Participate Translate Blank profile picture
Image for Il patto del tortellino dei "5 camisados del socialismo europeo"  

Il patto del tortellino dei "5 camisados del socialismo europeo"  

Published on

Politica

Nell'Europa dell'austerità e dei tagli esiste ancora uno spazio per il socialismo e per le politche di sinistra? A Bologna 5 leader in camicia bianca hanno siglato il "patto del tortellino", atto costitutivo del nuovo marketing del centro sinistra europeo. 

"Internazionale in camicia bianca", "Eurorenzismo", patto "Eu-Dem". Le definizioni si sprecano, ma l'incontro di Bologna dei "camisados del nuovo socialismo europeo" ha segnato un nuovo e inedito passo per la sinistra del Vecchio Continente, parecchi anni dopo l'eurocomunismo di Berlinguer, Carrillo e Marchais o ancora l'intesa Gonzales-Craxi-Mitterrand.

Nell’Europa delle politiche di austerità e delle manovre "lacrime e sangue", o delle famose riforme strutturali di flessibilità del mercato del lavoro, come si fa a condurre delle politiche socialiste o a essere ancora di sinistra? Più che una domanda é un ossessione per un socialismo europeo in cerca di identità e risposte. 

Ma il quesito sembra non avere ancora delle risposte concrete, o per citare Manuel Valls che polemizzava con la collega Martine Aubry sulle politiche di austerità: «Qual è l’alternativa?». Nel dubbio, la risposta di un socialismo europeo -sempre più lontano dalle sue basi, dal suo popolo tradizione e dal suo passato- sembra essere il nuovo marketing della sinistra europea. E la kermesse di Bologna non è altro che il suo atto costitutivo.

Una foto di famiglia destinata a rimanere negli annali oppure a cadere nell'oblio: "Matteo", il francese "Manuel", lo spagnolo "Pedro", l'olandese "Diederik" il tedesco "Achim". Tutti insieme su un palco a chiamarsi per nome, tutti uniti nella convizione che si debba invertire rotta e unire le forze per un percorso comune e tutti contenti di fare parte di una nuova sinistra all'insegna de "l'eurottimismo". 

"Federica", la nuova lady Pesc in versione presentatrice televisiva annuncia gli ospiti e si lascia scappare una battuta: "Sono qui a fare la valletta…». I bei quarantenni in camicia bianca (qualcuno come Sanchez davvero bellissimo), si avventurano in frasi di rito, battute ad effetto e persino gli slogan che non ti aspetti, come quel «venceremos» di guevariana memoria del tedesco Post o «compagni e compagne» di Sanchez. Due leader (Valls e Sanchez) parlano italiano, uno reclama la sua vecchia Europa (Samson), Tutti guardano Matteo con ammirazione. Il padrone di casa ha indicato la via, è il maestro che ha portato il suo partito al 40%, dove non era mai arrivato. «Che fortuna avete qui in Italia con ad avere un ministro come Matteo», conclude il leader Psoe rivolgendosi alla platea. 

«Il futuro é un luogo bellissimo andiamoci insieme»

E i leader socialisti siglano un patto, ribatezzato "del tortellino" (alla bolognese) nel ristorante Bertoldo. Come a ribadire che bisogna essere seri, ma mai prendersi troppo sul serio con il rischio di sembrare come gli altri, quei vecchi che litigano con la comunicazione e perdono le elezioni o che colano a picco come Hollande in Francia, Zapatero in Spagna e la vecchia guardia della sinistra italiana. E sembra questo -prima ancora che le famose alternative e le soluzioni- il segreto per cambiare il destino del centro sinistra europeo e del Continente, è il nuovo marketing della sinistra. La lezione di Renzi, che a sua volta ha fatto scuola da Blair, è ancora una volta il potere della parola, la padronanza della comunicazione, l'efficacità della costruzione di un'immagine vincente, un brand per utilizzare una parola presa in prestito dal marketing politico e elettorale. 

Così il premier gioca la parte del padrone di casa, del maestro e del presentatore, in una Festa del'Unità che per un'ora diventa una sorta di "Leopolda internazionale". Poi, nei ringraziamenti finali pronuncia una delle sue frasi, tra poesia e speranza: «Il futuro é un luogo bellissimo andiamoci insieme». Sì, ma resta ancora da capire come.