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Immigrazione in Svizzera: "Fuck the Eu"

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Maria Elena Vaiasuso

Do­me­ni­ca 9 feb­bra­io, con una stret­ta mag­gio­ran­za, la Sviz­ze­ra ha detto «sì» al­l’i­ni­zia­ti­va «Con­tro l’im­mi­gra­zio­ne di massa» la quale pre­ve­de l’in­tro­du­zio­ne di quote per l’im­mi­gra­zio­ne e la prio­ri­tà ai cit­ta­di­ni sviz­ze­ri nelle as­sun­zio­ni. Ras­se­gna stam­pa.

Pra­v­da - Slo­va­CCHIA: IStE­RI­SMO XE­NO­FO­BO

La Com­mis­sio­ne eu­ro­pea e di­ver­si po­li­ti­ci di tut­t’Eu­ro­pa hanno espres­so il pro­prio ram­ma­ri­co per l’e­si­to del re­fe­ren­dum el­ve­ti­co. A que­sti si uni­sce il quo­ti­dia­no di si­ni­stra Pra­v­da il quale teme che l’e­sem­pio dato della Sviz­ze­ra possa in­ne­sca­re un trend ne­ga­ti­vo nel resto d’Eu­ro­pa: «Quasi tutti i par­ti­ti par­la­men­ta­ri e i di­ri­gen­ti po­li­ti­ci si sono op­po­sti a que­sta pro­po­sta in­sen­sa­ta che vuole porre li­mi­ti al­l’im­mi­gra­zio­ne, ma non è ser­vi­to a nulla. Nean­che l’a­na­li­si dei dati og­get­ti­vi è stata di gran­de aiuto: in que­sto paese al­pi­no che da molto tempo vive di im­mi­gra­zione, la di­soc­cu­pa­zio­ne rag­giun­ge ap­pe­na il tre per cento. Inol­tre, le re­stri­zio­ni alla li­be­ra cir­co­la­zio­ne com­pli­che­ran­no le re­la­zio­ni tra la Sviz­ze­ra e l’Ue, ma que­sto non ha avuto alcun ef­fet­to dis­sua­si­vo. Non solo a Berna bi­so­gne­rà chie­der­si il mo­ti­vo per il quale anche nei paesi più svi­lup­pa­ti, una cam­pa­gna a dir poco pri­mi­ti­va con­tro qual­sia­si forma di in­te­gra­zio­ne possa ri­sul­ta­re vin­cen­te. C’è da dire che Bru­xel­les ha la sua parte di re­spon­sa­bi­li­tà in tutto ciò, aven­do sot­to­va­lu­ta­to l’im­por­tan­za della po­li­ti­ca so­cia­le. Se non si pren­de­ran­no dei prov­ve­di­men­ti, la xe­no­fo­bia di­la­ghe­rà in Eu­ro­pa». (Ar­ti­co­lo pub­bli­ca­to il 10/02/2014)

El País - SP­agNA: unA PRE­OC­CU­PAN­TE CHIU­SU­RA IN Sé­

L’e­si­to del refe­ren­dum in Sviz­ze­ra di­mo­stra l’a­sce­sa della xe­no­fo­bia in Eu­ro­pa, scri­ve il quo­ti­dia­no di cen­tro-si­ni­stra El País, il quale in­ci­ta i par­ti­ti del cen­tro ad adot­ta­re delle mi­su­re con­tro tale si­tua­zio­ne: «La vit­to­ria di chi si op­po­ne al­l’im­mi­gra­zio­ne di massa in Sviz­ze­ra avrà delle ri­per­cus­sio­ni in tut­t’Eu­ro­pa in quan­to que­sto voto ri­met­te in di­scus­sio­ne l’ac­cor­do sti­pu­la­to con l’Ue sulla li­be­ra cir­co­la­zio­ne delle per­so­ne ed anche per­ché ri­flet­te le ten­den­ze po­pu­li­ste e xe­no­fo­be che, a soli pochi mesi dalle ele­zio­ni eu­ro­peee, im­per­ver­sa­no sul vec­chio con­ti­nen­te. […] In Eu­ro­pa, le forze po­li­ti­che cen­tri­ste de­vo­no rea­gi­re, ora. In par­ti­co­la­re, esse de­vo­no raf­for­za­re la pro­pria, at­tual­men­te de­bo­le, lea­der­ship e di­fen­de­re i va­lo­ri eu­ro­pei da chi teme l’a­per­tu­ra delle fron­tie­re, la mon­dia­liz­za­zio­ne e da chi con­si­de­ra la chiu­su­ra una pos­si­bi­le so­lu­zio­ne alla crisi». (Ar­ticolo pub­bli­ca­to il 10/02/2014)

