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Il Delta del Po non è l'Inferno.

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È l'ennesimo poco edificabile episodio d'intolleranza e scarsa responsabilità civile, perfino di pietà e decenza nei confronti della dignità umana. L'ultimo di una lunga serie pressoché in contemporanea con lo sgombero del campo di Calais.

A Gorino, sul Delta del Po, in provincia di Ferrara. Da ieri ne leggo di tutti i colori, analisi, commenti, giudizi. E pronti tutti a dividersi tra destra e sinistra in modo tale da non capire più dove sta davvero il problema. È storia antica e tutta italiana. Diventa difficile perfino usare certi vocaboli senza essere bollati come fascisti o come comunisti. Il tempo delle ideologie è terminato, non esistono più. Il linguaggio e la comunicazioni vanno modificati.

Si parla e si parla, non si risolve nulla, nessuno fa nulla, e nemmeno si capisce dove sta il problema.

C'è chi incolpa i gerundi Salvini, chi risale alla gestione rinascimentale dei Cardinal Legati a Ferrara, le bonifiche degli Este, i mitili neri come vero oro della zona e guai a chi lo tocca, perfino la politica del Matteotti e il suo Partito Socialista sono colpevoli del contributo a questo capitolo triste della storia di quel territorio. La provincia della città in cui sono nato. Non amo intervenire su queste diatribe, ho osato solamente ed educatamente sottolineare, che conosco la gente di quei luoghi in cui sono cresciuto -sul solito social network- discutendo di un commento estremo, che paragonava Po e Mississipi nell'era dello schiavismo e -apriti cielo- sono diventato il campanilista che erge barricate, giustifica l'ingiustificabile, difende a torto la propria gente, il tutto per minimizzare un problema gravissimo.

Il problema è gravissimo, soprattutto se non si capisce dove sta. Non si può bollare il tutto come il gesto semplice di una qualche decina di razzisti e il Ku-Klux Clan non c'entra nulla. Queste situazioni hanno invece molto a che fare con l'insoddisfazione e la precarietà a cui tutti siamo condannati da tempo. Da mesi, anni succedono questi episodi, più o meno pubblicizzati dalla stampa. In Francia, in Germania, in Inghilterra sono ormai innumerevoli, il populismo carica i popoli proprio per farne strumento politico. La Rivoluzione Francese sarebbe avvnuta se un popolo intero non fosse stato alla stremo delle forze e senza più una via d'uscita, senza più speranza? Forse no.

Non si può generalizzare e definire o peggio giudicare intere località, paesi, regioni o nazioni senza una spiegazione, senza chiarire la complessità di un problema. Le genti del Delta hanno l'introversione di quelle venete e al contempo la schiettezza arcigna dei romagnoli. Non sono tutti razzisti. Sono popolazioni toste, ma anche con tante persone decenti. Non ridurrei la situazione complessa del Delta, di Ferrara e di tutta l'Italia a "destra" e "sinistra". Le ragioni per cui genti che dovrebbero essere "civilizzate" diventano cani da guardia addestrati al combattimento, riguardano l'economia e la politica di almeno gli ultimi venti anni tra EU e paesi occidentali in generale, primo tra tutti gli Stati Uniti, in quanto leader. Si poteva andare in una direzione di distensione e si è scelto di fare soldi, tutelare banche, supportare giganti economici. Questo è il risultato. Io non vedo altre ragioni per tutto questo. Nessuno si fida di uno stato e di istituzioni che ingannano di metodo e a cui si è aggiunta la fregatura dell'euro e di una politica di Bruxelles lontana ed arrogante, e una crisi economica tra le peggiori delll'intera storia moderna recente, globalizzata e con devastazioni e conflitti senza precedenti. Perfino la guerra non è più come fino ad ora l'abbiamo conosciuta.

C'è un conflitto in corso, la politica deva fare di più per le persone, comunicare, possibilmente con la verità, evitare il populismo, vera e propria peste del nostro tempo che miete sempe più vittime proprio perché tutti ne fanno uso. Tra Goro e Gorino ci sono oltre 4000 persone, non mi pare di averle viste nei filmati. E questo non è campanilismo o minimizzazione del problema. Le persone che hanno rifiutato e costruito palizzate contro dodici madri in difficoltà, sono vili e senza pietà. Persone che non si sono ancora rese conto, che non si può vivere una vacanza in nave da crociera nel mezzo ad una tempesta oceanica. Non sono però tutta la provincia di Ferrara, tra quelle che più ha fatto nell'accoglienza. Basta andare in giro per le strade per rendersene conto. Oggi l'ufficio di gabinetto del Sindaco ha comunicato ufficialmente, che il figlio di una delle rifugiate nascerà a Ferrara. Resta la speranza.