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Elezioni presidenziali: il voto in Austria tra rabbia e timori 

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Elisa Pesce

Manca poco ormai ai risultati delle elezioni presidenziali in Austria, tanto che l'attesa dipende solo più dai voti postali. Nei dibattiti, però, i toni non hanno tardato ad accendersi, cosa interpretata da molti come segno della profonda divisione che attraversa il Paese e della quale l'estrema destra non può che rallegrarsi.

Il Paese resterà diviso - Tages-Anzeiger, Svizzera

I risultati imminenti delle elezioni non lasciano dubbi: secondo il Tages-Anzeiger, nessuno dei due candidati sarà in grado di unificare il Paese: "Abbiamo già assistito a una scissione sociale in Polonia e in Ungheria. Ora è il momento dell'Austria. Chiunque diventerà presidente non potrà superare questa spaccatura. Durante la sua campagna, Hofer ha diviso il Paese in buoni e cattivi: da un lato le 'elite', che sostengono Van der Bellen, dall'altro 'il popolo', di cui si proclama rappresentante. L'odio e le fantasie di violenza diffusi dai sostenitori di Hofer sui social media non lasciano sperare niente di buono per il futuro del Paese, ma anche Alexander Van der Bellen non è certo un grande oratore. Può strizzare l'occhio a socialdemocratici, conservatori e cattolici liberali, ma niente lo avvicina ai votanti più arrabbiati." (Articolo del 23/05/2016)

Non abbandonate chi ha votato Hofer -Die Presse, Austria

Il quotidiano Die Presse auspica una reazione idonea e misurata ai risultati elettoriali: "Questo non significa piazzarsi di fronte alle telecamere e vantarsi di voler dare maggiore importanza alle paure e alle preoccupazioni dei cittadini. Sarebbe molto meglio cercare di prevenire del tutto l'insorgere di tali paure e preoccupazioni, e assicurarsi che vengano subito prese le misure appropriate per far sì che il senso di sicurezza non solo soggettivo, ma idealmente anche oggettivo all'interno del Paese torni a crescere. Garantire la diminuzione del tasso di disoccupazione e spiegare meglio alla gente l'importanza e la necessità dell'Unione Europea. Evitare che un numero sempre maggiore di cittadini abbia l'impressione di dare al sistema più di quanto non riceva in cambio. Speriamo che il nuovo cancelliere Christian Kern e il vice cancelliere Reinhold Mitterlehner sappiano dare il via a una nuova era, in un clima generale più disteso e ottimista. Ma questo sarà possibile soltanto se, insieme al presidente, saranno in grado di riconquistare quella parte - quasi metà - di elettorato che ha votato per Hofer." (23 maggio 2016)

Gli altri Stati devono rispettare l'esito del voto - Lidové noviny, Repubblica Ceca

È comprensibile che prima delle elezioni funzionari, attivisti e politici da tutta Europa abbiano voluto dire agli Austriaci come votare, ma i risultati elettorali devono essere accettati, sostiene il Lidové noviny: "Non è consentito insultare gli elettori o cercare di 'educarli'. I cittadini austriaci sono in grado di badare ai loro affari anche senza consigli dall'estero. Per di più, non hanno altra scelta che accettare i risultati del voto, anche se dovesse vincere il populista di estrema destra Hofer. L'esperienza passata ha dimostrato che una 'quarantena' europea [come accadde nel 2000 in occasione della partecipazione al governo del FPÖ, allora guidato da Jörg Haider] non servirebbe a nulla. Presto anche altri Stati europei dovranno difendersi alle elezioni dai partiti di estrema destra, il cui consenso è lievitato sull'onda della crisi dei migranti. Perciò, questi Stati hanno già abbastanza a cui pensare.“ (23 maggio 2016

L'estrema destra ha già la sua vittoria - La Libre Belgique, Belgio

Secondo La Libre Belgique, il FPÖ e i partiti di estrema destra europei hanno buoni motivi per festeggiare i risultati delle elezioni presidenziali in Austria: "Che diventi presidente o meno, Hofer ha riportato una vittoria importante per il FPÖ, un partito che nonostante abbia smorzato i toni, riunisce sempre tra le proprie file i nostalgici del Terzo Reich, e per tutti i partiti di estrema destra europei. Il fatto che la metà di un elettorato consideri un esponente dell'estrema destra adatto a ricoprire la carica più importante dello Stato contribuisce a legittimare l'esistenza di ideali nazionalisti, autoritari e xenofobi. Certo, ogni passo avanti dell'estrema destra in campo elettorale rimanda pur sempre a uno specifico contesto nazionale, ma le debolezze della democrazia rappresentativa, le promesse mancate dell'Unione Europea e la globalizzazione economica hanno sicuramente avuto il loro effetto." (23 maggio 2016)

La nuova alba di un'Europa divisa- Polityka, Polonia

Dal suo blog su Polityka, anche l'autore Adam Szostkiewicz sostiene che una vittoria di Hofer sia il sogno di tutti i partiti di estrema destra: "La interpreterebbero come il segno che la popolazione europea desidera 'un cambiamento per il meglio'. Inizialmente, questo averrebbe soltanto nelle modalità introdotte da Kaczyński e Orbán nei rispettivi Paesi. Ma in seguito, se questi politici si riveleranno troppo fiacchi, aumenteranno le opportunità per i veri gruppi di estrema destra come Jobbik. Seguendo il bel Danubio blu, i 500 chilometri che separano Cracovia da Vienna si percorrono in appena quattro o cinque ore, ma se il Danubio diventasse marrone [il colore del partito nazista], il viaggio non sarebbe più tanto lieto. Per esempio, tornerebbero passaporti e controlli alle frontiere, perché l'area Schengen non esisterebbe più. [...] Per l'Europa si aprirebbe un nuovo capitolo all'insegna delle divisioni." (23 maggio 2016)

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Translated from Wutbürgerwahlen? Banges Warten in Wien