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La Grande Parigi, una grande idea ?

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La Parisienne di cafébabel

Ultime novità sul fronte della Grande Parigi cara a Sarkozy. Mentre Jean Nouvel ha vinto il concorso indetto per conferire un nuovo volto alla « tour signal », futuro emblema del rinnovamento della capitale, il presidente ha raggruppato un’ armata di sociologi, urbanisti e architetti per definire le linee del progetto. Ma che cos’è esattamente questa « Grande Parigi » ? Per il momento se ne discute. La nostra grande fucina londinese ad ogni modo sembra essere fonte d’ispirazione.

Una boccata d’ossigeno per Parigi

La Grande Parigi è un’idea che Nicolas Sarkozy sta sbandierando da circa un anno. Parigi è una capitale dai confini amministrativi molto angusti. La maggiornaza della popolazione vive in periferia in una moltitudine di comuni di diverse dimensioni il cui lavoro è raramente coordinato. Il colmo se si conoscono le difficoltà di trasporti, di affitto e di integrazione degli abitanti dell’Ile de France.

Constatazione obbligata, ci si agita a destra e a sinistra per difendere le diverse visioni del progetto che sembra raccogliere un consenso debole. A destra il senatore Philippe Dallier predica l’integrazione dei comuni limitrofi al comune di Parigi oltre al rappruppamento dei comuni limitrofi in uno solo, più potente e dalle competenze allargate. A sinistra Jean-Paul Planchou predica una migliore efficacia delle strutture esistenti e soprattutto della ragione.

 Siamo solo alle premesse di una vera azione concreta e concertata. Nel frattempo al di là della Manica, la Grande Londra è da molto tempo un simbolo di attrazione e dinamismo.

Londra città aperta, Parigi asfittica

Londra è il risultato di una costruzione urbana diametralmente opposta a quella di Parigi. Città aperta, ingloba un insieme di villagi che formano una vasta conurbazione.Questo perchè la Grande Londra è stata immaginata nel 1965, come autorità raggruppante i 33 « Boroughs » che la compongono. In questa zona non meno di 8 milioni di abitanti. Amministrativamente non esiste la città di Londra, ed è solo nel 2000 che è stata creata la carica di sindaco di Londra per dotare di una figura politica la Grande Londra.

Parigi invece è un comune francese quasi come tutti gli altri. A parte gli « arrondissements » e il suo statuto di dipartimento, non dispone di nessuna struttura propria di una città metropolitana. Raggruppa solo 2 milioni di abitanti all’interno della « periferica »(grandi viadotti che delimitano la città ndt) una vera e propria barricata che la separa dalle famose « banlieues », luogo di residenza di altri 6 milioni di parigini per procura.

La Grande Londra funziona come un piccolo governo, dai larghi poteri nel settore dei trasporti, delle abitazioni e della sicurezza. La metropolitana arriva a volte a coprire delle zone lontane fino a 30 km dal centro storico. A Parigi il sindaco ingaggia delle battaglie giuridiche interminabili per cercare di estendere la rete di Velib’ ad appena 2 km dai confini della città.

Senza dubbio, una città delle dimensioni di Parigi perde molto tempo e denaro a restare soffocata da limitazioni amministrative obsolete e da un modo di gestione frammentato. Londra sembra respirare meglio, ma è davvero il modello perfetto ?

Londra non sarà mai Parigi

Conosciamo l’ammirazione del nostro presidente per la Gran Bretagna , senza dubbio guarderà con invidia a Londra la dinamica, dove fervono i nuovi progetti architettonici in vista dei giochi olimpici del 2012. Molte idee devono balenargli in mente quando rende visita ai suoi amici Tony e Gordon.

Ma sebbene siano indispensabili dei cambiamenti strutturali, non ci prendiamo in giro. Parigi non sarà mai Londra. Nel suo scrigno storico, Parigi, al meno al centro, resterà una città rivolta verso il passato, simbolo del lusso e con un ritmo al rallentatore. Sarà sempre meno vibrante e meno cosmopolita di Londra, dimora di una popolazione meticcia e  spesso eccentrica.

Speriamo che gli architetti della Grande Parigi sapranno preservare questa reatà. Il rinnovamento della capitale non deve passare per la cancellazione del suo fascino d’altri tempi nè per una pallida riproduzione della Grande Londra.

Julien de Cruz