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In taxi a Berlino. Tra passato e futuro

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Story by

Judith Laub

Translation by:

Valentina Turra

Cultura

Fermo una Mercedes beige con la scritta TAXI gialla e nera sul tettuccio. Sta per iniziare il mio giro per la capitale tedesca.

Berlino, Stazione Centrale Hauptbahnhof, ore 10:30. Carrozze e risciò zigzagano tra le auto. Prendo il taxi guidato da Sabi Ginal, 45enne di origine turca, arrivato qui negli anni Settanta. Lasciamo la stazione alle nostre spalle e ci immergiamo nella vie della frenetica capitale. Dagli anni in cui Sabi si è trasferito in Germania, Berlino è cambiata molto. All’epoca lui si incontrava sempre con i suoi amici davanti al Reichstag (il Parlamento) per giocare a calcio. «Quella zona era un’enorme superficie inutilizzata», racconta Ginal con accento berlinese. «Dopo la riunificazione queste aree, che si trovavano vicino al confine, sono state edificate. Adesso sarebbe impossibile giocarvi».

Trabant a go-go

Raggiungiamo la Porta di Brandeburgo, simbolo dell’unità tedesca. Quasi ogni giorno c'è una manifestazione: dalle sfilate di moda alle feste di piazza. Quando nel novembre 1989 è caduto il Muro, centinaia di persone si sono riunite qui, e tra questi c’era anche Ginal.

«Io zoppicavo, perchè nel pomeriggio mi ero fatto male giocando a calcio. Poi sono stati aperti i confini e davanti a noi tedeschi dell’Ovest si trovava la sconosciuta Berlino Est. Le strade erano in pessime condizioni e c’erano dappertutto Trabant (le tipiche automobili della Germania Est, ndr)», ricorda Ginal ridendo, «puzzavano terribilmente».

Quando Berlino Est era senza luce

Una volta arrivati a Berlino Est ci dirigiamo verso il mercato dei gendarmi e ci avviciniamo a un piccolo caffè. Un lato della piazza racchiude il lussuoso hotel Hilton, che esisteva già ai tempi della Germania Est, racconta Sabi Ginal. «Ma una volta tutto era completamente diverso. L’intera Berlino Est era immersa nell’oscurità, non c’era alcuna illuminazione stradale. All’epoca, poco dopo la riunificazione, avevamo paura quando dovevamo accompagnare qui un cliente. Adesso questa paura è sparita». Dopo la riunificazione le strade furono sistemate e gli edifici restaurati. «Ora viene davvero voglia di andarci, e le differenze tra berlinesi dell'Est e dell'Ovest non esistono più», aggiunge.

Se il centro è in cantiere (permanente)

In tutta Berlino stanno sparendo le tracce della divisione di una volta. A Potsdamer Platz, all’epoca un luogo deserto tagliato in due dal Muro. Negli ultimi anni sono stati costruiti edifici modernissimi progettati da rinomati architetti come Renzo Piano. E di nuovo un campo da calcio in meno per Sabi Ginal. Forse gli dispiacciono un po’ tutti questi cambiamenti? «Tutto ha due facce, ma oggi Berlino è una bella città, è la capitale della Germania ed giusto che sia così».

Arriviamo a Schlossplatz. Davanti a noi lo scheletro indebolito del Palazzo della Repubblica, un tempo simbolo della Repubblica Democratica Tedesca. Dopo una lunga discussione ancora oggi non è chiaro cosa verrà costruito in questo posto. Né Castello né Palazzo. Per adesso il centro di Berlino è un cantiere sul quale veglia tranquilla la torre della televisione con la sua altezza vertiginosa.

Le lunghe notti di Kreuzberg

Qual è il più bel quartiere di Berlino? Difficile a dirsi. Sabi Ginal vive a Schöneberg, al contrario della maggior parte degli altri membri della comunità turca che vivono a Kreuzberg. Lì ci sono molti locali e negozi di kebab e, come riassume bene una canzone tedesca famosissima: "Le notti di Kreuzberg sono lunghe. Prima iniziano molto lentamente. Ma poi, ma poi..." No, a lui piace Schöneberg. Si trova in una posizione centrale nella quale si è sempre trovato bene. A Schöneberg non ci sono così tanti locali, ma «ci si può comunque bere un caffè».

Intanto arriviamo ad Alexanderplatz nella parte Est che, col quartiere del Kurfürstendamm, nella parte Ovest, rappresenta uno dei due polmoni di Berlino. La capitale tedesca è così: due centri, ma anche due teatri dell’Opera. E, spesso, anche la toponomastica fa qualche scherzetto: «Bisogna saperlo, quando un cliente vuole essere accompagnato in Eisenacherstrasse. È quella orientale o quella occidentale?» spiega Ginal. Ma la maggior parte dei suoi clienti vuole solo essere accompagnata ai magazzini La Fayette in Friedrichstraße o al KadeWe sul KuDamm (come i berlinesi chiamano affettuosamente il Kurfürstendamm) e nel periodo vacanziero in direzione aeroporto. Sabi Ginal ride, «mi piace accompagnare le persone all’aeroporto di Schönefeld. È un tragitto lungo e ne vale la pena.»

Nel 2011 dovrebbero aprire il nuovo aeroporto di Schönefeld. Ci vogliono 40 minuti per arrivarci. E che ne sarà del leggendario aeroporto di Tempelhof? Ginal alza le spalle. Non è ancora stato deciso, ma forse diventerà una clinica privata. «Così si potrà atterrare con il proprio jet privato» dice ironicamente. Sembra proprio che nella Berlino di domani non esisteranno più confini.

Sono le 11:12. Siamo arrivati in Oranienstrae. Mentre Sabi Ginal carica l'ennesimo turista, io prendo posto tra i tavolini di un bar e nella Kreuzberg delle notti senza fine mi gusto un caffè. Sotto il sole, però.

Copyright delle foto: Judith Laub. Copyright della foto sulle Trabant a Kreuzberg: Schwellenreiter/Flickr.

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Translated from Mit dem Taxi durch Berlin