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"Gli Eurocrati": il lato divertente della politica europea

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Luca Arcari

Torino

La figura del grigio funzionario europeo non genera istintiva simpatia, eppure un gruppo di ragazzi che lavora al Parlamento Europeo ci mostra come la politica comunitaria possa essere molto più divertente di quanto immaginiamo.

"Gli Eurocrati" è una pagina facebook, una raccolta di pura satira europea che negli ultimi tempi sta riscuotendo un discreto successo. Loro si definiscono "l'Europa della burocrazia e delle banche", ed il rischio, che è poi la qualità dell'ironia, è che vengano presi sul serio. Anche se forse per troppa modestia lo ignorano, sono il più accurato organo di informazione sulla politica dell'Unione europea

Ce la descrivono direttamente da Bruxelles in un modo uguale ma opposto a quello del populismo più tipico, che  semplifica l'interpretazione di eventi complessi per trasmettere un messaggio distorto. Viceversa, gli Eurocrati estremizzano ulteriormente la semplificazione, e tramite meme, fotomontaggi e battute lunghe come un tweet ci ricordano che l'Europa è molto più vicina di quanto noi possiamo pensare. Quando l'avvinazzato presidente della Commissione europea viene ribattezzato Gin-Claude-Juncker, non lo si rende forse umano ed in fondo uguale a quei politici nostrani che affollano i salotti televisivi? L'accostamento non è banale, in un mondo in cui l'UE è spesso vista come entità lontana, estranea dalla realtà e goveranata da oscuri poteri forti per mezzo di una folta rete di burocrati.

Ma gli Eurocrati sono consapevoli della nostra ignoranza, e nella rubrica "l'eurocrate che non conosci ma che ti governa" ci spiegano che l'eurocrazia è in realtà composta da persone fisiche, politici come quelli a noi più familiari, con pregi e difetti, vizi e virtù. Tuttavia i primi aumentano quanto più meridionale (o meglio, mediterranea) è la provenienza del soggetto, mentre i secondi si ritrovano invece negli austeri nordici; c'è però un'importante eccezione, Mario Draghi: il vero eurocrate nell'esercizio delle sue funzioni si trasfigura, perde il superfluo fardello rappresentato dalla nazionalità e assume i caratteri del semidio, dell'eroe invincibile. Allo stesso modo vengono trattati i grandi fatti di attualità, dalla crisi del debito greco alla Brexit, fino alle "banali" partite degli Europei di calcio; non era forse ovvio che dovendo premiare i migliori rigoristi, la spendacciona Italia aveva contro la solida Germania ben poche possibilità? In sintesi, "Gli Eurocrati" ci regalano una rappresentazione fedele, ironica e spassosisima della politica europea, ma anche dell'impatto che questa ha sulle nostre vite di tutti i giorni.

È solo puro divertimento? Uno dei gestori della pagina, intervenuto di recente alla festa dell'Unità di Torino in un dibattito sul tema "Satira e Politica", racconta che nel suo "divertissement” vede solo tante risate, e forse un po' di nozionismo didattico sull'Ue e sul suo funzionamento. Devo dire che non sono d'accordo, credo ci sia dell'altro. Capita talvolta che alcuni utenti prendano sul serio i post degli Eurocrati, manifestando un rabbioso dissenso. Fatto curioso e per certi versi inaspettato, spesso non si scagliano contro entità amorfe quali le "banche", la "finanza", l'"Europa", "Bruxelles". Prendono invece di mira i vizi e l’incapacità del presidente della Commissione, le attività spesso futili del  Consiglio europeo, le manie rigoriste di qualche commissario. In pratica dietro ad apparentemente semplici e banali battute c'è la trasmissione di un messaggio corretto. Per mezzo dell’ironia, le discussioni sull’argomento "Europa" vengono depurate del populismo qualunquista e ricondotte al campo che gli compete: quello della politica. Non si parla più di complotti e nebulose entità, ma di persone, istituzioni e politici che possono piacere o meno, ma che in quanto tali compiono scelte soggette alla volontà, alla discussione ed eventualmente alla disapprovazione da parte dell'opinione pubblica. Quell'opinione pubblica comune di cui in Europa abbiamo un disperato bisogno, per poter avere tra noi europei un vero confronto, in cui si parli, discuta e litighi sugli stessi argomenti, parlando lo stesso linguaggio politico.

Se "Gli Eurocrati" fossero letti in ogni paese europeo, e riuscissero a farci ridere tutti assieme della politica dell'Ue, sarebbe già un ottimo inizio. Nell'impresa di riuscire a produrre una comune opinione pubblica europea tanti letterati, politici e giornalisti (si pensi a LENA, il gruppo che pubblica contemporaneamente gli stessi articoli su più giornali europei) hanno finora fallito.

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