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Lo sport per disabili in cerca di visibilità a Rio 

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Mafalda Morelli

Domani, a Rio, si svolgerà la cerimonia d'apertura della quindicesima edizione delle Paralimpiadi. Dalla mediatizzazione ai mezzi a disposizione, attraverso le impressioni degli atleti e del pubblico, abbiamo cercato di saperne di più.

Quando iniziano le Paralimpiadi? Sono già iniziate? Domande alle quali il pubblico non può dare una risposta ovvia, e che confermano la mancanza di mediatizzazione e interesse che sussiste per la seconda competizione sportiva del mondo, in numero di partecipanti.

Tuttavia, le Paralimpiadi, che si svolgeranno dal 7 al 18 settembre a Rio de Janeiro, hanno fatto discutere di recente. In un primo momento, a causa delle somme astronomiche spese per organizzare le Olimpiadi, ci sono stati dubbi sull'organizzazione delle Paralimpiadi, poi finalemente confermata dalle autorità brasiliane. In seguito, la sospensione di tutta la delegazione russa per lo scandalo del doping di Stato, ha avuto conseguenze geopolitiche, con Vladimir Poutine che afferma che una simile decisione sia stata presa « senza alcuna giustizia, morale e umanità ».

«Oggi, siamo considerati veri sportivi.»

Nonostante tali peripezie, 4350 atleti provenienti da 176 paesi gareggeranno per più di dieci giorni; tra questi 29 appartengono alla delegazione belga. Al pari degli atleti validi, hanno atteso i Giochi per quattro anni e vogliono mostrare le loro performance sportive al mondo intero.  Ciò è possibile grazie all'aumento della mediatizzazione dello sport per disabili e delle Paralimpiadi, come confirma Ozek Kazimirowski, capomissione del Belgian Paralympic Committee. «Durante i giochi di Londra, l'attenzione mediatica per le Paralimpiadi e gli atleti è fortemente aumentata. Quest'anno, avremo la squadra della RTBF [Radio Televisione Belga Francofone] che sarà sul posto per seguire i Giochi. Ogni giorno si focalizzerà sugli atleti, soprattutto francofoni. Ci saranno trasmissioni, in diretta o in differita», afferma.

Rispetto alle Olimpiadi, le cui prove erano trasmesse in diretta dalle televisioni di tutto il mondo, sembra comunque una situazione irrisoria. Abbiamo contattato per telefono Joachim Gérard, testa di serie numero tre del tennis in carrozzina, che si appresta a partecipare ai Giochi; Joachim relativizza un tale squilibrio e preferisce insitere sul cambiamento operatosi  nel modo di guardare allo sport per disabili da parte del pubblico. L'atleta belga spiega: « Ci vuole ancora tempo, l'opinione pubblica è già cambiata molto. Oggi, siamo considerati dei veri sportivi e non più sportivi handicappati».

Una tale percezione degli atleti è effettivamente un elemento centrale della competizione. Ozek Kazimirowski ci ricorda che i partecipanti vogliono prima di tutto « trasmettere un messaggio d'inclusione in seno alla società belga e far capire che un atleta con un handicap è un atleta come gli altri […] che merita lo stesso rispetto di un atleta olimpionico».

Un premio 5 volte meno consistente per una medaglia d'oro

Anche se il rispetto deve essere lo stesso, ciò non toglie che i fondi e i mezzi concessi allo sport per disabili ad alto livello, non sono gli stessi rispetto a quelli stanziati per lo sport tradizionale. Così, nel caso della medaglia d’oro, un atleta intasca 10 000 euro, 7 500 per la medaglia d'argento e 5 000 per il bronzo, rispetto ai premi versati agli atleti validi per gli stessi ciondoli, pari a rispettivamante 50 000, 30 000 et 20 000 euro, in occasione delle Olimpiadi. Va notato che a stabilire e versare il premio sono i comitati paralimpici nazionali (a titolo di confronto, la Francia versa la stessa somma agli atleti paralimpici e ai validi). Ozek Kazimirowski ci spiega che « le somme non sono le stesse, a causa di differenze per quanto riguarda i partner, l'appoggio da parte delle autorità pubbliche e la visibilità».

Detto ciò, sono tutti d'accordo col fatto che da qualche tempo sono stati fatti tentativi per progredire e che, nel corso degli anni, la situazione degli atleti è migliorata. Secondo l'atleta belga Peter Genyn, campione del mondo 2015 dei 100 metri e dei 400 metri piani in carrozzina, «il Comitato nazionale ci sostiene.  Certo i fondi sono limitati, ma gli organi cercano di impiegarli nel miglior modo possibile. Dopo i giochi di Pechino, la situazione è migliorata. Abbiamo molti nutrizionisti che ci dicono cosa si deve o non si deve mangiare, quando mangiare ecc. Possediamo anche dei test che ci permettono di valutare la nostra forma fisica. La situazione migliora tantissimo!».

Tale supporto è più che benvenuto, è addirittura indispensabile per praticare lo sport ad alti livelli, poiché, al pari degli atleti validi, la questione dell'investimento in termini di tempo per la pratica dello sport è fondamentale. Come fare per progredire e poter sfidare gli sportivi di tutto il mondo? Lo sport rappresenta così l'unica attività per Joachim Gérard e Peter Genyn. Quest'ultimo afferma che, «è quasi impossibile conciliare lo sport con il lavoro, perché dobbiamo allenarci duramente».

Infatti, come gli atleti validi, gli atleti paralimpici devono procurarsi finanziamenti per poter vivere dedicandosi a quest'unica attività. Joachim Gérard ci confida che «lo sport per disabili si sviluppa molto bene. Disponiamo di entrate di denaro che ci permettono di vivere». E conclude: «Ho dei partner che mi seguono e mi consentono di vivere più facilmente, anche se vivo senza eccessi».

Ambizione e pragmatismo 

Per il futuro, il Comitato paralimpico e gli atleti vorrebbero una maggiore visibilità, per ottenere sempre più sostegno dalla parte delle autorità pubbliche e degli sponsor privati, e potersi avvicinare all'imagine dello sport tradizionale. Sono stati fatti progressi, e se ne possono fare altri. Probabilmente, le parole di Ozek Kazimirowski riassumono fedelmente lo stato d'animo degli attori dello sport per disabili: «Dobbiamo essere ambiziosi, chiedere di più e poter provare che meritiamo di meglio. Ma dobbiamo anche soddisfarci di ciò che abbiamo oggi».

Translated from Jeux Paralympiques de Rio 2016 : le handicap de vision