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Elezioni e Europa, «l’occasione persa dell’Olanda»

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Marco Riciputi

societàPolitica

Paul Kapteyn, dell’associazione europeista Vde, giudica deludente la campagna elettorale.

1° giugno 2005. Gli olandesi bocciano la Costituzione Europea per via refendaria. Pochi giorni dopo il Ministro degli Esteri Bernard Bot dichiarava che la carta costituzionale era morta, nonostante fossero molti i leader europei a voler comunque portare avanti il progetto. Nel frattempo gli olandesi non hanno certo brillato quanto a proposte. Abbiamo parlato con Paul Kapteyn, presidente dell’associazione olandese Vereniging Democratisch Europa (Unione Democratica Europea), da anni attiva nello stimolare il dibattito sull’Europa.

Quali sono le posizioni dei partiti sull’Europa?

Il 90% dei politici sono diventati euroscettici. Hanno paura di parlare di Europa, e se lo fanno, è per dire che bisogna preservare la sovranità nazionale. Tranne alcune eccezioni – penso a Groenlinks (Sinistra Verde), e Democratici66 (partito liberaldemocratico) – nessuno dice: «L’Europa è qualcosa di buono e non si riduce all’economia».

Il Partito Socialista (estrema sinistra) e i liberali di destra del Vvd si trovano d’accordo per condannare l’Europa. Sono i campioni dell’euroscetticismo.

Dopo la bocciatura della Costituzione da parte degli olandesi, la classe politica si è impegnata a lanciare un dibattito nazionale sull’Europa. Quali i risultati?

Questa storia è diventata una telenovela. Il primo dibattito nazionale programmato si è già arenato nel disaccordo. L’azione governativa si è ridotta al lancio di un sito internet. Non hanno nemmeno provato a lanciare un dibattito degno di questo nome. Sono i politici che mancano di competenze intellettuali e di analisi, e anche di leadership. Ma i partiti hanno il dovere di includere una visione politica d’ampio respiro nei loro programmi.

Abbiamo ancora una volta mancato l’occasione di comunicare sulla necessità dell’Ue. È un vero peccato. Jan Marijnissen, leader dei socialisti, possiede le qualità per comunicare meglio. Ma purtroppo è completamente scettico.

In un articolo ha scritto che “in Olanda l’Europa dipende dall’iniziativa dei cittadini”. Cosa intendeva dire?

I cittadini sono solo degli spettatori, una parte del pubblico. Non hanno potere. Dopo le elezioni il governo formerà una coalizione senza la partecipazione dei cittadini. Ci sarebbe bisogno di associazioni o movimenti, come il nostro, ma non è facile farli funzionare. I politici sono pagati per questo, hanno delle responsabilità!

Cosa si devono aspettare gli europei dopo le elezioni? Fa qualche differenza se a diventare primo ministro è Wouter Bosw, socialdemocratico e leader dei a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Labour_Party_(Netherlands)" class="external-link">laburisti del PvdA, oppure Jan Peter Balkenende, di centro e conservatore, attuale primo ministro e capo dell’Appello Cristiano Democratico?

No, ci sarà un nuovo trattato. Una tattica passata era mantenere basso il tono sulle grandi questioni, ma nel breve periodo non ci sarà nessuna decisione senza il supporto della gente. Così tutto dipende dalla presenza o meno di un altro referendum. Il Partito del Lavoro è più predisposto a organizzarlo mentre per i Cristiano democratici e i Liberali del Vvd sarebbe impossibile non sostenerlo. Possiamo solo chiederci se quest’argomento sarà incluso nell’accordo di coalizione. Personalmente non ne ho idea.

Europa & politici, il best of delle dichiarazioni

Jan Marijnissen (estrema sinistra): «Scusi ma sta andando troppo in fretta. Per prima cosa dobbiamo parlare dell’adesione di Bulgaria e Romania e ho qualcosa da dire al riguardo».

Intervistatore: «Voglio che mi parli solo della Turchia».

Radio 1 Olanda, 31 ottobre.

«Marijinissen vuole dare agli olandesi un biscotto digestivo, mentre io voglio offrirgli una Cadbury Creme Egg (un dolce ipercalorico, ndr). Questo è quello che l’unità economica, l’Europa del futuro, può essere».

Alexander Pechtold, leader di D66, Radio 1, 31 ottobre.

«Il popolo olandese ha già parlato. Due terzi hanno detto «no» all’Europa che lei ha descritto. Molti protagonisti, come il PvdA, si sono resi conto dopo di essere nel torto. Se è democratico, deve accettarlo».

Jan Marijinissen, leader SP, Radio 1, 31 ottobre.

«Ci preoccupiamo di problemi marginali come l’euro».

Wouter Bos, leader del PvdA, in un dibattito con Kurt Beck all’Università di Amsterdam, primo novembre.

«Il Partito laburista ha organizzato ieri un dibattito con Kurt Beck su quest’argomento. I media tedeschi erano presenti e molti articoli sono apparsi sui giornali. Dov’erano i media olandesi?»

Frans Timmermans. Parlamentare del PvdA, durante un dibattito elettorale sull’Ue: Centro Felix Meritis, 2 novembre.

«Sono fin dal principio contrario»

Jan Peter Balkenende, primo ministro, leader dei Cristiano democratici, sul merito di organizzare un altro referendum sulla Costituzione. Buitenhof, programma televisivo di politica, 5 novembre.

Foto: loghi di VVD, SP e D66 (Wikipedia); Wouter Bos e Jan Peter Balkende (Jacco de Boer/ Flickr)

Translated from Neither vision, nor courage...nor leadership