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La strana conferenza dei media russi a Strasburgo: trovate gli assenti

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Pochi giorni prima delle elezioni presidenziali, il giornalismo filo-governativo si è offerto il suo primo Congresso internazionale dei media russi a Strasburgo. Per il nostro inviato, una mascherata tanto costosa quanto inutile, per l'assenza dei giornali comunemente definiti di opposizione.

Il porticato del Palazzo della musica e dei congressi di Strasburgo (PMC) sembra molto tranquillo, questo lunedì 20 febbraio. L’organizzazione aveva previsto una folla di giornalisti di tutte le nazionalità che si accalcavano per assistere al primo Congresso internazionale dei media russi. Superato l’ingresso dell’edificio, la folla eterogenea è decisamente meno effervescente del previsto, ma comunque caratteristica. Hostess bionde con accento russo, corpi massicci di guardie del corpo e qualche minoranza riconoscibile dell’ex-CSI, un prete ortodosso in tonaca, un muftì dal grande cappello. In totale, un centinaio.

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Eppure questo Congresso internazionale aveva delle ambizioni. Tre giorni di conferenze dal titolo “Quarto potere” su tematiche varie quanto pressanti, in un paese sempre agli ultimi posti nella classifica del rapporto mondiale di Reporters sans frontières. Corruzione dei media, censura, trattamento delle minoranze e delle confessioni religiose, o ancora immagine della Russia all’estero: le tematiche sono attraenti.

Venire qui è un vero impegno”. Esibendo buone intenzioni e pronta a accogliere la créme della stampa russa ufficiale, di opposizione e europea, la MIRJ, organizzatrice dell’avvenimento, non si presenta sotto mentite spoglie. Questa holding russa, di “agenzia di informazione” ha solo il nome. Dietro questa società si cela una “comunità mediatica” di 3.500 imprese giornalistiche, secondo le cifre date da Marina Mayakova, direttrice della MIRJ: “Dipendiamo dall’iniziativa privata. Ma non apparteniamo a nessuno, né allo Stato né a oligarchie impegnate”. Resta il fatto che MIRJ manifesta apertamente il suo sostegno a Vladimir Putin, allora Primo ministro e candidato alla presidenza. “Se il governo desidera finanziarci, non rifiuteremo” finisce per lasciarsi sfuggire.

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La censura? Non scherziamo

Il programma ufficiale, inviato in precedenza per attirare gli ospiti, annunciava interventi di livello, come quello del redattore capo della Novaya Gazeta, il giornale per cui lavorava la giornalista russa Anna Politkovskaia, assassinata a Mosca nel 2006. All’arrivo, è confermata solo la presenza dei “mass media” russi vicini al potere. Con qualche sorpresa, come Alexandre Sevastianov, nazionalista e antisemita russo notorio.

Il pubblico era in pausa.La ventina di conferenze, proposte quasi senza interruzione e in russo nell’arco dei tre giorni, hanno appena sfiorato le impegnative tematiche ventilate. In nessun momento è stato discusso il gravoso problema della censura ufficiale subita dai giornalisti d’opposizione. Ci si è soffermati giusto sulla corruzione. Anche il presidente dell’assemblea Igor Panarin ricorda che non è previsto un dibattito. Piuttosto bizzarro, visto che proviene da quel giornalista moscovita che due giorni dopo avrebbe spiegato che sul Pentagono non si è schiantato nessun aereo …

Eppure, le dichiarazioni grottesche sgranate come perle nel corso delle tre giornate non hanno provocato nessun clamore. Ci si congratula persino. Gilles Arnaud e Guillaume Tastet, due giornalisti francesi, in trasferta dalla Normandia, hanno "apprezzato questa libertà di parola. Tutte le tematiche vengono affrontate, senza tabù. In Francia, ci piace dare lezioni di giornalismo, ma abbiamo molto da imparare da loro", hanno affermato.

Il mini- croissant e il mezzo milione

Termini di scadenza troppo brevi, mancanza di organizzazione, imminenza delle elezioni presidenziali … da tutte le parti arrivano ragioni per spiegare la carenza di interventi russi. Soprattutto quando si sa che la MIRJ ha messo a disposizione un colossale finanziamento per rendere perfetta l’organizzazione di queste tre giornate (500.000 euro secondo Marina Mayakova)

Ma la risposta è molto più chiara quando vengono interrogati i pochi giornalisti russi presenti. “I giornalisti di opposizione non sono interessati a questo avvenimento perché avevano già capito di che cosa si trattava" spiega Polina Myakinchenko, giovane giornalista russa, corrispondente a Parigi. Per Nikita Aronov, del settimanale Mir novostei"questo genere di avvenimenti è molto frequente in Russia. Non sono stupito che i partecipanti a questi tre giorni siano tutti sulla stessa lunghezza d’onda". Prima di trovarsi tutti e due d’accordo: “a che cosa serve venire a Strasburgo per fare le stesse cose che si fanno in Russia, se non a fare una vacanza e riciclare soldi?”.

Comunque sia, il mezzo milione utilizzato per sostentare i partecipanti con pasticcini, succhi d’arancia e caffè non ha placato Marina Mayakova. Soddisfatta di questi tre giorni di “dibattito”, prevede di cominciare a lavorare sull’organizzazione del prossimo congresso, sempre a Strasburgo. Ci sarà bisogno di qualcosa di più di una voce univoca e qualche croissant per attirare dei giornalisti veri.

Foto di copertina: (cc) Guillermo Salinas/flickr ; Congrès © Jérémie Maire, micro (cc) ralphbijker/flickr; video: euronewssit/youtube.

Translated from Journalisme : enclave médiatique russe à Strasbourg