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Il voto “stupido”: una storia (non solo) francese

Published on

Story by

RANXEROX

Translation by:

Claudia Nannini

Politica

Alla vigilia delle elezioni saremo inondati di statistiche affinate che mettono in evidenza il voto dei “giovani”, delle “donne”, degli “anziani” e di altre categorie socio-professionali. Tuttavia, se esiste un voto che fa regolarmente oscillare le elezioni e che si incrocia con i precedenti è proprio il voto “stupido”.

In Francia esiste effettivamente una massa informe capace in pochi anni di saltare di palo in frasca, e che può rappresentare dal 10 al 20% dei suffragi. Massa “informe” perché, sebbene un'abbondante letteratura abbia cercato di definirne il contorno (Michel Audiard, François Cavanna...), è sempre stato molto difficile circoscriverne i limiti esatti. Quindi come identificare e quantificare il voto “stupido”?

Non sono d'accordo, ma il mio è un voto "utile"

Difficile spiegare perché molti stupidi si nascondono, mentre altri si palesano, con fierezza. Ricordiamo all'inizio degli anni '80 le riunioni del Front National dove era possibile vedere i simpatizzanti sfoggiare le t-shirtssono stupido, ho votato Mitterand nell'81”. Allora avevamo a che vedere con uno stupido che si metteva in mostra, uno stupido militante, uno stupido da combattimento. Purtroppo, però, lo stupido è spesso meno leggibile, più vergognoso e più sornione.

Difficile anche definire il termine. Preferiamo comunque il voto “stupido” piuttosto che il voto “degli stupidi” per non fustigare nessuno. Tuttavia siamo davvero sicuri che non avendo votato “utilmente” non abbiamo mai votato “stupidamente”?. E'vero che il voto “utile”, costantemente invocato dai portaborse e mai dai capi, evoca le nozioni di strategia, proposito, intelligenza. Per esempio: non voto a destra – sono di sinistra – ma sono obbligato dal mio oscuro dovere repubblicano a ostacolare l'estrema destra. E' ciò che è accaduto nel2002 allorché elettori tradizionalmente di sinistra hanno affondato l'elezione di Jean-Marie Le Pen al secondo turno delle presidenziali. Mi fa male ma voto utile. Ma votare “utile” corrisponde veramente al gioco della democrazia? Non ci si sente forse manipolati e quindi tentati di lasciarsi andare alla stupidaggine?

Effetto perverso della democrazia?

Eppure l'appello al voto “stupido” esiste eccome. Ed è appena celato. A tale fine le nostre politiche si richiamano ad un ventaglio di risentimenti - la paura, l'invidia, la gelosia – che si declinano in una rosa che va dal “noi vi proteggeremo” al “non mi piacciono i ricchi”. C'è proprio da scommettere che la campagna attuale, che non brilla per la sua elevazione di spirito, vada in crescendo con appelli “stupidi” sempre più diretti. In effetti, sulle tracce di una “sociologia elettorale per i mediocri”, riteniamo che il voto “stupido” sia in realtà il risultato di una tattica sapientemente orchestrata dai saggi. Proprio coloro che mettono delle “trappole per stupidi”, così popolari a partire dallo slogan popolarizzato nel 1968 da Jean-Paul Sartre: “elezioni, trappole per gonzi (Élections, pièges à cons)".

Attenzione però a non fare confusione , il voto stupido non è appannaggio solamente degli idioti, può anche essere “istruito”. A tal fine basta, per esempio, fare un uso intensivo del “no” che in Francia è estremamente diffuso. Ci si sente allora liberi e indipendenti mentre in realtà si è conservatori e reazionari. Chi è che recentemente non ha smesso di emergere all'occasione di un “no” e che progredisce regolarmente sulla spinta di idee di rifiuto? Cercate, cercate...troverete.

Un'ultima questione: il voto “stupido” è una questione di età? Sembra di sì, tanto che “la situazione non sembra migliorare”. Possiamo osservare che in un paese dove non si toglie la patente di guida a qualcuno la cui vista è diminuita in modo pericoloso, non si leva nemmeno il diritto di voto a qualcuno colpito da senilità. Dovremmo scorgere una correlazione fra una società che invecchia e un aumento della stupidità? Sarebbe probabilmente ingiusto e riduttivo e conviene piuttosto cantare con Brassens: “il tempo non può farci nulla, quando si è..”.

Se qualcuno, a causa del dubbio sollevato da questo articolo, desidera conoscere il proprio grado di stupidità prima di andare a votare, un sito gli è dedicato.

Foto di copertina: (cc) Brice Blondel/flickr, testo: (cc) Sterin/flickr; video: Alain Badiou (cc) pietro681bleu/youtube e (cc) ptetbenquoui/YouTube.

Story by

Translated from « Élections, pièges à cons » : une histoire du vote en France