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Hitler a Hollywood: il complotto USA contro il cinema europeo

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Cultura

In fondo, tutti lo sanno: far concorrenza a Hollywood è impossibile. Tuttavia un tempo l'avvenire del cinema europeo pareva glorioso e promettente. Cos'è successo? La docu-fiction HH: Hitler à Hollywood avanza la teoria del complotto hollywoodiano.

 La trama

Con il suo documentario dal titolo choc HH: Hitler a Hollywood uscito in Francia nel maggio scorso, il regista belga Frédéric Sojcher sostiene che dietro la disfatta della produzione cinematografica europea del dopoguerra si nasconda un diabolico complotto architettato dagli studios hollywoodiani. Questa la trama: Maria de Medeiros alle prese con un documentario dedicato all’attrice Micheline Presle, verrà a conoscenza dell’esistenza di un film mai uscito neanche dalla camera oscura “Je ne vous aime pas” (Non vi amo) di Luis Aramcheck, cineasta misteriosamente scomparso nel 1946, proprio come le sue produzioni cinematografiche. Sulle tracce del regista, Maria svelerà un complotto architettato abilmente dai colossi cinematografici americani per eliminare alla fonte il cinema europeo del dopoguerra. Un’inchiesta che però metterà in pericolo la sua vita.

Realtà o finzione?

Entrambe le cose. Se da una parte la teoria del complotto hollywoodiano è inventata di sana pianta, dall’altra non dimentichiamo che ci fu un tempo in cui il cinema europeo era ben più apprezzato di quello statunitense, grazie soprattutto alle tecniche cinematografiche all’avanguardia di cui poteva vantarsi. Oggi invece, complotto o no, è innegabile che il numero degli spettatori che scelgono di assistere alla proiezione di “HH: Hitler a Hollywood” piuttosto che al blockbuster americano della sala accanto, si conta sulle dita di una mano. Di chi è dunque la colpa? Dei grandi colossi americani e dei loro budget esorbitanti o del pubblico europeo che abbandona la sua identità culturale in favore di uno scadente film di grido?

C’è ancora un futuro per il cinema europeo?

Con un bizzarro road-movie dalla grafica fumettistica in stile Tintin, Frédéric Sojcher vince la difficile scommessa di farci divertire e allo stesso tempo riflettere sulle sorti del cinema europeo. Aperto alla discussione, il regista precisa di non voler osteggiare il cinema americano ma di essere semplicemente contrario all’invasione delle pellicole hollywoodiane sui nostri schermi. In fondo, il problema principale del cinema europeo non è certamente la sua mancanza di diversità, bensì semmai di unità.

Il documentario è dedicato all'attrice francese di 89 anni.

Il cinema europeo è infatti caratterizzato dall’isolamento delle diverse produzioni nazionali che preferiscono arroccarsi nelle proprie roccaforti (vedi Pedro Almodovar a Madrid) piuttosto che aprirsi a coproduzioni e al casting internazionale che darebbero vita a un cinema più competitivo. Malgrado gli sforzi di programmi europei come Média (che va avanti con 100 milioni di euro l’anno, cioè il budget medio di un singolo film americano!) la diffusione delle nostre produzioni nazionali nel Vecchio Continente resta debole e diversificata, mentre quella dei film americani si espande a macchia d’olio su tutti gli schermi d’Europa e del mondo.

Come possiamo dunque fare concorrenza a Hollywood? L’Europa incita ad essere “Uniti nella Diversità”. Ebbene Sojcher, difende questa unità per la diversità cinematografica. Una bella sfida a cui mi unirei volentieri…E voi?

Photos : Une (cc)bret polok/flickr ©Press Kit du site officiel de HH : Hitler à Hollywood, Vidéo ; filmsactu/youtube

Translated from Hitler à Hollywood ou le complot US contre le cinéma européen