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La pace: “Il 2011 ci ricorda che le soluzioni ai conflitti esistono”

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Ester Garufi

PoliticaLifestyle

Psicologa belga specializzata nella prevenzione dei conflitti, Cathy Van Dorslaer è stata particolarmente segnata dall’anno che sta per finire. Dalle aspirazioni democratiche alle trasformazioni del gioco mediatico, ci spiega perché il 2011 le lascia un "retrogusto" di pace.

cafebabel.com : In qualità di psicologa dei conflitti ma anche di osservatrice attenta dell’attualità, che sapore le lascia il 2011?

Cathy Van Dorslaer: Sarebbe esagerato dire che l'anno che sta finendo mi abbia lasciato un gusto di pace, ma certamente ha fatto nascere in me molta speranza. Nel 2011, dieci anni dopo gli attentati dell’11 settembre, gli eventi hanno dimostrato che il popolo e i loro responsabili politici si danno da soli i mezzi per cambiare. Passano da una politica basata sulla competizione ad una politica che lascia maggiormente spazio all’espressione, all’ascolto, alla trattativa, al compromesso. Nel 2011, in varie parti del mondo, tra cui le più inattese (Tunisia, Libia, Egitto, Siria, Arabia Saudita, Yemen), i cittadini si sono conquistati il diritto di esprimere i loro bisogni, di rivendicarli (gli Indignati, i manifestanti eroici della Primavera araba). Se non è la prima volta che un popolo si ribella e tenta di farsi ascoltare, è la prima volta, nel XXI secolo, che le grida e i sacrifici hanno avuto effetti collaterali: alcune dittature sono cadute o stanno per crollare, le istanze internazionali sono intervenute rispettando il quadro delle risoluzioni dell’ONU, altre politiche economiche disastrose sono state sanzionate (l'uscita di scena di Zapatero, Berlusconi, Papandreou). Entriamo così in un nuovo paradigma: quello dell’ascolto e del riconoscimento dei bisogni e dei diritti di ognuno.

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cafebabel.com : La portata democratica delle rivoluzioni arabe resta da provare. In Europa la classe media si impoverisce. Niente le fa pensare a questi eventi con meno ottimismo?

Cathy Van Dorslaer: Sono consapevole che questo nuovo atteggiamento sia fragile. L’individualismo e i nazionalismi sono sempre in dormiveglia. Come faranno i nuovi governi nati dalla Primavera araba, per la maggior parte islamici, a gestire i rapporti con il loro vicino israeliano e con l'ingiustizia commessa nei confronti del popolo palestinese? Quale sarà il ruolo dell’Iran e delle sue velleità nucleari in caso di rottura? L’Africa, il continente più colpito e tuttavia dimenticato, non vorrà anch'essa farsi sentire? In Europa, la ricerca di capri espiatori (i disoccupati, gli stranieri, i politici, le banche, i paesi emergenti che prestano il denaro di cui l'Europa stessa ha bisogno) è una pratica sempre più diffusa.

cafebabel.com : Qual è stato il comportamento dei mass media nella rappresentazione dei conflitti?

Cathy Van Dorslaer: I media hanno avuto, nella salvaguardia della pace o nel favorire un clima di conflitti e guerra, un ruolo preponderante. Il 2011 è anche l’anno che ha visto un nuovo modo di informare, più caratterizzato dalla ricerca del compromesso. Ai media audiovisivi (accessibili da molti, presentati come obiettivi nelle democrazie o orientati sotto le dittature) e ai media cartacei (consultati da meno gente, orientati secondo le loro appartenenze politiche), si sono aggiunte le informazioni in rete (i siti, i blog…), le sole a permettere la diffusione più ampia delle espressioni individuali. Questi nuovi media – che sfuggono più facilmente alla censura - da un lato permettono maggiore oggettività, verità, apertura e dialogo, dall'altro non è detto che li garantiscano. Sono stati, però, un vettore potente di diffusione delle rivendicazioni dei movimenti popolari e hanno senza dubbio permesso che questi non venissero ignorati.

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cafebabel.com: A parte le novità del web, in che modo i mass media hanno cambiato atteggiamento?

Cathy Van Dorslaer: Secondo me, la combinazione di varie forme di informazione ha modificato l’impatto delle stesse, la riflessione degli ascoltatori e dei lettori, come anche le loro esigenze. Le nuove attese del pubblico potrebbero far si che i media ristabiliscano vari principi dimenticati: la descrizione oggettiva dei fatti, la spiegazione piuttosto che il giudizio, il rifiuto, la condanna nei confronti di ciò che è diverso, sconosciuto. Bisognerebbe anche evitare di mettere al primo posto il fattore emotivo, così come la ricerca del sensazionale, quello che risveglia i bisogni di sopravvivenza e di sicurezza ma addormenta lo spirito critico. L’ascolto e la consapevolezza delle sofferenze, delle attese, delle incomprensioni di tutti le parti coinvolte nel conflitto devono prevalere.

cafebabel.com : Quale potrebbero essere gli effetti positivi?

Cathy Van Dorslaer: Questo nuovo atteggiamento non rafforza le opposizioni, gli antagonismi, le controversie o i particolarismi. Lontano dall’essere accertato e consolidato, ma sicuramente possibile e auspicabile, questo comportamento spronerebbe a realizzare ciò che l’anno 2011 ha promesso e ne getterebbe le basi: la ricerca di soluzioni inesplorate e di compromessi. Sono questi i miei auguri per il 2012.

Translated from La paix : « 2011 nous rappelle que les solutions aux conflits existent »