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I 35 euro-parlamentari – sulla via di Strasburgo

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La Parisienne di cafébabel

Oggi è stato il primo giorno di lavoro per i 35 euro-parlamentari che rappresenteranno la Romania al Parlamento Europeo dopo le elezioni del 25 novembre. Il vincitore di queste elezioni è stato il Partito Democratico, che ha inviato al Parlamento Europeo il maggior numero di deputati, 13.

Al secondo posto si è piazzato il Partito Socialdemocratico, con 10 euro-deputati, seguito dal Partito Liberal-Democratico, con 3, e dall’Unione Democratica degli Ungheresi in Romania, con 2 deputati. Oltre a questi partiti, c’è l’euro-deputato indipendente, Lazlo Tokes, rappresentante anch’egli della comunità ungherese in Romania.

Gli euro-parlamentari del Partito Democratico e dell’Unione Democratica degli Ungheresi in Romania entreranno nella famiglia del Partito Popolare europeo, i socialdemocratici andranno invece fra le fila del PSE e i liberali fra quelle dell’ALDE.

Lo scarto fra i risultati elettorali dei due maggiori partiti non sembra essere stato molto significativo, ma ciò è dovuto solo ai loro giochetti politici.

Il Partito Democratico ha ottenuto il 28,81% dei voti, sebbene gli exit polls gli dessero fra il 35% e il 40%, mentre i Socialdemocratici hanno raggiunto il 23,11%, rispetto ad una previsione del 19%-21%. Nonostante questo, il Presidente del partito, Mircea Genoana, si è dichiarato insoddisfatto del risultato, sostenendo che il PSD meritava la vittoria.

La verità è che il PSD ha ottenuto il peggior risultato della sua storia e questo è dovuto, da un lato, alle divisioni interne, alle voci incerte (i membri del partito avevano opinioni divergenti riguardo all’opportunità di sostenere o meno il PNL e ai negoziati per l’ingresso nel governo) e alla mancanza di autorevolezza di Mircea Geoana. In più, la loro campagna elettorale è stata debole, con poche risorse finanziarie, per cui gli elettori non sono stati persuasi a votarli.

Quanto al Partito Democratico, sebbene uscito vincitore dalle elezioni, ha riscosso una percentuale di voto inaspettatamente bassa. E’ stato il risultato della decisione di Traian Basescu (precedentemente Presidente del partito e attualmente capo  dello stato), che ha imposto ai democratici di aiutare il PLD nella campagna elettorale. Obbedendo agli ordini, i democratici hanno influenzato il proprio elettorato perché votasse per il neonato partito, cedendo al PLD gli spazi elettorali che loro stessi avevano comprato e  inviando i propri attivisti alle manifestazioni organizzate dal PLD durante la campagna elettorale.                  

Secondo gli analisti, il PD ha perso il 4% dei suoi voti a causa di queste azioni. Molti leader democratici si sono detti scontenti della strategia di Traian Basescu.

La conciliazione è arrivata questa settimana con la fusione del PD e del PLD nel Partito Democratico-Liberale (PDL).

I grandi sconfitti, che non sono stati in grado di superare la soglia di sbarramento, sono stati: il Partito Romania Grande (PRM), che non ha ottenuto nessun seggio al Parlamento Europeo, raccogliendo solo il 4,5% delle preferenze, e il Partito Nuova Generazione (PNG) di Gigi Becali (il Presidente della squadra di calcio Steaua) che ha raggiunto il 4.85%.

Bassa l’affluenza alle urne per le elezioni europee, solo il 29.46%. E’ un fenomeno naturale, verificatosi anche negli altri paesi in occasione della stessa consultazione elettorale.

Camelia Paraschiv

Traduzione : Laura Bortoluzzi