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L’esperto: «Cresce il numero di uomini picchiati»

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Ottavio Di Bella

società

Degli studi canadesi indicano che sempre più uomini non sono più solo carnefici. Ma anche vittime.

Talvolta è la mammina che si inalbera e mette il suo dolce consorte al tappeto. «I casi di uomini vittime della violenza delle loro compagne sono più diffusi di quanto non si creda», spiega Yvon Dallaire, psicologo canadese di lingua francese e autore di ‘La violenza esercitata sugli uomini. Una complessa realtà tabù (2002).

Quali sono le caratteristiche degli uomini picchiati? Si tratta realmente di un fenomeno marginale?

Per la maggioranza delle persone, parlare di uomini picchiati appare poco credibile, tuttavia la realtà è che esistono degli uomini oggetto di violenze. Questo tema è affrontato più sul continente americano che in Europa perché i movimenti che difendono i diritti dei maschi sono meglio organizzati e più attenti ai temi sociali, e perché l'argomento viene maggiormente diffuso tramite i mass media. In un’inchiesta condotta da Denis Laroche per l'Istituto nazionale statistico del Quebec nel 1999, 62.700 donne e 39.500 uomini si sono detti vittime di violenza coniugale dove per “violenza” va inteso ogni tipo di violenza. Cifre queste che vanno contro la storia politicamente corretta secondo la quale gli uomini sarebbero sistematicamente i boia e le donne esclusivamente le vittime. Altro luogo comune: gli uomini utilizzerebbero la violenza fisica, le donne i ricatti psicologici. Oggi, invece, capita a molti uomini di esprimere psicologicamente la loro violenza, soprattutto attraverso il silenzio. E l’80% delle donne violente usano ricorrere ad oggetti, stoviglie, coltelli… Durante gli attacchi psicologici, le donne in genere denigrano l'identità sessuale del maschio, la sua virilità, mentre l'uomo violento si limita a voler avere ragione.

Perché la violenza delle donne è tabù?

In ogni coppia, c’è un momento in cui la relazione diventa una lotta di potere nella quale i due protagonisti tendono ad esercitare violenza a turno. Oggi, tuttavia, si assiste ad una valorizzazione della violenza femminile: una donna che si difende o si batte viene considerata come una donna forte. Questo atteggiamento entra in contraddizione con l'immagine tradizionale che la vuole dolce e materna. Bisogna sapere che le coppie lesbiche sono due volte più violente rispetto alle coppie eterosessuali, e che nei casi di infanticidi oltre il 56% dei bambini viene ucciso dalla propria madre. Questo paradosso mina le fondamenta del pensiero femminista che mira proprio a demonizzare il maschio e ad idealizzare la donna. Eppure in Quebec, è la violenza delle donne verso gli uomini in aumento, non l'inverso.

Cosa diventa l'uomo picchiato?

Gli uomini che vengono picchiati fisicamente spesso sono creduti poco e vengono ridicolizzati. La lobby femminista, molto potente nel nord degli Stati Uniti, ha voluto guardare con un occhio solo al fenomeno delle violenze coniugali. Una donna picchiata guadagna uno statuto e può contattare e trovare sostegno presso tanti gruppi di pressione o associazioni per uscire dall'inferno delle violenze coniugali, come spiega Sophie Torrent (ricercatrice svizzera autrice di una tesi nel 2000 dal titolo L'uomo picchiato, un argomento intimamente tabùndr). Un uomo che si dice maltrattato prova un enorme senso di colpa e perde il suo status di uomo, finendo per restare isolato. Non esiste allo stato attuale struttura di accoglienza o di sostegno sociale. E persistendo a negare il fenomeno degli uomini maltrattati, le femministe stanno ostracizzando tutta una categoria di donne che soffrono dei loro comportamenti violenti. E che hanno bisogno di aiuto.

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Translated from Une violence qui fait mâle