

Il voto dei giovani e il web 

Una generazione a un bivio

Questo referendum è stato aperto a tutti i maggiori di 16 anni, anche a coloro che non sono cittadini scozzesi e che per motivi di studio o lavoro risiedono in Scozia. Masse di giovani che i giornali, quelli di carta, non li legge più e piuttosto va a cercare le notizie altrove. Siti web e blog come Wings Over Scotland o Bella Caledonia solo per citarne alcuni. Analisi dettagliate, commenti e satira in supporto degli YES VOTE. La macchina della controinformazione che si muove sotto la spessa cortina dei media ufficiali. A distanza di poche settimane i due contendenti si sono ritrovati per un secondo dibattito che questa volta è andato in onda sulla BBC e ha visto un Salmond piuttosto in forma ribattere a qualsiasi quesito con una certa sicurezza e voce suadente. Il povero Darling al contrario è stato messo alle strette da una signora in platea che lo accusava di essere fra i primi "criminali" favorevoli alla privatizzazione della NHS, l'azienda sanitaria pubblica. Nessuna grande sorpresa poi se il giorno dopo è iniziato la salita. 

Da quel momento ilha guadagnato voti sino a insidiare il vantaggio del no. D'altronde potremmo rimanere a parlare di politica e finanza e giacimenti di petrolio sommersi nel mar del nord per ore ma guai ad attaccare le aziende pubbliche. La NHS ad esempio è una vera e propria istituzione sociale. Dalle parti di Londra non rimangono che poche speranze e un piccolo esempio. Nel 1995 il Quebec esigeva autonomia dal resto del Canada. A pochi giorni dal referendum il vantaggio del sì era netto e solo un apertura in extremis del Governo alle richieste dei secessionisti ristabilì lo status quo. Il no vinse 50,6% contro 49,2%. Un margine esiguo. Vedremo la storia ripetersi? Qualcuno ha anche proposto di lasciare i pub aperti fino a tarda ora in occasione delle votazioni, proposta rifiutata per evitare disordini.

La signora attacca e Darling va nel pallone

Una gravidanza per rilanciare l'attaccamento (e la fedeltà) alla corona? 

L'aria si è fatta spessa e sono gli stessi scozzesi a vederci poco chiaro. Gli amanti della dietrologia d'oltremanica sostengono che l'ultima gravidanza in casa reale abbia il solo obbiettivo di rilanciare l'attaccamento al Regno. Le nuove generazioni si stanno affidando al sogno di Salmond e chi ha paura di fare il salto rimane saldo sulle proprie posizioni. Chi avrebbe mai potuto prevedere che le speranze di una nuova indipendenza, dopo secoli di battaglie e intrighi di corte, fossero riposte nello strumento democratico per eccellenza, il referendum? Senza un apertura da parte di Westminster che faccia chiarezza e senza dialogo fra i pro e contro unione, la strada per una nuova Scozia autonoma e sana economicamente diventa impervia e potrebbe lasciare strascichi nel lungo termine dei quali, certo, non sarà questa generazione di politici a doversene occupare.