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Electro Deluxe : uno strumento spesso inganna

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Vera Ventura

Gli Electro Deluxe sono diventati un gruppo speciale. Mentre un numero sempre maggiore di artisti utilizza i macchinari, i musicisti francesi hanno deciso di abbandonarli per tornare al loro DNA di sempre: gli strumenti. Intervista organica.

cafébabel : Avete deciso di abbandonare i macchinari per concentrarvi sugli strumenti. Perché?

Thomas Faure (sassofonista) : Abbiamo avuto l'occasione di lavorare nello studio del bassista di Yael Naïm, il che ci ha dato accesso a molti strumenti bellissimi. Ed essendone tutti appassionati, abbiamo deciso di tornare alle fondamenta per il nostro ultimo album, Home.

cafébabel : Avete dovuto imparare di nuovo a suonare?

Thomas : Sicuramente imparare di nuovo a comporre.  

Gaël Cadoux (tastiere) : Quello che è cambiato nella nostra musica è soprattutto la presenza del cantante, James. L'abbiamo integrato completamente nel gruppo. Negli album precedenti, prendevamo i nostri pezzi strumentali e ci dicevamo: «Ecco, qui ci starebbe bene un rep o una cantante» e proponevamo il pezzo a qualcuno. Oggi questo lavoro lo facciamo con James dall'inizio. 

cafébabel : È lui a dare l'iniziativa? 

Thomas : Non sempre, ma diciamo che gli costruiamo un abito su misura. Suoni con i quali sentiamo che si troverà a suo agio. Al punto che se sentiamo che la canzone non fa per James, allora non è fatta per noi. 

cafébabel : Come vi siete incontrati? 

Thomas : Ah sì, è una storia divertente. James canta da poco tempo, tipo 6, 7 anni. Aveva un lavoro assolutamente normale e una sera la discoteca ha organizzato il karaoke. Ha preso il microfono e ha stupito tutti. Credo che nemmeno lui ci credesse, perché in famiglia era quello sportivo, mentre tutti gli altri erano musicisti. Il famoso karaoke è stato filmato da un'amica che ci ha detto: «Sentite ragazzi, ho visto un cantante al karaoke, è pazzesco». Abbiamo visto il video e l'abbiamo contattato subito. Da allora abbiamo sempre lavorato con lui.

cafébabel : Quindi avete puntato su uno sportivo che ha cantato una volta al karaoke... 

Thomas : Eh sì! Ma il fatto che iniziasse con la musica a 40 anni ci piaceva un sacco. Noi ci siamo dentro da quando avevamo 9 anni. Lui ha un approccio totalmente diverso che è qualcosa di unico. 

Electro Deluxe - «Twist Her»

cafébabel : Al contrario di voi, molti gruppi giovani si stanno spostando verso l'elettronica. Vi considerate diversi? 

Thomas : Completamente. Sappiamo che arrivando a un festival un gruppo come il nostro è originale. Anche curioso. È strano perché fino a dieci anni fa non era assolutamente così. La musica si è evoluta molto velocemente. Il nostro DNA sono gli strumenti e questa sarà sempre la cosa più importante. Se ci mettessimo in quattro dietro ai computer sembreremmo degli idioti. Come se Chinese Man arrivasse sul palco con un quartetto d'archi. No.

cafébabel: Pensate di essere un gruppo all'antica? 

Thomas: No, per niente. E comunque cos'è un gruppo all'antica? Cosa vuol dire essere moderni, sapendo che lo scratch esiste dal 1979? La cosa importante è la modalità di esecuzione. 

cafébabel: E il vostro pubblico, lo conoscete? 

Thomas: Cambia in continuazione, si generalizza. Una volta in prima fila c'erano solo  musicisti. Oggi non è più così. 

cafébabel: Vi annoiate addesso quando andate a un concerto? 

Thomas: Sicuramente siamo meno sconvolti. Ritrovare l'emozione è difficile. È un po' quello che ti aspetti da un concerto, ti aspetti di essere emozionato o di ballare. Oggi, con l'arrivo in massa di artisti dell'elettronica, i giovani devono riflettere molto sul loro show perché piaccia. Fai l'elettronica, sei obbligato a proporre un universo originale. Ci annoiamo quando qualcuno arriva con una proposta musicale in cui non passa niente dal vivo. Se non hai delle visuali sei sono un tipo dietro al computer che legge messaggi su Facebook. In più, sono rari quelli che suonano dal vivo.  Molto spesso collegano solo una chiave USB. 

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Ascolta: 'Home' d'Electro Deluxe (Stardown/Musicast/2014)

Story by

Matthieu Amaré

Je viens du sud de la France. J'aime les traditions. Mon père a été traumatisé par Séville 82 contre les Allemands au foot. J'ai du mal avec les Anglais au rugby. J'adore le jambon-beurre. Je n'ai jamais fait Erasmus. Autant vous dire que c'était mal barré. Et pourtant, je suis rédacteur en chef du meilleur magazine sur l'Europe du monde.

Translated from Electro Deluxe : un instrument, ça trompe énormément