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Le condizioni di Londra per la riforma dell’UE: Dentro? Fuori?

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Durante la sua visita a Berlino, il Cancelliere dello Scacchiere britannico George Osborne ha richiesto delle riforme dell’Unione Europea per evitare un Brexit. Alcuni commentatori consigliano all’Unione di fare graduali concessioni a Londra. Altri dubitano che questa politica potrebbe convincere il popolo britannico a votare “sì” al referendum sulla permanenza in UE.

Mantenere buoni rapporti col Regno Unito tramite concessioni – Il Sole 24 Ore, Italia

Londra sta usando il timore dei suoi partner dell’UE di un possibile Brexit per far passare le sue richieste, conclude il giornale finanziario Il Sole 24 Ore, e urge che l’Unione prevenga ciò con misure ben pensate: “Se il desiderio di uscire dall’UE prevale nel referendum sul Brexit, la miccia di un’uscita dall’UE prenderà fuoco e quel fuoco si diffonderà rapidamente, infuriando attraverso gli stati periferici prima di prendere piede a Berlino e Parigi. Quindi la ricerca di ragionevoli concessioni al Regno Unito rimane l’unica possibilità per evitare un Brexit, perché l’UK non ha interessi nell’esser parte di una UE sempre più unita. […] Ma la mansione dei partner dell’UE è garantire che queste concessioni siano veramente ragionevoli e progettate in modo che non ritardino – per non dire blocchino - il processo di integrazione. Perché l’Eurozona ha bisogno di una ulteriore integrazione.”  (o4/11/2015)

Le sole promesse non eviteranno il Brexit – The Daily Telegraph, Regno Unito

Le richieste del Cancelliere dello Scacchiere britannico di non far sostenere all’ UK i costi di un’uscita dai Paesi dell’Eurozona e di dare al Regno Unito maggior margine all’interno dell’ UE devono essere accolte, ma il giornale conservatore The Daily Telegraph dubita del fatto che ciò sia possibile: “Nessun accordo per proteggere l’UK da una sempre più integrata eurozona può essere semplice da vendere ai votanti britannici nel nostro membership referendum. Perché una qualche protezione sia davvero significativa, deve essere messa per iscritto nei trattati governativi dell’EU e c’è una piccola possibilità che questa questione possa essere riaperta prima che l’ Inghilterra voti. (La deadline è alla fine del 2017). Quindi, il meglio che Mr Osborne e David Cameron possono sperare di offrire ai votanti è la promessa che i trattati cambieranno in una data non specificata dopo il referendum. Dato il naturale cinismo che molti votanti sentono nei confronti di queste promesse, sembra giusto dire che questo non sarà sufficiente a convincere molte persone a ritenere che la Gran Bretagna avrebbe un’adeguata protezione dalla futura disposizione, nel caso scegliessimo di rimanere nell’UE.”  (03/11/2015)

Il Regno Unito non vuole avere niente a che fare con la crisi dell’UE - Neue Zürcher Zeitung, Svizzera

Il governo britannico vuole lasciare che l’Europa faccia fronte alla crisi da sola, il giornale di centro-destra Neue Zürcher Zeitung lamenta: “ La crisi finanziaria, l’euro-crisi e la crisi dei rifugiati sono state usate solitamente con deliberata regolarità per un’integrazione forzatamente avanzata nel nome della gestione della crisi. A Berlino, Osborne, inoltre, ha accolto esplicitamente  un’integrazione più profondamente politica e fiscale per lastricare la strada ad un ‘strong euro’, cui può essere interessato il Regno Unito. Allo stesso tempo questo sviluppo dovrebbe essere l’ultima cosa cui il Cancelliere dello Scacchiere vorrebbe che il suo stato partecipasse, poiché sa che ciò porta in una cattiva direzione, contrastando valori chiave come sussidiarietà, responsabilità personale e controllo democratico. La pragmatica Inghilterra vuole lasciare l’Europa a contrastare da sola le sue crisi. Questo è il deludente succo dell’accordo indirizzato a mantenere l’Inghilterra in Europa”.

 (04/11/2015)

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Translated from London's conditions for EU reform: In? Out? Shake it all about?