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Esma Redžepova: «La regina della musica gitana»

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La macedone Esma Redžepova, “Regina della musica gitana”, viaggia instancabilmente per l'intero pianeta, accompagnata dalla sua band. Con più di 15.000 concerti e 20 album all'attivo, la Redžepova, partecipando al Festival Sin Fronteras al Cabaret Sauvage, ha portato un soffio di cultura rom a Parigi. Incontro con una donna che "abbatte le barriere".

Il suo look non passa di certo inosservato!Esma Redžepova è comodamente seduta su una poltrona dell'hotel e sorseggia un caffelatte da una tazza di porcellana finemente decorata. Potrebbe passare facilmente inosservata, per via della sua corporatura minuta, ma, a 64 anni di età, si può dire che è un personaggio piuttosto eccentrico. Impossibile non notare gli anelli d'oro che porta alle dita, rigorosamente abbinati agli orecchini. Il cappello di paglia, con tanto di fiocco, e un abito blu scuro fanno da contrasto a questi accessori etnici. La piccola signora, detta la "Regina della musica Gitana", ha in effetti il fascino di una grande dama: «Ho ricevuto questo titolo nel 1976, in India, - racconta, - durante il primo Festival della musica zigana. È un segno di fiducia da parte del popolo rom - afferma con orgoglio, - la cui cultura ho contribuito a portare in giro per il mondo».

La sua missione: distruggere le barriere

Nata nel 1945 a Skopje, a quel tempo parte della Jugoslavia, Esma Redžepova ha fin da subito vissuto la musica come parte integrante della sua personalità: «Senza musica non potrei vivere - afferma, - è il mio nutrimento, l'aria che respiro». Da ragazzina, partecipò a una trasmissione radiofonica, dove venne notata dal produttore e compositore Stevo Teodosievski (1924-1997). Esma lasciò quindi la casa dei suoi genitori per frequentare l'Accademia musicale di Belgrado. Con Teodosievski, suo mentore e futuro marito, partì per una tournée in tutto il mondo, raccogliendo un crescente consenso da parte del pubblico. Da allora, intona le sue canzoni in lingua serba, macedone e rom.

Il popolo rom sta affrontando tempi difficili in Europa. I gitani si sentono indesiderati, discriminati. Anche Esma ha dovuto affrontare esperienze di questo tipo? «La prima e unica volta in cui mi sono sentita discriminata - racconta, - risale ai tempi della scuola. Ero la sola a essere di origine gitana, nessuno voleva sedersi accanto a me. Allora, fui io a sedermi vicino a un ragazzo: due giovani di sesso opposto così vicini, un vero scandalo! Da quel giorno, e non esagero, diventai la star della scuola. Sembra che già a quei tempi amassi distruggere i pregiudizi». La Redžepova sembra conoscere molto bene i problemi e le sofferenze dei rom: «il mio è un popolo molto sensibile - sottolinea, - che soffre delle barriere ingiuste e inumane che vengono erette nei suoi confronti. È come essere in un giardino dove tutti i boccioli fioriscono - aggiunge diventando scura in volto, - tranne uno!». La sua terra, la Macedonia, è l'unico paese in cui i rom sono pienamente riconosciuti e nel quale i loro diritti fanno parte della Costituzione. Dal 2005, il suo paese, che ha dichiarato l'indipendenza dalla Jugoslavia nel 1991, è uno dei candidati all'ingresso nell'Unione Europea. Il problema è che la Grecia si oppone, chiedendo che la Macedonia cambi il suo nome in Repubblica Ex-jugoslava di Macedonia. «Sarebbe come se qualcuno mi dicesse: "Da oggi non ti chiami più Esma"», dice la Redžepova alzando le spalle. «E purtroppo - aggiunge, - gli altri membri dell'UnioneEuropea non stanno offrendo alcun appoggio sulla questione».

Un'attitudine cosmopolita crea buoni cittadini

Le sue performance sono sempre molto emozionanti, un misto di gioia e sofferenzaAttraverso la sua musica, Esma vuole offrire al mondo una nuova immagine del popolo rom: i suoi testi raccontano la vera cultura gitana, al di là dei pregiudizi. «I gitani hanno anime senza confini, cosmopolite - spiega Esma -, le loro case sono sempre aperte. La nostra filosofia è: "si è nudi quando si viene al mondo, e nudi quando lo si lascia". La terra è di tutti, dunque, non appartiene a nessuno». Questa concezione della vita ha portato Esma ad adottare 47 bambini che fino a poco prima erano a mendicare sulle strade. Molti di loro hanno frequentato la scuola di musica fondata da lei e dal marito, morto nel 1997, e ora suonano nella sua band: «Dico sempre loro che devono diventare buoni cittadini, unirsi agli altri e viaggiare molto». Un consiglio questo, che la “Regina della musica rom” desidera rivolgere a chiunque. «Viaggiare è molto importante - si raccomanda: - si vedono altri luoghi, e si conoscono culture diverse». I genitori di Esma erano originari della Turchia e della Serbia, con radici rom ed ebraiche. La sua famiglia unisce cristiani, musulmani, ortodossi e molto altro: «Cosa posso dire? - dice Esma sorridendo, - festeggiamo da sempre le ricorrenze di ogni confessione religiosa!».

«La musica non conosce barriere linguistiche»

La cantante macedone crede fermamente che i popoli possano riavvicinarsi grazie alla musica. Sabato sera è andata in scena sul palco del Cabaret Sauvage di Parigi: i suoi abiti erano eccentrici e brillanti. Ha cantato con un velo funebre davanti al volto, lanciando sguardi d'intesa al pubblico e ai musicisti. «Canto il dolore e la gioia - spiega la cantante, - comunico sentimenti estremi: in mezzo non esiste nulla. Cantando, vivo quello che le mie stesse composizioni raccontano. Posso comunicare con la mimica, con i miei gesti: la musica non conosce barriere linguistiche». Che orgoglio e modestia convivano alla perfezione nelle parole della Redžepova è evidente: pur cosciente del suo carisma, non fa alcuna menzione della sua candidatura al Nobel per la pace nel 2002. E c'è dell'altro: la sua voce è stata definita la seconda migliore al mondo, dopo quella di Ella Fitzgerald. «Questo è stato un traguardo importante per me - dice Esma con gli occhi che le brillano, - un forte riconoscimento artistico. Pavarotti è arrivato solo settimo».

Foto: Julia Korbik; Accords Croisés; Video: AsphaltTangoRecords/YouTube; NBE TV/YouTube

Translated from Esma Redžepova: "Königin des Roma-Gesangs"