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I giovani in Europa: senza capo né coda

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Translation by:

Valeria

società

Il sottoscritto, come il resto dell'umanità, sarà probabilmente morto tra due giorni. Tuttavia, tutto mi porta a dire che queste mie spoglie mortali non mi mancheranno. Perché un po' morto lo sono già. E la colpa è tua, Europa.

Eccoci qua Europa. Se oggi mi accingo a scriverti, è perché ho messo insieme l'energia di tutti i giovani europei. Un po' come Goku con la sua sfera genkidama, che riunisce l'energia di tutti gli abitanti del pianeta. Se ti racconto tutto questo, è perché non sono esattamente nella forma migliore per scrivere, di questi tempi. Né per fare qualsiasi altra cosa, credo. 

Giovani, carini e disoccupati

Vedi cara Europa, non sono messo bene. Non che mi senta spento, questo è il destino di chiunque si lasci andare. No, mi sento piuttosto come il cavaliere nel Sacro Graal dei Monty Python, senza armi e braccia. Eppure non è che non mi sia dato da fare per cambiare le cose.

Ti ricordi la scorsa primavera, quella del 2011? Ero attrezzatissimo. Insieme con i miei amici, abbiamo infiammato le piazze d’Europa per manifestare contro l’austerity. “GliIndignati”, come ci chiamavano i media, che cavalcavano tranquillamente l’onda dell’indignazione a forza di Twitter Trend. E questo è durato per un bel po’, e giù con slogan libertari, con pagine di editoriali sui giornali di sinistra. E tu, giù nel tuo angolo. Abbiamo smosso le tue radici mentre da Standard & Poor’s – i guardiani del rischio default – facevano cadere le tue foglie a colpi di pialla sulla tripla A. All’improvviso, ti sei vendicata come una matrigna, con cariche a ripetizione contro le donne e i giovani. Ci hai tagliato le gambe, ma ci rimanevano pur sempre le braccia.

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Il movimento degli Indignati si è sgonfiato e all’entusiasmo dei giovani, a partire dai giovanissimi, sono state tarpate le ali. Primo segnale del disincanto in Francia, un sondaggio pubblicato su Le Monde del 23 novembre 2011, secondo il quale il 63% dei francesi pensa che i giovani siano egoisti e il 53% che non abbiano voglia di fare niente. Divario generazionale o meno, un'espressione si fa largo nei social network: generazione Y. Arte di arrangiarsi e difficoltà in spalla, una parte della popolazione europea viene etichettata con la penultima lettera dell’alfabeto. Tuttavia, non tutte le generazioni di giovani europei sono uguali in Europa. Quando si parla effettivamente di generazione Y in Polonia, si fa riferimento agli appassionati di nuovi media e democrazia digitale. Quando si parla di generazione P in Russia, si tratta di figli dell'impero sovietico che si ritrovano creativi brillanti, all'origine di pubblicità frizzanti per bibite gassate, sigarette e mentine alla frutta.

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Niente cioccolato

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Devo però confessare che c’è stato un periodo in cui i giovani europei godevano di una certa attenzione. Se marciare era ormai impossibile – per mancanza di gambe – ci si poteva sempre organizzare in versione digitale per intraprendere una pseudo rivoluzione. Ad esempio, con gli araldi dell'Isola dei cassaintegrati in Italia, Tres salidas in Spagna, Pôle Pote Emploi in Francia. Alcuni dei tuoi paladini, eletti direttamente dai cittadini o no, non hanno del resto esitato a ricompensare lo slancio di creatività. Durante la campagna elettorale per l’elezione del Presidente della Repubblica in Francia, il futuro presidente intendeva dare vita al "sogno francese”. Hollande ha gridato ai quattro venti che vuole fare dei giovani la grande causa del suo governo. Alcuni mesi dopo, i francesi hanno ricevuto nuove misure per accedere al mondo del lavoro, ma i cosiddetti "contratti generazionali" non erano proprio quello che si aspettavano... Fantastico, sì, se si vuole lavorare per 650 euro aiutando anziani a inviare mail con destinatari nascosti, o per 450 euro per fare uno stage a tempo pieno a sgobbare in agenzie pubblicitarie super accessoriate, tranne che per un budget per gli stagisti.

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Bisogna ammetterlo, cara Europa. Hai affidato il pacchetto giovani ai Paesi in cui gli amministratori hanno il carisma di un frigo vuoto. Dopo la Francia, l’Italia governata da Monti ha ben capito che non sono i giovani che toglieranno gli zeri alle cifre del debito pubblico. Per questo, Berlusconi è tornato alla carica… Una giovane ragazza italiana si rammarica della situazione in una lettera indirizzata al MinistroFornero. Ha spiegato che lavorare come cameriera in un bar e sentirsi rifiutare dai gestori dei negozi di kebab, non è normale quando si parlano tre lingue e si è reduci da uno stage all’ONU. Risposta del Ministro: “non siate choosy”. Ovvero: smettetela di essere schizzinosi, soprattutto quando vi si propone un lavoro. Un lavoro? E là, cara Europa, mi sono cadute le braccia.

Capisci quindi perché ho avuto difficoltà a scriverti, senza braccia e gambe, solo con una penna in bocca. Anche tenendo le spalle dritte, non mi hanno preso al concorso del disoccupato dell’anno organizzato da Benetton. Mi hanno detto che non avevo il fisico. Vai a capire perché.

Foto: copertina (cc) jomme/flickr ; testo: captaintim/flickr - Video (cc) flyingwebsite/YouTube

Story by

Matthieu Amaré

Je viens du sud de la France. J'aime les traditions. Mon père a été traumatisé par Séville 82 contre les Allemands au foot. J'ai du mal avec les Anglais au rugby. J'adore le jambon-beurre. Je n'ai jamais fait Erasmus. Autant vous dire que c'était mal barré. Et pourtant, je suis rédacteur en chef du meilleur magazine sur l'Europe du monde.

Translated from Fin du monde : la jeunesse sans queue ni tête