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Esperienza babel-balcanica: saltate su anche voi sul secondo Orient Espress

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traduzione di Monica Zanelli Orient Express: molti pensano a un collegamento ferroviario di lusso da Parigi a Istanbul o a un classico della letteratura di Agatha Christie. Per Axel e me, invece, nell’estate 2011 è stata l’occasione per conoscere i Paesi balcanici occidentali.

Il presupposto di questa spedizione nel cuore dell’Europa sud-orientale è stata una collaborazione con i giornalisti di , che avevano a loro volta fatto partire un progetto sui Balcani: Orient Express Reporter. Scopo di ciò era, ed è, mandare sul campo giovani giornalisti e fotografi per realizzare degli articoli avvincenti sulla popolazione, le culture e la situazione attuale dei singoli Stati balcanici.

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La nostra avventura inizia con l’idea di unirci a questo viaggio, ma nello stesso tempo realizzando un nostro progetto, per cui alla fine abbiamo deciso di andare a far visita a tutti quei reporter che scrivono per dai Balcani. Abbiamo avuto l’appoggio della nostra scuola superiore e di che, tra l’altro, ci ha aiutato a entrare in contatto con i “”. I Balcani sono però davvero vasti per due studenti squattrinati, per cui ci siamo trovati di fronte alla necessità di delimitare il nostro raggio d’azione. Alla fine la nostra scelta è caduta sulla zona dell’ex Jugoslavia, anche a ragione del più recente passato.

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Slovenia, Zagabria, Sarajevo

Dopo brevi preparativi siamo partiti verso la Slovenia, per le nostre prime interviste. Là abbiamo incontrato le blogger babeliane Natalija e Ljubica, con le quali abbiamo parlato dell’euforia nel momento dell’ingresso nell’Unione Europea con i conseguenti vantaggi e svantaggi, del e della posizione della Slovenia come “" sui Balcani.

city blog di Lubianaporta europea

In seguito abbiamo trascorso alcuni giorni a Zagabria, dove però sfortunatamente non abbiamo incontrato nessuno, prima di andare verso Banja Luka. Nella regione serba della Bosnia Erzegovina ci siamo dati appuntamento con Sladjana. Ci ha parlato dei suoi ricordi della guerra civile, delle possibilità della Bosnia di entrare nell’Unione Europea e dell’accordo di Dayton, che tuttora divide il Paese in due repubbliche parziali, rivali fra loro. Dopo essere stati nella capitale della Repubblica Serba di Bosnia volevamo però vedere anche l'altra parte del paese, per cui siamo saliti sul treno e siamo andati a Sarajevo per incontrare Barbara, spagnola. All'inizio ci sembrava un po' curioso che qualcuno venisse in Bosnia dalla Spagna per dare il via a un blog babeliano, ma è proprio questa interculturalità che rende diverso . Barbara ci ha spiegato perché lo fa: semplicemente perché ama quella città!

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(cc) Senka e Aca da Belgrado, Boris da Skopje e Ljubica da Ljubljana

Podgorica, Belgrado, Skopje

Dopo alcuni giorni trascorsi nel cuore dei Balcani abbiamo lasciato la Bosnia in direzione Montenegro, promettendoci però di fare tappa nuovamente a Sarajevo sulla via del ritorno. Con Marko, un giornalista di Podgorica abbiamo parlato dell'indipendenza del piccolo Stato, di politici corrotti, di contrabbando di sigarette e della meravigliosa costa del Montenegro, che gode di grande popolarità come meta turistica e di investitori, mentre la popolazione dell'entroterra diventa sempre più povera.Da Podgorica siamo partiti alla volta di Belgrado, la capitale della Serbia. L'unica cosa di rilievo qui è sembrata la vittoria di Novak Djokovic al torneo di Wimbledon. Per accogliere il tennista si sono radunate davanti al parlamento serbo diecimila persone che l'hanno festeggiato come un eroe nazionale.Tuttavia parlando con Senka e Aca, entrambe blogger babeliane di Belgrado, è emerso che alcuni serbi contemplano anche altri argomenti di discussione. Il conflitto in Kosovo è ancora tanto attuale quanto le preoccupazioni riguardo all'immagine della Serbia all'estero e l'entrata nell'Unione Europea. Nessuno comunque vuole più parlare di criminali di guerra, questo argomento li ha veramente stufati. Alcuni semplicemente sono solo felici che con la cattura di Mladic questo capitolo possa finalmente essere chiuso. Procediamo verso la nostra ultima tappa, Skopje, con delle impressioni contrastanti. La capitale macedone appare bizzarra non solo agli stranieri. Non ci eravamo mai trovati di fronte a una presenza così massiccia di statue, a cui si aggiungono altri curiosi edifici per un valore complessivo approssimativamente superiore ai 200 milioni di euro. In questo caso ci potevano spiegare qualcosa Gojko e Boris, i babeliani macedoni, ma è risultato che anche loro ci capiscono poco quanto noi. Ci sono state anche numerose proteste al riguardo. Inoltre abbiamo anche appreso che il governo ha fatto chiudere un’emittente televisiva e tre giornali e che recentemente un ragazzo è stato picchiato a morte dalla polizia. E poi c’è sempre la disputa con la Grecia in merito al nome dello Stato macedone… Considerando che i nostri interlocutori ci hanno parlato molto di situazioni difficili nei loro Paesi, possiamo dire che nella ex-Jugoslavia non si è ancora instaurata la pace. Questo non significa che ci siamo trovati di fronte alla rassegnazione, al contrario cresce una generazione che è pronta ad agire contro gli abusi e che si fa ascoltare. Ci è stato quindi spiegato che dà voce ai giovani dei Balcani che di solito non vengono ascoltati.

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L’Orient Express per noi è stato una magnifica esperienza, che ci ha permesso di conoscere persone fantastiche e scoprire paesaggi bellissimi. Anche nel 2012 cafebabel.com è di nuovo in viaggio con Orient Express Reporter 2 e l' fa tappa in quattro città europee, Zagabria, Belgrado, Sarajevo e Istanbul. Saltate su anche voi!

Orient Express reporter Tripled