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"Merkel e Sarkozy trattano gli altri paesi come dei minorenni": parola di Habermas

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Story by

Lukas Ley

Translation by:

Francesca Mingoli

Cultura

Il filosofo tedesco Jürgen Habermas segue le tracce di "Indignatevi!" e pubblica un nuovo saggio sull'avvenire dell'Europa. Recensione di un libro che ha già fatto parlare di sé in Germania, e mette sotto accusa le insufficienti politiche di integrazione a livello europeo.

Non si tratta di una bella immagine per l’Europa: i politici sono in perenne conflitto fra loro, e allo stesso tempo il popolo mette in discussione l’esistenza dell’Ue. Da quando Bruxelles ha imposto drastiche misure restrittive, le manifestazioni ad Atene non hanno mai avuto tregua. Il filosofo tedesco Jürgen Habermas si è rivolto al pubblico con un saggio sulla costituzione dell’Europa. L’articolo è una sonora critica all’autocrazia della cancelliera Merkel e del presidente Sarkozy, ma allo stesso tempo nutre ancora qualche speranza per il futuro.

Ciò che molti ritengono impossibile, secondo Habermas, alla fine non è poi così complicato da realizzare: essere una nazione e al contempo paese membro dell’Unione Europea. Nel dettaglio, Habermas guarda alla legislazione dell’Europa e osserva che la ripartizione dei poteri dà ai paesi membri ampie opportunità di cogestione a livello europeo. Secondo Habermas l’unione dei paesi non è un’utopia o solo un desiderio dei padri fondatori. Già oggi i paesi membri non sono gli unici a essere determinanti nei cambiamenti in ambito legislativo, ma lo sono anche tutti i cittadini europei, i quali sono rappresentati nel Parlamento Europeo e nel Consiglio d’Europa.

Così si prevede che sarà la Costituzione. Quando in Germania si andrà a votare, anche l’Europa dovrà prendere parte ad alcune decisioni. Alla fine, quanto afferma l’esperto in questione, sembra essere stato dimenticato dai politici.

Un conflitto ancora superabile

Molti si pongono ancora la domanda: ciò che è bene per l’Europa lo è anche per me e il mio paese? Cosa succede se i paesi membri non sono d’accordo fra loro? Per esempio: può il bilancio positivo di uno stato sostenere, da solo, i paesi membri che versano in una situazione economica stagnante? Secondo Habermas qui si trova il conflitto, un conflitto ancora superabile.

Le leggi europee tutelano gli interessi dei cittadini dell’Unione a livello europeo e nazionale. “In una democrazia è normale che non sempre si condivida la stessa opinione. Soprattutto i tedeschi devono costantemente mettere sul piatto della bilancia sia gli interessi dello stato sia quello dei Länder. Si riuscirà ad abbattere le barriere anti-democratiche, tuttora presenti a livello europeo, solo quando riconosceremo la nostra identità di cittadini europei. Allora la nostra solidarietà in quanto cittadini europei potrebbe allargarsi ai membri delle altre nazioni”.

Una rete sconfinata di interconnessioni e una certa tolleranza a livello culturale hanno influito, secondo Habermas, sulla funzione della politica. Lo stato promuove il senso di lealtà e di appartenenza, che Habermas definisce persino come “forma vivente di un preesistente senso di giustizia”. Il filosofo vede la possibilità di uscire finalmente dall’ombra del nazionalsocialismo. I tedeschi possono essere solidali con l’Europa; ma come è difficile seguire questo consiglio in tempo di crisi! In un’intervista con il presidente francese, la cancelleria Angela Merkel ha commentato che l’Unione Europea è un “processo” in evoluzione. Già da tempo nessuno riesce più a immaginare cosa si intenda realmente con questo concetto: sembra ormai essere diventato solo un affare di soldi.

La particolarità del saggio di Habermas è il fatto che si esprima criticamente contro i comportamenti di entrambi i capi di stato: “Merkel e Sarkozy hanno stretto un patto poco chiaro e trattano gli altri paesi membri come se fossero minorenni.”

"Rifiuto populistico del progetto europeo"

Cosa possiamo imparare dal saggio di Habermas? Intanto, che è a tutt’oggi possibile, dal punto di vista costituzionale, essere un vero e proprio paese membro dell’Unione Europea. Ciò apre infinite possibilità per una cooperazione democratica! Il ruolo dell’opinione pubblica è diventato infatti, secondo Habermas, determinante. Egli auspica l’avvento di un nuovo Illuminismo: i cittadini devono sapere che i loro interessi sono ancorati alla costituzione dell'Unione. Il primo passo è fatto, ma poi è arrivato un “un rifiuto a sfondo populistico del progetto europeo". Perché i paesi membri esitano, come del resto anche i media, a volerci vedere come un’Europa unita?

Per questo il saggio di Habermas è diventato così popolare, come il testo polemico dello scrittore francese Stéphane Hessel "Indignatevi!", ma c'era da aspettarselo. Habermas, al quale spesso è attribuito uno stile piuttosto complicato, ha scritto un altro libro per esperti. E si smaschera da solo: da una parte compiange l’asimmetria tra la classe politica e la mancanza di partecipazione di molti paesi membri; d’altro canto la sua lingua elitaria non fa nulla per cambiare ciò.

Jürgen Habermas, "Sulla costituzione dell’Europa – un saggio” (ed Suhrkamp, 2011).

Foto di copertina: (cc) Helico/flickr

Story by

Translated from Jürgen Habermas über Europa: Vom "Ich" zum "Wir"