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Elezioni in Romania: il risveglio della bella addormentata

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Translation by:

Piera Fiammenghi

Politica

Sono state due settimane intense per la Romania. Le elezioni presidenziali hanno portato novità, emozioni forti e proteste oltre a un colpo di scena. Klaus Iohannis, un perfetto sconosciuto proveniente dalla minoranza, è alla guida del paese. Dopo aver cambiato presidente, la Romania è pronta a cambiare rotta. Quale sarà il suo destino?

Lo scorso settembre, quando visitai Bucarest, le vie erano tappezzate di cartelloni e manifesti giganti che mostravano i volti sorridenti dei candidati alla presidenza. I manifesti di Victor Ponta, l'attuale primo ministro, campeggiavano ovunque. I giovani, non sapendo per chi votare, brancolavano nel buio. Ad ogni modo, nessuno aveva intenzione di votare per Ponta. I miei amici rumeni temevano l'ascesa di un uomo come lui al timone del paese, ma era difficile immaginare uno scenario diverso. «Il Partito Social-democratico ha una struttura capillare, con portavoce attivi in molte città», spiega Madalina Alexe membro dell’associazione Café Des Roumains che ha sede a Parigi. «Applicano i metodi di un tempo come la manipolazione e la disinformazione, ma fanno anche pressione su una popolazione fiaccata dall'indigenza, soprattutto nei piccoli paesi. »

Cambiano le carte in tavola

Prima della tornata iniziale, nessuno aveva dubbi sull'esito delle elezioni. Tutti i sondaggi davano Victor Ponta come vincitore. La miccia che ha scatenato il fuoco non si è innescata in Romania ma in altre città europee. A Parigi, Londra e Bruxelles, migliaia di rumeni della diaspora hanno dovuto aspettare parecchie ore prima di poter votare. Alcuni non sono nemmeno riusciti a raggiungere le urne.  

La loro rabbia di fronte al caos elettorale è diventata virale sui social network e poco dopo è esplosa in strada. Le manifestazioni si sono allargate a macchia d'olio a Bucarest, Cluj e Sibiu, tanto da spingere alle dimissioni il ministro degli Affari Esteri. L’"autunno rumeno" ha acquistato forza e i manifestanti hanno espresso il loro dissenso al governo e alla corruzione. Nonostante tutto, "le autorità hanno rifiutato di aprire altri uffici elettorali», racconta Madalina. "I Rumeni all'estero erano in maggiornanza contrari a Ponta e convinti che solo i concittadini del paese avrebbero potuto cambiare le carte in tavola; per questo li hanno supplicati di recarsi al voto. Grazie a questo, la Romania ha registrato il suo più alto record di presenze alle urne (62%)".

Ma la situazione non è di certo migliorata dopo la seconda tornata elettorale. La pagina Facebook del Café des Roumains mostrava le code spaventose di persone in fila da mattina a sera, la folla che gridava "Libertate!" (Libertà!) o "Vrem sa votam" (Vogliamo votare!). Il nuovo ministro degli Affari Esteri, in visita a Parigi,  ha calcato la mano. Stando al quotidiano "Gandul.info", infatti, avrebbe dichiarato: «L'ufficio elettorale più vicino è a Nancy e in questo momento non ci sono persone in coda. Quindi, chi vuole veramente votare ne ha la possibilità. È una città splendida, la culla dell'art nouveau". È qui che si comprende l'esasperazione dei Rumeni di fronte all'attuale governo...

«La vittoria dei giovani e dell'Europa»

In serata, i manifestanti si sono riuniti al centro di Bucarest a sostegno della diaspora. Alle 21, si diffondono i primi esiti: Klaus Iohannis, proveniente dalla minoranza tedesca, è il nuovo presidente della Romania. Circa 10mila rumeni, in gran parte giovani, hanno marciato fino alla sede del governo a Piata Victoriei (Piazza della Vittoria), chiedendo le dimissioni di Ponta e stracciando i manifesti elettorali che lo ritraevano. La mia amica Raluca era in strada. «Ancora non ci credo» mi scrive su Facebook. «Avevo la pelle d'oca vedendo tutta quella gente ammassata intorno a me. Fino a ieri, ero delusa da esprimeva la propria preferenza per Ponta permettendo tutte quelle cose vergognose in Romania. Là ho visto altre cose, altre persone, le stesse che mi spingono a restare in questo paese». Raluca confessa che molti hanno votato contro Ponta più che per Iohannis, ma questo è il sintomo rivelatore di «una volontà di cambiamento». «Come molti altri, non conoscevo Iohannis prima delle elezioni, ma sembra una persona seria. Ciò che vedo è principalmente la vittoria della società civile. Abbiamo dimostrato che insieme possiamo cambiare le cose».

Klaus Iohannis, piuttosto eurofilo, rappresenta una speranza per il paese, per i suoi giovani e per le sue minoranze, spesso abbandonate a sé stesse. Per la prima volta la Romania elegge un Presidente proveniente da una minoranza etnica. Per Madalina, «è la vittoria dei giovani e del multiculturalismo, quindi dell'Europa». Anche se Klaus non dovesse mantenere le promesse, la bella addormentata dei Carpazi ha finalmente aperto gli occhi.

Translated from Élections en Roumanie : le réveil d'une belle endormie