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Microsoft: il Titano nel mirino

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Ottavio Di Bella

Condannando Microsoft ad un multa record di 497,2 milioni di euro, il commissario Mario Monti si è fatto una bella pubblicità. La sfida adesso passa al gigante americano.

Attaccando la Microsoft, la Commissione europea si è guadagnata una marea di critiche, soprattutto negli Stati Uniti. Le misure della Commissione sono « assurde » secondo Bill Frist, leader della maggioranza repubblicana al Senato, « spiacevoli » per Hewitt Pasta, capo della divisione antitrust del dipartimento di giustizia.

Tuttavia, solo due anni fa, la Microsoft veniva perseguita per le stesse ragioni Oltreatlantico: « abusi assai gravi e continuati » contro le norme sulla concorrenza, tali da iscriversi « all’interno di una strategia più largamente concepita per escludere i concorrenti dal mercato », secondo le parole della Commissione. I giudici americani addirittura prospettavano anche l’ipotesi di obbligare il gigante dei software ad una scissione, una soluzione più radicale rispetto a quella adottata in Europa. Le accuse sono poi cadute in seguito ad un accordo concluso con l'amministrazione Bush.

Il « pantano » transatlantico

Un esempio da seguire? In una lettera aperta a Mario Monti, 10 rappresentanti americani affermano che dovrebbero essere gli Stati Uniti a decidere anzitutto quali misure prendere riguardo alle imprese americane. Ed in un documento congiunto, due di essi vanno ben oltre: « è necessario mantenere la competitività degli Stati Uniti. Questa decisione comporterà una barriera all’ingresso di società americane nel mercato europeo. L'Europa dovrebbe ritornare sulle sue posizioni ». E dunque la Microsoft diviene adesso il paladino dell'America?

Due concezioni della concorrenza

Peccato. Perché la vera questione è altrove. Probabilmente in una diversa filosofia della concorrenza. L'interesse del consumatore è in quel livello basso di prezzi che Microsoft afferma esser la sola a poter praticare? Oppure in un mercato concorrenziale diversificato? L'importo della multa è in fondo un dettaglio. 497,2 milioni di euro? Una goccia d’acqua per l’azienda di Bill Gâtes che ha riserve di capitali in contanti per 50 miliardi euro. E comunque, grazie al suo esercito di avvocati pronti a difendere la sua causa davanti alla Corte di Giustizia europea, non la pagherà certo prima di quattro o cinque anni. Le altre sanzioni sono un po’ più seccanti: l'obbligo entro 120 giorni di divulgare ai concorrenti le informazioni necessarie perchè i loro prodotti possano dialogare con Windows, incontenibile perché di fatto fornisce il suo software al 97% dei computer. E mettere in vendita, entro 90 giorni, due versioni di Windows in cui non dev’esser ricompreso il Media Player, il lettore multimediale integrato.

«Longhorn» il vero obiettivo

Un dettaglio? Non proprio. Perché questo significa attaccare un principio che ha fatto la fortuna di Microsoft e la morte dei suoi concorrenti: i contratti leganti. Non si vendono PC senza Windows, né Windows senza il Media Player, altimenti… occorre disistallarli, cosa che si traduce in un costo per il cliente! Tutto ciò permette all’azienda di imporre sul mercato assai facilmente i propri software applicativi. Attaccando Windows Media Player, la Commissione non si nasconde e inaugura una giurisprudenza che le permetterà di dare ascolto ai ricorsi che riguarderanno «longhorn», il Windows di nuova generazione previsto per il 2006, e la cui parola d’ordine sarà « integrazione » di tutti i software possibili… E, molto probabilmente, lo sbaraglio di tutta la concorrenza.

Translated from L’Europe s’attaque au Titan Microsoft