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Il percorso della speranza, ieri e oggi

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Torino

Articolo di Chiara Santoro Ottanta scatti per riflettere alla mostra “Berlino: la libertà oltre al muro” a Torino

Una nonna scatta una foto alla sua nipotina; sullo sfondo le macerie del muro, il simbolo della distruzione che porta miracolosamente un analogo messaggio di speranza a quella nuova nascita.

Un incisivo scatto di Wolker Doring che ben evidenzia come le speranze del XXI secolo siano concentrate nei pezzi di storia che stanno andando in frantumi insieme a quel muro.

Questo percorso verso la libertà in ottanta scatti di famosi reporter dell'epoca è il tema della mostra fotografica “Berlino: la libertà oltre il muro” in esposizione alla Sala Bolaffi a Torino, dal 2 Ottobre al 9 Novembre 2009. Promossa dalla Regione Piemonte e da Alinari 24ORE in occasione del ventesimo anniversario di quel novembre 1989 che cambiò il mondo, questa esposizione racconta le sfide e le speranze racchiuse in quel simbolo di divisione: il muro.

La mostra ci conduce tra gli sguardi di chi assisteva con un opprimente senso di immobilità a quello scontro in sordina, a una guerra che si viveva nelle strade ma senza assalti, con una devastante impotenza. Gli sguardi delle foto di Joachim G. Jung sono diretti spesso oltre, o meglio sopra il muro, verso l'altra parte del mondo, nella speranza di scorgere un familiare, un sorriso caro, o solo nell'ansia di scoperta dell'altro, così velocemente diventato estraneo. Altri si concentrano anche al di qua del muro, verso altri simboli di questa divisione. La tensione è raffigurata spesso dalle espressioni dei soldati impegnati in spersonalizzanti parate oppure a difendere una identità nazionale imbrigliata dalle due diverse “sponde” di un muro, senza ponti da attraversare, senza possibilità di comunicazione. Ci sono anche gli sguardi al muro: quello della mente, della riflessione, dell'immaginazione e della creatività. Dalla foto dei murales degli anni '80 di Manfred Klockner emerge una necessità di espressione che riversa i suoi colori a tinte forti su quel simbolo di oppressione, quasi a volere smuovere quell'immobilismo con le uniche armi disponibili, con la libertà dell'espressione creativa che rende rappresentabile ciò che era ancora impossibile da realizzare. Ed ecco come una colomba stilizzata, i cui contorni sono rappresentati dal filo spinato, emerge dal grigiore del muro: è un desiderio trattenuto dall'incombenza fisica di quell'ostacolo che sembra insormontabile.

Le immagini di quel 9 novembre 1989, giorno della rinascita, rappresentano lo scoppio di quei colori che fino a quel momento erano rimasti intrappolati nelle aspettative dei murales. La colomba riesce a liberarsi dal filo che la teneva imprigionata. Le foto di Ingo Rohrbein rappresentano un'esplosione di vitalità di un popolo che era rimasto obbligatoriamente sopito. I resti di una ideologia, un ideale collettivo che aveva diviso il mondo in due sistemi contrapposti, giacciono ora come un passato superato per sempre.

Un muro che cade, divisioni che vengono meno, spesso non significano unione, integrazione, rispetto e confronto. E' talvolta la vittoria di una sponda sull'altra, un'invasione, una nuova supremazia conquistata. Una foto di Christiane Trabert mostra modelle e modelli che indossano una collezione di abiti di un grande stilista dedicata alla caduta del muro, sullo sfondo la porta di Brandeburgo della nuova Germania unita. Forse i resti di una ideologia, e le speranze che si concentravano nel suo superamento, non sono diventate altro che i feticci di un iperbulimico capitalismo?

Probabilmente le aspettative di quel 9 novembre devono ancora trovare una giusta realizzazione, ma in quella data qualcosa è veramente cambiato. L'esaltazione, lo slancio che prende forma dal fragore della gioia collettiva, è la spinta vitale della storia non solo del popolo tedesco, ma del mondo intero.

A vent'anni da quell'evento, si può ancora tentare. La mostra è un'occasione importante per ricordare; un bombardamento di colori e forme da cui scaturisce tutta l'energia costruttiva e di rinnovamento necessaria per dare forma ai sogni che all'epoca si agitavano nella mente di quei giovani mentre con le loro mani sgretolavano insieme il simbolo della divisione mondiale.

Info: Sito della mostra