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Immigrati a Torino: storie di successo e di crisi

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Default profile picture Angie Pagano

Per decenni la fiorente economia torinese ha attratto centinaia e centinaia di immigranti da tutto il mondo. La crisi economica ha cambiato la realtà di molti di loro. Abbiamo fatto un giro tra le strade multiculturali della capitale sabauda.

La Galleria Subalpina

In Piazza Castello, è un piccolo gioiellino nel cuore di Torino. Anche se può facilmente sfuggire all’attenzione, la galleria vanta un gran numero di negozi in una delle zone più lussuose della città.

Foto di Greg Fonne

Gita scolastica

Ogni anno migliaia di studenti e scolari, provenienti dalle vicine Genova e Milano, visitano Torino per la sua ricca eredità culturale e le architetture mozzafiato.

Foto di Greg Fonne

La prima capitale italiana

Prima capitale d’Italia nel 1861, Torino riflette ancora oggi il suo passato di importante centro politico europeo. 

Foto di Greg Fonne

Effetto Europa

Una mostra che ha l’obiettivo di dimostrare i benefici apportati dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale sull’economia e lo sviluppo del Piemonte e di Torino negli ultimi due decenni.

Foto di Greg Fonne

Il negozio di fiori di Salam

Come molti altri prima di lui, Salam è arrivato dal Bangladesh nel 2005 in cerca di una vita migliore e la speranza di lavorare in una delle numerose industrie torinesi. 

Foto di Greg Fonne

Altri modi per vivere

Molti di questi uomini lavoravano in una delle fabbriche vicino a Torino. In seguito alla recessione, e al conseguente declino delle industrie, hanno dovuto trovare un altro modo per guadagnarsi da vivere.

Foto di Greg Fonne

25 euro al giorno

Lavorano dalle 10 alle 12 ore al giorno, per almeno sei giorni a settimana e portano a casa circa 25 euro al giorno. Molti di loro hanno lasciato le famiglie nel proprio paese, a cui inviano una parte del loro guadagno, per quanto possibile.

Foto di Greg Fonne

San Salvario

Vicino alla stazione principale di Torino, San Salvario è sempre stata una zona dagli affitti bassi. Ha attirato ondate di immigranti provenienti prima dal sud d’Italia, negli anni ‘50 e ’60, e più tardi dall’Africa.

Foto di Greg Fonne

Una bella storia

Una storia di immigrati di successo. Bibo arriva a Torino all’età di 16 anni dal Cairo e lavora come cuoco per nove anni. Con i soldi messi da parte, apre il primo ristorante di kebab a San Salvario, ora diventato uno dei più famosi in città. Oggi è il fiero proprietario di svariati commerci tra cui una macelleria, un panificio, un barbiere e un altro ristorante di kebab in una delle vie più affollate di Torino.

Foto di Greg Fonne

Il mercato

Sabato mattina, il principale mercato torinese in Piazza della Repubblica. Carni, pasta, formaggi, verdure, vestiti, accessori vari e per la casa per accontentare tutti i gusti. Un posto pieno di colori, odori e suoni.

Foto di Greg Fonne

Venditore di frutta marocchino

A Torino, gli immigrati provengono principalmente dall’Europa dell’Est, Nord Africa e Asia.

Foto di Greg Fonne

Residenti di lungo corso

Nonostante risiedano da anni in città, hanno molte difficoltà ad ottenere i documenti per poter rimanere “ufficialmente” nel paese. Mentre camminavo per il mercato, la mia macchina fotografica veniva spesso guardata con diffidenza.

Foto di Greg Fonne

Oltre il mercato

Al nord del mercato, un improvvisato (e famoso) “mercato delle pulci”: un altro modo per procurarsi qualche euro in più in tempi difficili.

Foto di Greg Fonne

Per trovare di tutto e di più

“Ma chi mai potrebbe comprarlo?” viene da chiedersi. Eppure, se davvero non interessasse a nessuno, probabilmente non sarebbe in esposizione.

Foto di Greg Fonne

Roberta Ricucci

Roberta Ricucci, sociologa all’Università di Torino, è l’autrice di un rapporto per la Caritas sull’importanza e i benefici dei lavoratori stranieri sull’economia italiana.

Foto di Greg Fonne

Translated from Images: immigrants during the crisis in the streets of Turin