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Gerhard Glück disegna la piccola borghesia

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Intervista con il disegnatore satirico 64enne che critica la società con “quadri” pastello e acquarello. Firma fissa della rivista svizzera Neuen Zürcher Zeitung, ci invita nella sua villetta piccolo-borghese.

Le siepi dei giardini davanti casa sono ben potate. Quasi non si vedono più i recinti tra i terreni. Le Audi e le Volvo sono al sicuro nei garage. Alla sera le persiane avvolgibili vengono abbassate, spesso automaticamente. Tutto è ben ordinato, con vista sul verde del campo da golf. Solo uno esce da questo idillio: il caricaturista Gerhard Glück. Il più grande schernitore della mentalità piccolo borghese vive nel cuore di quest’ultima, meravigliosamente posizionata su un pendio sopra Kassel, in una villa in stile Liberty.

Solo qui può nascere la sua arte, per la quale ha vinto già tre ©Gerhard Glückvolte il premio tedesco per le caricature. A differenza della maggior parte dei suoi colleghi, Glück non ripropone con tratto veloce le penosità politiche: le sue scene sono dei quadri di piccolo formato in acrilico e tempera. Europei medi, imponenti e privi di mento, vengono sorpresi nelle loro piccole ossessioni. Ma vengono caricaturati anche nelle loro nostalgie quotidiane. Come Herr Stucker, ad esempio. Lo si vede rappresentato come un piccolo uomo grigio con cappello e cartella davanti ad un monumento. Guarda verso l’alto, ammirato. Sul basamento un cavaliere a cavallo uccide eroicamente con una lancia un drago serpeggiante. La didascalia dice solamente: «Quando Herr Stucker a casa si arrabbia, lo si vede spesso sostare a lungo in St.-Georgs-Platz». Prima di riuscire a vivere della sua arte comica, Gerhard Glück insegnava educazione artistica a scuola. A un certo punto un amico gli suggerì di inviare i suoi schizzi ai giornali. Dalla Süddeutsche Zeitung gli risposero prontamente: «Siamo interessati, ne vogliamo altri». Questo gli ha permesso di smettere di insegnare e tuttora lavora solo come caricaturista. Da circa dieci anni disegna principalmente per il magazine svizzero del Neuen Zürcher Zeitung, il NZZ Folio.

Il “regolamento Glück” in Svizzera

Lavorare oltre confine non è così facile, perché deve inviare a Zurigo i suoi disegni in originale per posta prioritaria, o addirittura con il treno rapido se è molto urgente. Le immagini di Glück vengono scansionate in loco e così vengono determinati i colori del magazine. A quel punto tornano indietro. «A volte ho dovuto riscattare i disegni alla dogana, un problema enorme se non credono che si tratti di mia proprietà». Ma alla dogana svizzera si è stabilita ormai una specie di “regolamento Glück”: nel frattempo hanno imparato a conoscere i disegni. Ora Glück sta illustrando un volumetto dell’artista tedesco Joachim Ringelnatz. Nei suoi schizzi a matita si vede un’osteria che fa angolo da cui escono barcollando tre ubriachi. Da dietro il dolce fatto dalla moglie Glück spiega come deve cadere la luce, cosa cambierà ancora prima di colorare. Dalla spiegazione emergono conoscenza, orgoglio e meticolosità. Mentre disegna la traiettoria della luce con un veloce movimento della mano, la brace della sua sigaretta pende pericolosamente, ma non cade né sul foglio né sul dolce, Glück tira un’altra boccata profonda e borbotta: «Quello che disegno sono sciocchezze, ciarpame da intrattenimento». Guarda oltre i bordi dei suoi occhiali: «Ma il mio mestiere è ciò che non è serio. Se ora iniziassi, davanti a voi, a fare il grande artista, sarebbe ridicolo. Abito qui in modo molto borghese e faccio un’arte borghese». E questa “arte borghese” è valsa all’ormai 64enne artista molte pubblicazioni e mostre in tutta Europa. Perché effettivamente: se due vicini orgogliosi fanno una gara di cyclette e il finale è stampato in francese, possono essere solo una cosa: francesi piccolo borghesi. La chiave dell’ironia secca ed europea di Glück non è solo nel disegno, ma nelle due righe sotto: apparentemente spiegano solo ciò che si vede, ma aprono così un'ulteriore dimensione della laconicità e assurdità di Glück.

Borghesucci europei, à la Spitzweg

Quando Glück negli anni Settanta lavorava per la Süddeutsche ZeitungWikipeida, il suo stile era diverso: «Non volevo inserire alcun testo perché ero affascinato dall’idea di trasmettere le immagini come una pantomima, nella tradizione dei grandi disegnatori come Chaval o Stangenberg, che erano divertenti anche senza parole. Quello che lui fa è ora, per la storia dell’arte, qualcosa di avanguardistico: invece di argomentare politicamente, rappresentando bruttezze, le sue caricature sono in primis belle da vedere», come lui stesso dice riferendosi all'artista Biedermeier: «Come Carl Spitzweg». Ma poi si legge il testo, la grazia diventa divertente e il messaggio pungente. L’ispirazione per le sue figure viene dai giornali, dalla televisione, e perfino dal giardino dei vicini.

Lì, secondo Glück alloggia l’essenza del piccolo borghese: «Uno ad esempio minaccia l’intero vicinato con l’avvocato. Misura con il metro pieghevole la distanza della mia siepe!». In pratica gliene è grato, dovrebbe quasi pagare loro i diritti d‘autore: «La mia vicina è una di quelle donne incr©Louisa Reichstetteredibilmente forti. Una volta giocava nel giardino con una palla e un cane piccolissimo. Mi sono messo subito a fare degli schizzi e poi ho chiamato il disegno “Fauna minacciata”». Glück ride come un giovane sfacciato e si accende la prossima sigaretta. Da quasi tre decenni disegna a casa. Non fuma solamente ma, secondo le sue indicazioni, beve anche litri di caffè. E anche in casa non disegna solamente. «Un attimo», sghignazza, sparisce dalla sala da pranzo e torna con la silhouette in plexiglas di un cane buffo, che è avvitata su un travetto. «A Natale mi sono divertito a lavoricchiare un po‘ con il traforo». Il “cane freddo”, come lo chiama Glück, si può illuminare da sotto con un Led. Allora gli spigoli diventano blu ed ecco una caricatura.

Glück non solo strizza l'occhiolino al pubblico, ma come Picasso colleziona tutto il possibile e crea pezzi unici per la sua famiglia. Ma respinge deciso questo paragone: «Potrei fare dei “cani freddi” anche con dei politici. E poi venderli a caro prezzo». Ma non si può credere a una così vile strategia da parte di Glück, che per un attimo dimentica la sigaretta in bocca. Anche se sa di essere piccolo borghese, fuma con la ribellione cool del giovane Jean-Paul Belmondo.

Translated from Die spitzwegigen Spießer des Gerhard Glück