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L’esperto: «Quel “wait and see” dell'Europa su Cuba...»

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società

Come si prepara il dopo-Fidel Castro nelle cancellerie europee.

Mentre il fratello del líder máximo, Raul Castro, ha assunto il potere a causa della malattia del celebre Fidel, gli Stati Uniti hanno iniziato ad attivare le loro reti diplomatiche. Nel dicembre scorso una delegazione di parlamentari Usa ha infatti visitato L'Avana per avviare «una nuova era nelle relazioni con Cuba». Ma, dall'altra parte dell'Atlantico, un silenzio di tomba sembra avvolgere la posizione dell’Unione Europea. Intervista a Carlo Malamud, argentino residente in Spagna, specialista in Relazioni Internazionali tra Ue e America Latina, che attualmente occupa l’incarico di ricercatore principale per l’America Latina nel centro di ricerca Real Instituto Elcano, a Madrid.

Quali paesi europei influiscono di più sulla posizione dell’Ue su Cuba?

Beh, è evidente che per le sue tradizionali relazioni con Cuba, e in generale per gli stretti vincoli che la legano all’America Latina, la Spagna è uno dei principali interlocutori a livello europeo con il regime cubano. Di fatto, quando si cambiò la politica europea nei confronti di Cuba un paio di anni fa, l’iniziativa venne da Madrid. Sicuramente anche la Francia, la Germania o il Regno Unito hanno un peso notevole nelle relazioni Ue-America Latina dato che sono le potenze più rilevanti quando bisogna prendere decisioni di politica estera in seno al Consiglio Europeo.

Si deve anche ricordare che Cuba è un regime comunista, e in Europa da due anni e mezzo sono entrati a far parte dell’Unione paesi che, essendo appartenuti all’antico blocco sovietico, sono storicamente legati al regime castrista. La Repubblica Ceca, la Slovacchia o la Polonia desiderano accelerare la democrazia a Cuba, di modo che le libertà fondamentali diventino la priorità.

Lei ha la sensazione che l’Ue stia prendendo misure da adottare nel caso in cui i cubani si ribellino al regime con una nuova rivoluzione?

Credo che siamo di fronte a una successione più che a una transizione. A parte la polemica sul tipo della malattia di Fidel – cancro o diverticolite – . Quello che è chiaro è che all’interno dell’isola di Cuba si sta promuovendo la figura di Raúl, anche se non lo si menziona mai come capo di Stato. Quindi l’Ue, in mancanza di notizie su ciò che accade realmente, si muove con difficoltà perché Fidel è restio ad allontanarsi dal potere. Ciononostante, la Ue segue il tema molto da vicino. Il cambio di politica dell’Unione Europea di qualche anno fa fu fatto per essere pronti a fronteggiare qualsiasi tipo di cambiamento, anche se io la definirei una politica dell’“wait and see”.

Lei considera Raúl Castro un riformista del regime castrista o un continuatore dissimulato dell’opera di suo fratello Fidel?

Raúl è molto più pragmatico, più tranquillo e meno estremista di suo fratello. Ci sarà da aspettare e vedere quello che dirà la Storia.

CUBA-UE/ Cronologia di uno “status quo” singolare

L’Unione Europea è il principale partner culturale, la maggior fonte di investimenti stranieri, il primo cliente del settore turistico e il maggior collaboratore in cooperazione allo sviluppo di Cuba.

1988. Cuba è il primo paese non europeo dell’ormai scomparso Comecon (blocco commerciale socialista creato nel 1949) a stabilire relazioni diplomatiche con Bruxelles.

1993. La cooperazione tra la Commissione Europea e Cuba comincia con il programma del Servizio per gli Aiuti Umanitari dell’UE (Echo) per la prevenzione di crisi umanitarie come conseguenza di catastrofi naturali. In assenza di un accordo specifico con l’Ue, il tutto è finanziato con il bilancio generale della Commissione.

Febbraio 1996. Durante i negoziati iniziati nell’ottobre 1995, la forza aerea cubana abbatte due aerei civili dell’ong di Miami Hermanos para el rescate (“fratelli per il riscatto”, ndr). In segno di protesta Bruxelles sospende i negoziati su un eventuale accordo di cooperazione e pone come condizione un progresso nel campo dell'apertura politica a Cuba .

Dicembre 1996. Si definisce la posizione ufficiale di Bruxelles nei confronti di Cuba con l’approvazione da parte del Consiglio di un documento ufficiale dell’Ue denominato “Posizione Comune”. Questo documento vuole “promuovere il processo di transizione verso una democrazia pluralista e il rispetto dei diritti umani”. Fidel rifiuta il documento considerandolo come un’interferenza negli affari interni del Governo cubano.

Dicembre 2000. Cuba diventa il membro numero 79 del gruppo dei paesi Acp (Africa, Caraibi, Pacifico). Cuba non beneficia degli Accordi di Cotonú (2000) tra i paesi Acp e l’Ue ma riceve una quota dall’Unione per l'esportazione di zucchero (59.000 all’anno, a 98 euro per tonnellata).

Marzo 2003. La Commissione Europea apre la sua Delegazione a L’Avana per rafforzare le relazioni tra Unione Europea e Cuba in campo politico, economico, sociale e culturale.

Aprile 2003. Protesta diplomatica dell’Ue contro l’arresto a Cuba di 75 oppositori politici nonviolenti e l’esecuzione di tre uomini che avevano cercato di fuggire in Florida con una barca rubata.

Maggio-giugno 2003. Sanzioni dell’Ue. L’Unione limita le visite bilaterali d’alto livello, riduce il rango delle autorità degli stati membri in eventi culturali, invita dissidenti cubani alle celebrazioni delle feste nazionali e procede a rivalorizzare la “Posizione Comune”. Cuba rifiuta ogni aiuto bilaterale diretto dell’Unione Europea e lancia una campagna contro la Spagna – della quale era allora presidente Aznar – e contro l’Italia.

Febbraio-marzo 2005. Il Consiglio Europeo sospende temporaneamente le sanzioni diplomatiche vigenti contro Cuba, in seguito alle prime liberazioni di dissidenti cubani da parte del Governo dell’isola. L’Ue cambia atteggiamento in coincidenza dell’arrivo al potere nel marzo dell'anno precedente del presidente spagnolo José Luís Rodríguez Zapatero.

di Ariadna Matamoros, tradotto da Eleonora Mineo (Foto Brainless/Flickr).

Translated from Carlos Malamud: “la política europea hacia Cuba es de Wait and see”