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Milano si sveglia per le unioni civili

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Milano

Sabato 23 gennaio centinaia di persone sono scese in piazza della Scala a favore delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Una giornata di amore e soprattutto di civiltà

Il 23 gennaio migliaia di persone sono scese in piazza a Milano per dire ancora una volta sì alle unioni civili tra persone dello stesso sesso. La manifestazione è stata organizzata alla vigilia della discussione del decreto Cirinnà in Senato che è fissata per questa settimana e che porrebbe fine a un ritardo legislativo ormai insostenibile. In grandissima parte dell’Europa occidentale, infatti, le unioni civili sono in qualche modo riconosciute, mentre nei paesi dell’Est sono ancora illegali. L’Italia è l’unico paese dell’Europa centro-occidentale a far parte di questo secondo blocco. Meglio di noi ha fatto anche la Grecia che, lo scorso dicembre, ha approvato una legge che introduce le unioni civili tra persone dello stesso sesso, nonostante l'opposizione di alcuni partiti e della chiesa ortodossa.

Il progetto di legge in discussione prevede, tra le altre cose, l'iscrizione delle unioni civili nel registro comunale, l'estensione alle coppie omosessuali dell'adozione del figlio biologico di uno solo dei due (la cosiddetta stepchild adoption), l'estensione dell'applicazione degli articoli del codice civile, il riconoscimento alla coppia dei diritti di assistenza sanitaria e reversibilità della pensione e tutti i doveri previsti per le coppie sposate.

Se il decreto dovesse essere approvato nella sua nuova versione cambierebbe finalmente la condizione legale delle persone LGBT. Ed è quello che sperano migliaia di italiani e italiane che sono scesi in quasi cento piazze a cantare, ballare e a far trillare le loro sveglie affinché l’Italia “si svegli”.

Questo sarebbe senza dubbio un grande passo avanti nonostante le polemiche di chi, a sentir parlare della propria famiglia come di una "specifica formazione sociale" - così si legge nel testo del decreto - proprio non ci sta. Lo #svegliatiitalia ha infatti rappresentato per Arcigay (e tutte le altre associazioni che hanno organizzato la manifestazione) un grido di vittoria ma anche una sconfitta per una parità che sembra ancora lontana dal momento che il testo giunto in Aula non apre la strada al matrimonio egualitario e non fa alcun riferimento alla fecondazione assistita per coppie dello stesso sesso.

Creato con flickr slideshow.

A Milano i membri di Arcigay, ArciLesbica Zami, Agedo, Famiglie Arcobaleno, MIT (Movimento di Identità Transessuale) hanno conquistato piazza della Scala con un flash mob animato da danze, musica e parole insieme a centinaia di manifestanti di ogni età, sesso e credenza religiosa. 

«Non siamo qua per sostenere un disegno di legge ma per sostenere il principio di laicità su cui si costruisce uno stato libero,» ha dichiarato Fabio Pellegatta presidente di Arcigay Milano.

Intanto, venerdì sera, la facciata del Pirellone, sede storica della regione Lombardia, si è illuminata a giorno con una scritta a favore del “Family Day”. Una mossa imprudente che ha fatto arrabbiare molti e ha scatenato l’ironia della rete.