Participate Translate Blank profile picture
Image for L'insostenibile peso del quotidiano: Beckett On Air

L'insostenibile peso del quotidiano: Beckett On Air

Published on

Napoli

Anna Gesualdi e Giovanni Trono di TeatrInGestazione hanno portato in scena, con la partecipazione dei detenuti della Casa Circondariale di Poggioreale ed in occasione dell’undicesima edizione della rassegna teatrale promossa da Il Carcere Possibile onlus ospitata dal teatro San Ferdinando, un adattamento di Tutti quelli che cadono di Samuel Beckett. Il fotoreportage di Rosario Totano.

Non è facile introdurre Beckett On Air, l’opera ispirata a Tutti quelli che cadono, dramma radiofonico di Samuel Becket del 1956, che Anna Gesualdi e Giovanni Trono di TeatrInGestazione hanno messo in scena con la partecipazione dei detenuti della Casa Circondariale di Poggioreale, in occasione dell’undicesima edizione della rassegna teatrale promossa da Il Carcere Possibile Onlus ospitata dal teatro San Ferdinando, ed alla quale abbiamo avuto la fortuna di assistere e di poter cogliere alcuni scatti, che potete ammirare nel fotoreportage realizzato da Rosario Totano. Discutendo con i detenuti che interpretavano l’opera è emerso il carattere più importante di queste iniziative: «Si è trattata di un’esperienza utilissima, che aiuta a trascorrere alcune ore di evasione da un carcere che non dà alcuna formazione alternativa e che, quando si esce, non lascia alcune possibilità. Quando si è chiamati per esperienze e laboratori di questo genere, bisogna accettare subito perché è un colpo di fortuna. È stata la prima volta che mi è accaduto qualcosa di simile» a raccontarcelo è Maurizio, il più anziano e l’ultimo ad entrare nella compagnia formata da Antonio, Massimiliano, Alli e Manuele, che ha poi vestito i panni di Miss Rooney, protagonista del dramma. «Mi sono inserito in pochissimo tempo - mi racconta - subentrando ad altre persone che sono andate via. È stato un caso che abbia interpretato la parte della signora Rooney: Giovanni, sentendomi improvvisare in falsetto, mi ha suggerito il ruolo ed io, dopo aver dato una lettura al copione, ho deciso di provarci». L’entusiasmo di queste parole non deve però ridimensionare il duro lavoro a cui sia gli attori che i registi si sono sottoposti; Antonio non nasconde le difficoltà provate inizialmente: «All’inizio il laboratorio ci sembrava una cavolata, poco interessante. Poi, entrando nel vivo della realizzazione, ci siamo appassionati e divertiti davvero». D'altronde Tutti quelli che cadono è una delle opere più complesse e sfaccettate del drammaturgo irlandese, considerata dalla critica come una tragicommedia, un enigma letterario o addirittura un poliziesco, e che proprio Beckett rifiutò di replicare a teatro mentre era in vita. La rappresentazione allestita da TeatrInGestazione riprende la forma originaria dell’opera, ponendo al centro della scena una radio dalla quale ascoltiamo l'intero dramma. Le voci degli attori sono state registrate personalmente da Manuele, che racconta: «Ho collaborato con Giovanni ed Anna nella registrazione e nell’arrangiamento delle voci. Non avevo mai fatto niente di simile, ma ho una passione per la tecnologia ed ho pensato di provare e dare una mano in questo modo». Ciò che più colpisce dell’opera è proprio questa coesione, la voglia di fare e l’impegno che accomuna tutti e che crea un cortocircuito con il lento scivolare degli attori sul palcoscenico, fino a creare un miscuglio di corpi, una caduta che suggerisce ciò che Beckett evocava nelle parole di personaggi: un’umanità atrofizzata, dai desideri primitivi e soffocata dal possesso, accompagnata dal rombo della fine in lontananza. «Siamo tutti emozionati. Speriamo di poter vivere altre esperienze simili e poter stare vicino ai nostri cari», le parole di Massimiliano racchiudono la discrasia tra quanto messo in scena e l’impegno profuso nella realizzazione di Beckett On Air, una differenza che però riemerge drammaticamente nelle discussioni riguardo il sistema di detenzione italiano. Discussioni che ci ricordano l'attualità uno dei più noti saggi di Michel Foucault, Sorvegliare e punire. La nascita della prigione, pubblicato nel 1975: «la critica della prigione e dei suoi metodi apparì ben presto, in quegli stessi anni 1820-1845; essa – aggiungeva lo storico e filosofo – si fissa d’altronde in un certo numero di formulazioni che […] sono ancora oggi ripetute quasi senza alcun cambiamento».

Fotogallery realizzata da Rosario Totano

La regia di Beckett On Air è di Anna Gesualdi e Giovanni Trono, che ringraziamo per averci gentilmente permesso di seguirli nella preparazione dello spettacolo. Gli interpreti sono Alli, Antonio, Manuele, Massimiliano e Maurizio.