Die Zeit - GER­MA­NIA: UN ALTO PREZ­ZO DA PA­GA­RE

Se­con­do la ver­sio­ne on-li­ne del set­ti­ma­na­le li­be­ra­le Die Zeit, que­sto re­fe­ren­dum com­pli­ca la si­tua­zio­ne della Sviz­ze­ra. Il gior­na­le af­fer­ma che si trat­ta di un ri­sul­ta­to le­ga­to alla crisi di iden­ti­tà di cui sof­fre il paese: «Il pro­ble­ma non era di certo le­ga­to alla man­can­za di posti li­be­ri sui treni, né alle code nelle stra­de in­ta­sa­te, né agli af­fit­ti esor­bi­tan­ti degli ap­par­ta­men­ti delle gran­di città. In­fat­ti, a Zu­ri­go, Gi­ne­vra  e nel Can­to­ne di Vaud, l’i­ni­zia­ti­va del­l’U­DC è stata boc­cia­ta. […] L’i­ni­zia­ti­va con­tro l’im­mi­gra­zio­ne di massa si è tra­sfor­ma­ta in un voto sul­l’im­ma­gi­ne che gli sviz­ze­ri hanno del pro­prio paese. Le aeree ru­ra­li e con­ser­va­tri­ci hanno di poco avuto la me­glio sulle aree ur­ba­ne e li­be­ra­li. […] Ma il prez­zo da pa­ga­re per que­sta scel­ta ideo­lo­gi­ca po­treb­be es­se­re molto alto. Que­sto per­ché i punti del­l’i­ni­zia­ti­va in­fran­go­no gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li che la Sviz­ze­ra ha sti­pu­la­to con l’Ue». (Ar­ticolo pu­bblicato il 10/02/2014) 

Cor­riere del Ti­cino - SVIZ­ZE­RA: COM­BAT­TE­RE PER LA PRO­PRIA IDEN­TI­TÀ

Gli sviz­ze­ri non hanno vo­ta­to con­tro gli stra­nie­ri ma per la pro­pria so­vra­ni­tà na­zio­na­le, scri­ve il quo­ti­dia­no li­be­ra­le Cor­riere del Ti­cino: «E ora, per cor­te­sia, non dite che gli sviz­ze­ri sono egoi­sti, xe­no­fo­bi o ad­di­rit­tu­ra raz­zi­sti. La Sviz­ze­ra è e resta uno dei Paesi più de­mo­cra­ti­ci, tol­le­ran­ti e al­trui­sti al mondo. In tempi di con­ti­nua sot­tra­zio­ne di so­vra­ni­tà na­zio­na­le, con­ti­nua a cre­de­re nelle virtù della de­mo­cra­zia e so­prat­tut­to della de­mo­cra­zia di­ret­ta. […] Que­sta è una de­ci­sio­ne sto­ri­ca. An­ti­ci­pa il sen­ti­men­to che un nu­me­ro cre­scen­te di po­po­li eu­ro­pei pro­va­no nei con­fron­ti del­l’U­nio­ne eu­ro­pea e delle or­ga­niz­za­zio­ni so­vra­na­zio­na­li. Un ­sentimento che tro­ve­rà piena espres­sio­ne alle pros­si­me ele­zio­ni eu­ro­pee. […] Non è stato un voto ra­zio­na­le, ma emo­ti­vo. Non è stato un voto “con­tro” ma un voto “per”; sì di­fen­de­re se stes­si e la pro­pria iden­ti­tà.» (Ar­ticolo pu­bliccato il 10/02/2014) 

Eu­ro­to­pics - 30 paesi - 300 mezzo di comunicazione­ - 1 ras­se­gna stam­pa

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Translated from Immigration en Suisse : « Fuck the EU ! »