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L' Europa in campagna! Hollande e la strategia delle alleanze

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Politica

Una grande operazione di comunicazione riuniva i primi attori socialisti europei intorno alla candidatura di François Hollande, sabato 17 marzo. In una campagna presidenziale che diffida dell'Europa, la strategia delle alleanze potrebbe essere un mezzo efficace per riposizionare il buon Vecchio continente al centro dell'agenda politica francese.

L'idea è comunque bella. Riunire i nomi principali della sinistra europea per portare un candidato alla vittoria in un'elezione presidenziale, ce n'è quanto basta. Tanto più quando l'evento in questione si chiama "Rinascita per l'Europa"e include qua e là dei seminari su temi quali la crescita, la solidarietà e la democrazia.

"Caro François", è Bersani che ti parla

Bisognava osare. Praticamente due mesi fa la cancelliera tedesca Angela Merkel annunciava che avrebbe fatto campagna elettorale per il candidato Sarkozy. Uno scambio di favori fra due personalità che appartengono alla stessa famiglia politica. Una replica, dopo il sostegno fornito da François Hollande ai socialdemocratici tedeschi in occasione di una visita, in dicembre, a Berlino. Ma sabato 17 marzo, al Cirque d'Hiver di Parigi, il Partito Socialista ce l'ha messa tutta. Sei pesi massimi della sinistra europea - Hannes Swoboda (presidente del gruppo Socialisti&Democratici al Parlamento europeo), Pier Luigi Bersani (segretario del PD italiano), Sigmar Gabriel (presidente dello SPD tedesco), Martin Schulz (presidente del Parlamento Europeo), Massimo D'Alema (ex Primo Ministro italiano), Sergei Stanishev (attuale presidente del Partito Socialista Europeo) - hanno dato il loro sostegno al candidato alla presidenza francese sulle tematiche dell'Europa. Sei interventi di dieci minuti che - a colpi di "caro François"  -hanno preceduto il discorso molto atteso di Hollande sulla posta in gioco per il futuro del Vecchio continente.

"La tua vittoriasarà soprattutto la confermazione che l'Europa più egoista e cinica arriva alla fine del proprio ciclo", Pier Luigi Bersani.

Bisognava battere un colpo. Il gioco delle alleanze ha di buono questo, che conferisce credibilità a chi si esprime su questioni transnazionali e scottanti come la crisi, la disoccupazione, l'austerità e i giovani. Certo, un rappresentante bulgaro e un presidente d'opposizione tedesco non rappresentano voti. In compenso, rappresentano un puntello abbastanza solido da permettere a un candidato di mettere sul tavolo i suddetti argomenti. "I progressisti devono sentire il dovere di ridare smalto all'orizzonte europeo". Ecco il piano: rimettere l'Europa al centro di una campagna elettorale. E definire l'iniziativa come un "dovere".

Bisognava lavorare di fino. Non si deve credere che questo meeting socialista non avesse altro scopo che la meditazione sui problemi europei. Siamo in campagna elettorale eh! Allora, innanzitutto, "Rinascita per l'Europa” ha fornito un quadro idoneo a partire dal quale il Partito Socialista francese ha potuto riaffermare le proprie posizioni sul Meccanismo europeo di stabilità (MES). Il 21 febbraio scorso, i socialisti francesi si sono astenuti al momento del voto sui fondi destinati agli aiuti dei paesi in difficoltà. Dando un’altra prova della loro incapacità a prendere decisioni sulla scena europea. Sabato, François Hollande ha affermato che avrebbe opposto a questa disposizione "un patto europeo di responsabilità, di gestione e di crescita". Affermazione che vale ciò che vale. E' un po' vaga. Ma ha, per lo meno, il merito di dire cortesemente che del MES e degli strani giri dei conservatori non ne vuole più sapere.

In Francia, l'Europa latita.

"Sono scioccato da un candidato che prende l'Europa come un capro espiatorio", dice Pierre Moscovici, direttore della campagna elettorale di François Hollande.

In secondo luogo, l'evento ha permesso al favorito a livello di sondaggi di mettere "la Francia al servizio dell'Europa". Efficacemente sostenuto dal suo collega tedesco, Sigmar Gabriel ("l'elezione presidenziale riguarda tutti noi", sono state le sue parole), François Hollande ha aggiunto "se il movimento (progressista) si espande in Francia, altrove sarà irreversibile". Solo questo. Ma ci sta dietro un'idea: quella di trascinare tutti i delusi europei in questa campagna elettorale del 2012. Immigrazione, prezzo del biglietto della metro, halal... le tematiche rimangono chiuse in una dimensione nazionale nei dibattiti politici. In Francia l'Europa latita. O, quando la si evoca, viene fatta fuori come nel discorso del candidato Sarkozy di domenica 11 marzo, a Villepinte (presa in giro dell'arroganza tecnocratica del circolo di Bruxelles, allusione alla volontà francese di tirarsi fuori da Schengen e evocazioni protezionistiche). Bisogna piacere, vi rendete conto, signore e signori. E la vecchia Unione Europea si ritrasforma velocemente in un carretto raccoglitore quando si affrontano le salite della corsa ai vertici presidenziali.

In terzo luogo, cosa può essere più legittimo che pavoneggiarsi con i principali leader socialisti del continente? In Francia, secondo il sito di fact-checking collaborativo Vigie 2012, il 40% delle dichiarazioni dei candidati sottoposte a verifica sono false. Non diciamo che tutto quello che è stato detto dagli amici di Hollande sia vero. Ciononostante, il fatto di essere sostenuto da un bulgaro per affrontare gli aspetti sociali dell'Europa dell'Est sarà sempre più degno di credito della posizione zoppicante adottata da molti candidati nei confronti delle realtà sociali, politiche ed economiche dei nostri vicini.

Insomma, in una campagna elettorale così indecisa, l'Europa è una patata bollente. E la strategia dell'alleanza permette almeno di passarsela l'un l'altro quando si vuole evitare di scottarsi le dita. Si può anche non essere sostenitori di questo genere di "tattica estemporanea"che alla fin fine dà suggerimenti più sulla forma che sulla sostanza. Ma bisogna confessare che è un bel colpo. Perché, che i 10 candidati alla presidenza lo vogliano o meno, l'Europa sarà uno degli argomenti più importanti dello scrutinio del 22 aprile. E, sempre secondo Vigie 2012, che misura l'impatto mediatico degli interventi dei candidati, un'operazione di comunicazione sull'Europa vale 10 punti. Il massimo.

Photos :  Une (cc) meredithfarmer/flickr, Texte (cc) François Hollande/flickr ; Vidéos (cc) euronewsit/YouTube

Story by

Matthieu Amaré

Je viens du sud de la France. J'aime les traditions. Mon père a été traumatisé par Séville 82 contre les Allemands au foot. J'ai du mal avec les Anglais au rugby. J'adore le jambon-beurre. Je n'ai jamais fait Erasmus. Autant vous dire que c'était mal barré. Et pourtant, je suis rédacteur en chef du meilleur magazine sur l'Europe du monde.

Translated from L’Europe en campagne : Hollande et la stratégie de l'alliance